– Cev, rinviati a giudizio Gabbianelli & Co.
35 rinvii a giudizio per abuso d’ufficio, emissione di fatture false e associazione a delinquere.
E’ arrivata puntuale alle 17,30 la decisione del gup Francesco Rigato per gli imputati all’udienza preliminare del caso Cev.
Dei 38 politici, imprenditori e dirigenti comunali coinvolti nell’inchiesta andranno a processo in 34. Uno, l’ex amministratore delegato del Cev Roberto Leone, è stato rinviato a giudizio pur essendo deceduto tempo fa, non essendo stato depositato il certificato di morte in tempo utile.
Dei restanti tre, Carlo Bartoloni e Bruna Peri sono stati processati con rito abbreviato e assolti. Il primo per non aver commesso il fatto, la seconda perché il fatto non sussiste. Il terzo è Giancarlo Maria Manetti, accusato solo di uno specifico caso di abuso di ufficio per il quale è stato dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
Non luogo a procedere anche per Giancarlo Gabbianelli, Attilio Moretti, Paolo Izzi e Mario Rossi, ma solo per alcuni singoli casi di abuso d’ufficio, prescritti perché trascorsi più di sette anni dalla presunta commissione del reato.
Gabbianelli, Moretti & Co. dovranno comunque comparire davanti ai giudici del tribunale viterbese per gli altri reati a vario titolo contestati: fatture false, altre fattispecie di abuso d’ufficio e associazione a delinquere. Accusa, quest’ultima, di cui devono rispondere solo in 17, tra cui Gabbianelli, Moretti, Izzi, Rossi e l’ex city manager Armando Balducci.
Il processo inizierà il prossimo 13 dicembre al tribunale di Viterbo in composizione collegiale. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro i prossimi sessanta giorni.
L’inchiesta
Le indagini della Procura di Viterbo sono partite nel 2007 dal sequestro di una mole ingente di documenti da parte della guardia di finanza. Documenti nei quali le fiamme gialle riscontrarono alcune anomalie.
Tra queste, le cifre a molti zeri che il Comune avrebbe versato al Cev per l’esecuzione di alcuni servizi. O il pagamento di spese straordinarie da cui trarrebbero origine i debiti fuori bilancio dello stesso Comune viterbese.
Secondo i pubblici ministeri titolari del fascicolo, Paola Conti e Franco Pacifici, i servizi venivano affidati in modo illecito, senza regolari gare a evidenza pubblica.
Le indagini si concentrano su un periodo che va dal 2002 al 2008. In parallelo con l’inchiesta aperta dalla procura regionale della Corte dei conti, che, di recente, ha condannato 16 uomini dell’amministrazione Gabbianelli a un maxirisarcimento da oltre tre milioni di euro.
Dal fascicolo Cev, inoltre, hanno preso avvio almeno altri due filoni di indagine. Quello su Massimo Scapigliati & Co., arrestato insieme ad altre sei persone, nell’ambito dell’operazione Dazio, per corruzione e concussione. Vicenda dalla quale l’ex caposervizio all’ufficio cave e torbiere di Palazzo dei Priori è uscito con un patteggiamento.
L’altro versante dell’inchiesta riguarda il piano regolatore per ospitare il futuro aeroporto viterbese, e ha travolto, tra gli altri, l’ex assessore Fabrizio Purchiaroni, che rassegnò le sue dimissioni.
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564Informativa GDPR