Operazione Genio e sregolatezza - Sette arrestati su tredici davanti al tribunale della libertà - Gli altri convocati per il 14
 Operazione Genio e sregolatezza, la perquisizione della forestale negli uffici del Genio civile |
 Gli uomini della forestale |
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(s.m.) – Tornano davanti al Riesame gli arrestati di appaltopoli.
Per almeno sette dei tredici finiti in manette nell’operazione “Genio e sregolatezza” oggi sarà il giorno della verità.
Davanti ai giudici romani compariranno l’assessore di Graffignano Luciano Cardoni e gli imprenditori Giuliano Bilancini, Roberto Tomassetti, Angelo Anselmi, Marcello Rossi, Fabrizio Giraldo e Luca Amedeo Girotti. Tutti già presentatisi il mese scorso davanti al tribunale del Riesame, che li aveva rimessi in libertà per un vizio formale: l’ordinanza del gip di Viterbo, copiata e incollata dalle richieste dei pm.
Solo Bilancini farà il suo primo ingresso al tribunale della libertà. L’imprenditore, del resto, è l’unica new entry della seconda raffica di arresti. Gli altri dodici erano già finiti dentro il 23 ottobre scorso, al primo blitz della forestale, che svelò una presunta cricca degli appalti nella Tuscia che avrebbe truccato qualcosa come 26 gare.
Restano in attesa gli imprenditori Daniela e Gianfranco Chiavarino, il sindaco di Graffignano Adriano Santori e i funzionari del Genio civile Roberto Lanzi e Gabriela Annesi, tutti convocati per venerdì 14.
Anche stavolta, quasi sicuramente, i pm D’Arma e Tucci andranno di persona a dire ai giudici per quale motivo gli arrestati devono rimanere in carcere o ai domiciliari. E anche stavolta, tra le difese, serpeggia la speranza di strappare la scarcerazione di massa.
La seconda ordinanza del gip Franca Marinelli, in effetti, assomiglia molto alla prima e, ancor di più, alle richieste dei magistrati titolari dell’inchiesta, Stefano D’Arma e Fabrizio Tucci.
Gli avvocati, con tutta probabilità, batteranno di nuovo su quel nervo scoperto, smontando le esigenze cautelari decantate dai pm: inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Per le difese non hanno ragione di esistere, dato che alcuni degli arrestati hanno rinunciato ai loro incarichi professionali. Ma c’è dell’altro che gli avvocati non svelano. Altri presunti vizi della nuova ordinanza che i legali solleveranno solo stamattina davanti al collegio del tribunale della libertà.
Sempre quello presieduto dal giudice La Viola, che ha scarcerato tutti e dodici il mese scorso. Il collegio conosce troppo bene il fascicolo per riservarsi e pronunciarsi dopo giorni. La decisione, probabilmente, arriverà entro oggi. In caso contrario, non sarebbe un buon segno per i difensori.
La procura, intanto, non contenta della revoca dei domiciliari concessa dal gip agli imprenditori Anselmi, Rossi e Stefano Nicolai ha fatto appello. Il tribunale della libertà dovrà pronunciarsi anche su questo. Ma non è questione di giorni. E in ogni caso, è solo una schermaglia di principio: se anche l’appello fosse accolto, alle difese resterebbe la Cassazione. Nel frattempo passerebbero mesi e mesi. In parole povere Rossi, Anselmi e Nicolai non hanno nulla da temere: il ricorso della procura non li farà tornare ai domiciliari.
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