– Cev, inizia il processo.
Parte questa mattina il processo alle 34 persone rinviate a giudizio due mesi fa dal gup Rigato per lo scandalo Cev, società partecipata del Comune, dal 2007 nel mirino della magistratura.
I dirigenti, imprenditori, amministratori – ex e non – alla sbarra devono rispondere a vario titolo di abuso d’ufficio ed emissione di fatture false per operazioni inesistenti. Tra loro, spiccano l’ex sindaco Giancarlo Gabbianelli, l’ex city manager Armando Balducci e l’allora presidente del Cev Attilio Moretti, accusati, insieme ad altri 14 coimputati, del più pesante dei reati contestati: associazione a delinquere.
Un’accusa, quest’ultima, che prende forma da quello che i pm Paola Conti e Franco Pacifici hanno definito “sodalizio”. Chi ne faceva parte, secondo le indagini, avrebbe sfruttato i propri incarichi istituzionali per operare “in violazione delle norme amministrative e fiscali, al fine di pilotare l’affidamento degli appalti”.
Il solo a dover rispondere di concussione è l’ingegnere Claudio Ciucciarelli, ex presidente di Federimprese Viterbo. Su Ciucciarelli piovono anche le accuse di turbativa d’asta, insieme ad altri quattro coimputati, e di corruzione per un atto contrario ai doveri del proprio ufficio, in concorso con l’ex direttore commerciale della Isofoton Srl Gianluca Bertolino.
La vicenda Cev parte da lontano. Precisamente da un’ordinaria ispezione fiscale della guardia di finanza, datata 2007, negli uffici del Cev (Centro energetico Viterbo Spa), società partecipata del Comune, a capitale misto, comunale e privato.
Le carte sequestrate dalle fiamme gialle avrebbero fatto emergere numerose irregolarità. Gli uomini della sezione Tutela finanza pubblica del nucleo di polizia tributaria della finanza le elencarono una a una in una dettagliata informativa alla procura di Viterbo e alla procura regionale della Corte dei conti: dagli importi gonfiati che il Comune avrebbe versato al Cev per l’esecuzione di alcuni servizi, al pagamento di spese straordinarie che avrebbero originato i debiti fuori bilancio del Comune.
Le modalità di affidamento degli appalti, per le indagini della finanza e dei pm Conti e Pacifici, erano tutt’altro che trasparenti: l’assegnazione sarebbe avvenuta con procedure irregolari, anche attraverso la scelta dei soci privati del Cev.
I magistrati viterbesi aprirono un voluminoso fascicolo. In 38 finirono nel registro degli indagati (ora 37, dopo la morte dell’ex amministratore delegato del Cev Roberto Leone). Tra questi, alcuni membri della vecchia giunta comunale, come gli ex assessori come Mauro Rotelli, Antonio Fracassini e Giovanni Arena. Ma anche liberi professionisti e dirigenti comunali, tra cui Paolo Izzi, Mario Rossi e l’ex comandante della polizia locale Alfredo Matteucci. Passando, ovviamente, per i vertici del Cev.
All’inchiesta della Procura viterbese seguì quella parallela della Corte dei conti, che coinvolse 16 uomini dell’amministrazione Gabbianelli compreso l’ex sindaco, 14 dei quali già indagati dai pm viterbesi. La magistratura contabile li condannò a pagare oltre tre milioni di euro, a fronte del danno erariale valutato dalle fiamme gialle per almeno quattro milioni in più. E’ di pochi giorni fa la notizia riguardante il risarcimento dovuto dall’assessore alle Attività produttive Paolo Muroni. Condannato in primis dalla Corte dei conti a rimborsare il Comune per 20mila euro, Muroni dovrà ora versarne 190mila. Tutto per un mero “errore materiale”, come si legge nella sentenza pubblicata lo scorso 19 ottobre.
Intanto, la vicenda è approdata dalle indagini in tribunale. L’udienza preliminare si è conclusa col rinvio a giudizio di 34 accusati su 37, il 24 ottobre scorso. Dei restanti tre, due sono stati processati con rito abbreviato e assolti. Il terzo è l’ex dirigente comunale Giancarlo Maria Manetti, accusato solo di uno specifico caso di abuso di ufficio per il quale è stato dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
Non luogo a procedere anche per Giancarlo Gabbianelli, Attilio Moretti, Paolo Izzi e Mario Rossi, ma solo per alcuni singoli casi di abuso d’ufficio, prescritti perché trascorsi più di sette anni dalla presunta commissione del reato.
Formalmente, i rinvii a giudizio sarebbero 35: il certificato di morte di Leone non è mai stato depositato e l’ex amministratore delegato del Cev figura comunque tra gli imputati, benché deceduto.
Ieri, il sindaco Marini ha annunciato la costituzione di parte civile del Comune. Oggi la prima udienza del dibattimento, che servirà solo ad ammettere le prove e incardinare il processo. Anche se c’è già chi pronostica un rinvio per notifiche mancanti o sbagliate…
Gli imputati
1) Giancarlo Gabbianelli
2) Maurizio Guerrini
3) Giuseppe Quatrini
4) Armando Balducci
5) Amedeo Orsolini
6) Attilio Moretti
7) Mauro Di Stefano
8 ) Paolo Izzi
9) Stefano Menghini
10) Romolo Massimo Rossetti
11) Alfredo Matteucci
12) Mauro Rotelli
13) Giovanni Maria Arena
14) Antonio Fracassini
15) Paolo Muroni
16) Alberto Ciorba
17) Veruska Cortese
18) Daniele Cortese
19) Mauro Salcini
20) Manuela Salcini
21) Mario Rossi
22) Claudio Ciucciarelli
23) Gianluca Bertolino
24) Luigi Todaro
25) Massimiliano Assettati
26) Giuseppe Pesci
27) Moreno Marone
28) Mugalan Milange Jayatilake
29) Marco Maria Bracaglia
30) Maurizio Tofani
31) Sandro Zucchi
32) Giorgio Falcioni
33) Luigi Taddeucci
34) Marina Morelli
35) Roberto Leone (deceduto)
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