![]() Giancarlo Gabbianelli |
![]() Mauro Rotelli, consigliere comunale Pdl |
(s.m.) – Cev Spa, la storia continua.
Dopo un’udienza preliminare andata avanti per più di un anno, inizia una nuova fase per i politici, imprenditori e dirigenti comunali travolti dal caso Cev e ieri rinviati a giudizio per abuso d’ufficio ed emissione di fatture false. Su 17 di loro pesa anche l’accusa di associazione a delinquere. Tra questi l’ex sindaco di Viterbo Giancarlo Gabbianelli, l’ex direttore generale del Comune Armando Balducci e l’ex presidente del Cev Attilio Moretti.
Il 13 dicembre per loro e per altre 31 persone inizierà il processo davanti al collegio dei giudici del tribunale di Viterbo. Così ha disposto il gup Francesco Rigato, pronunciatosi in merito ieri pomeriggio.
Su tutti, spiccano i nomi di Gabbianelli, Balducci, Moretti, dell’ex dirigente comunale ai Lavori pubblici Paolo Izzi e dell’ex comandante della polizia municipale Alfredo Matteucci. Ma anche di personaggi che ricoprono attualmente incarichi politici di pregio. Dal subcommissario Arpa Giovanni Arena al consigliere comunale Mauro Rotelli. Dal dirigente comunale del settore affari amministrativi Romolo Massimo Rossetti al capo del quarto settore – attività culturali Stefano Menghini. Senza dimenticare gli assessori comunali Paolo Muroni e Sandro Zucchi, il consigliere provinciale e comunale Antonio Fracassini e i dirigenti comunali Giorgio Falcioni e Mario Rossi.
Dei 38 imputati, escono puliti in tre: Giancarlo Maria Manetti, ex dirigente comunale, oggi alla guida del settore Affari generali della Provincia; la commercialista Bruna Peri e Carlo Bartoloni. Questi ultimi, giudicati con rito abbreviato e assolti, l’uno – come richiesto anche dai pm Paola Conti e Franco Pacifici – per non aver commesso il fatto; l’altra perché il fatto non sussiste. Quanto a Manetti, l’unica fattispecie di reato a lui contestata (abuso d’ufficio) è caduta in prescrizione.
“Scaduti” – perché prescritti – anche alcuni degli abusi d’ufficio a carico di Gabbianelli, Moretti, Izzi e Rossi, che andranno comunque a giudizio per tutte le altre accuse che pendono, a vario titolo, su di loro: associazione a delinquere, emissione di fatture false e altri abusi d’ufficio.
“Mai avrei pensato che, nel corso della mia vita, mi sarei trovato nella condizione di dovermi difendere in un giudizio – ha commentato a caldo Gabbianelli, pochi minuti dopo la lettura della sentenza -. Evidentemente l’aver operato in maniera trasparente e fattiva in favore dei cittadini e del territorio, non poteva essere perdonato”.
Tra i rinviati a giudizio, compare anche l’ex amministratore delegato del Cev Roberto Leone, morto qualche tempo fa. Ma il giudice non lo sapeva. E non essendo stato depositato il certificato di morte, anche Leone risulta tra le persone alla sbarra, benché deceduto. Ecco perché i rinvii a giudizio sono 35, ma di fatto, a dicembre, sul banco degli imputati, compariranno in 34.
L’unico a dover rispondere di concussione è Claudio Ciucciarelli. L’ingegnere è accusato anche di turbativa d’asta insieme ad altre quattro persone e di corruzione per un atto contrario ai doveri del proprio ufficio, in concorso con Leone e con l’ex direttore commerciale della società Isofoton Srl Gianluca Bertolino.
L’elenco dei rinviati a giudizio
1) Giancarlo Gabbianelli
2) Maurizio Guerrini
3) Giuseppe Quatrini
4) Armando Balducci
5) Amedeo Orsolini
6) Attilio Moretti
7) Mauro Di Stefano
8 ) Paolo Izzi
9) Stefano Menghini
10) Romolo Massimo Rossetti
11) Alfredo Matteucci
12) Mauro Rotelli
13) Giovanni Maria Arena
14) Antonio Fracassini
15) Paolo Muroni
16) Alberto Ciorba
17) Veruska Cortese
18) Daniele Cortese
19) Mauro Salcini
20) Manuela Salcini
21) Mario Rossi
22) Claudio Ciucciarelli
23) Gianluca Bertolino
24) Luigi Todaro
25) Massimiliano Assettati
26) Giuseppe Pesci
27) Moreno Marone
28) Mugalan Milange Jayatilake
29) Marco Maria Bracaglia
30) Maurizio Tofani
31) Sandro Zucchi
32) Giorgio Falcioni
33) Luigi Taddeucci
34) Marina Morelli
35) Roberto Leone
L’inchiesta
Le indagini della Procura di Viterbo sono partite nel 2007 dal sequestro di una mole ingente di documenti da parte della guardia di finanza. Documenti nei quali le fiamme gialle riscontrarono alcune anomalie.
Tra queste, le cifre a molti zeri che il Comune avrebbe versato al Cev per l’esecuzione di alcuni servizi. O il pagamento di spese straordinarie da cui trarrebbero origine i debiti fuori bilancio dello stesso Comune viterbese.
Secondo i pubblici ministeri titolari del fascicolo, Paola Conti e Franco Pacifici, i servizi venivano affidati in modo illecito, senza regolari gare a evidenza pubblica.
Le indagini si concentrano su un periodo che va dal 2002 al 2008. In parallelo con l’inchiesta aperta dalla procura regionale della Corte dei conti, che, di recente, ha condannato 16 uomini dell’amministrazione Gabbianelli a un maxirisarcimento da oltre tre milioni di euro.
Dal fascicolo Cev, inoltre, hanno preso avvio almeno altri due filoni di indagine. Quello su Massimo Scapigliati & Co., arrestato insieme ad altre sei persone, nell’ambito dell’operazione Dazio, per corruzione e concussione. Vicenda dalla quale l’ex caposervizio all’ufficio cave e torbiere di Palazzo dei Priori è uscito con un patteggiamento.
L’altro versante dell’inchiesta riguarda il piano regolatore per ospitare il futuro aeroporto viterbese, e ha travolto, tra gli altri, l’ex assessore Fabrizio Purchiaroni, che rassegnò subito dopo le sue dimissioni.
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564Informativa GDPR