– Prezzi scontati, anzi scontatissimi a chiunque decideva di sottoscrivere una finanziaria come pagamento dei lavori odontoiatrici.
E’ la tecnica che continua ad emergere all’ascolto dei tantissimi ex clienti di Gianfranco Fiorita, il dentista accusato di appropriazione indebita aggravata che ha fatto perdere ogni sua traccia il 14 ottobre del 2010.
Ieri pomeriggio è continua la sfilata dei testimoni, quasi tutti anche “vittime” del professionista difeso dall’avvocato Roberto Alabiso, di fronte al giudice Eugenio Turco.
“Aveva preventivato un lavoro di 10mila euro – spiega una signora in aula – ma poi mi ha consigliato di pagare tramite una finanziaria. Così la cifra si sarebbe abbassata di molto arrivando a toccare i 6500 euro al massimo. Io ovviamente ho accettato per risparmiare. I soldi sono arrivati direttamente sul suo conto e io ho iniziato a pagare le rate. Sono arrivata a spendere fino a circa 4000 euro, poi Fiorita è sparito e io ho smesso. Il problema ai miei denti, però, non è stato risolto del tutto, anzi, mi ha causato anche dei problemi”.
Non è l’unico caso che il dentista offre uno sconto con le finanziarie. “A me – racconta un altro signore – aveva fatto prima un preventivo di 11mila euro che sono poi scesi a 7000 con la finanziaria. Alle pratica ci ha pensato lui fornendomi dei moduli prestampati da compilare. In poche ore, meno di un giorno, era già tutto fatto”.
Ad un’altra persona, sempre proponendo la formula del finanziamento, Fiorita avrebbe anche proposto delle polizze assicurative sanitarie che avrebbero, nel lungo termine, garantito delle agevolazioni. “Con una spesa di 14mila euro – ha spiegato un ragazzo al giudice – il dentista mi fece acquistare due polizze sanitarie più dei lavori ai denti di cui avevo bisogno. Anche io in quel caso mi servii di una finanziaria. I soldi arrivarono sul mio conto corrente e poi con un assegno circolare li ho girati a lui il giorno stesso”.
In alcuni casi, le finanziarie erano utilizzate per coprire solo parte del totale. “Io conoscevo Gianfranco da molti anni – racconta un altro signore – perché abitavamo nello stesso quartiere e poi mi ci servivo per le cure dentistiche. Per otto impianti nella mia bocca e un apparecchio a mia figlia mi chiese 6400 euro, 5000 attraverso la finanziaria e il resto in contanti volta per volta durante i trattamenti periodici. Di quel totale ho pagato 3200 euro, poi, quando è sparito ho smesso di versare soldi”.
Il giudice dopo l’ascolto di dodici testimoni delle parti civili ha aggiornato l’udienza al 23 ottobre, giorno in cui dovrebbe chiudersi l’istruttoria relativa all’accusa. Poi si passerà ai testimoni della difesa.
Francesca Buzzi
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