Macchina del fango - Caso Lusi - Poche e limpide domande per chiarire
di Carlo Galeotti
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 Ugo Sposetti |
– Senatore della Repubblica Ugo Sposetti, perché non risponde?
Abbiamo tentato nei giorni scorsi di farle alcune domande ma per ora non abbiamo risposta. Le domande sono semplici e non particolarmente insidiose. Ci stupisce quindi che lei, senatore del Pd, che di solito risponde pane al pane e vino al vino, non dia seguito alle nostre domande. Certamente non siamo Giuseppe Cruciani della Zanzara, dove lei gigioneggia spesso, ma insomma qualche piccola risposta che le costa? Almeno per rispetto dei 35mila nostri lettori quotidiani, parte dei quali sono anche suoi elettori.
Intanto ricordiamo da dove si parte. Si parte dalla informativa riepilogativa degli investigatori della polstrada inerente l’inchiesta sulla macchina del fango viterbese. Inchiesta coordinata dal pm Massimiliano Siddi. Per quel che abbiamo potuto osservare gli investigatori della polstrada sono apparsi precisi ed efficaci in un’inchiesta particolarmente complessa, perché, se le tesi della Procura verranno provate, ci si troverebbe di fronte a un vero e proprio sistema criminale con indulgenze e amicizie in diversi mondi: dalla politica, a uomini delle forze dell’ordine, a professionisti vari e imprenditori. Un sistema, che sempre che siano vere le tesi accusatorie, ha tenuto sotto ricatto un’intera provincia, ma che sarebbe andato ben oltre. Rivolgendo le sue attenzioni a livello regionale e nazionale.
Un sistema che, come in altre parti d’Italia, per un numero non irrisorio di cittadini della Repubblica, ha portato alla sospensione dello stato di diritto. Ma ora sembra ci sia un giudice a Berlino.
Insomma una situazione a dir poco grave, sempre che tutto venga dimostrato. Pesantissimo comunque, per chi voleva vedere, era il clima instaurato nella Tuscia da una serie di soggetti. Soggetti che spiegavano o millantavano, anche pubblicamente, di poter influenzare indagini, verifiche fiscali, controlli di tutti i tipi. E che spesso sapevano cose che non dovevano conoscere, anche prive di valore, ma che facevano scena. Una situazione orwelliana.
Fu proprio lei senatore – ricorda? – a parlare di un “grigio sistema di alleanze e potere” in riferimento a una serie di inchieste e in occasione di questa ultima sulla macchina del fango.
Ma torniamo a bomba: cosa hanno scritto gli investigatori? Cose semplici. Ecco alcuni stralci.
“Si dà atto altresì che, nel corso dell’attività di ascolto dell’utenza in uso all’indagato Paolo Gianlorenzo, è stato accertato che questi intrattiene rapporti con il senatore Ugo Sposetti. In particolare, in alcune telefonate, si apprende che l’onorevole Sposetti è in possesso di un dossier che riguarda la vicenda Lusi del partito della Margherita. Tale circostanza trova riscontro in alcune telefonate successive intercorse con il giornalista Gianmarco Chiocchi, collaboratore del quotidiano nazionale Il giornale, al quale Gianlorenzo propone del materiale relativo a tale vicenda, asserendo che gli è stato fornito dal senatore Ugo Sposetti”.
L’informativa continua.
“AI fine di pubblicare un articolo in merito alla vicenda, Gianmarco Chiocchi chiede all’indagato d’intermediare con il senatore per stabilire un incontro.
Il giorno 11 marzo 2012 Paolo Gianlorenzo chiama Gianmarco Chiocchi: l’indagato riferisce che il mercoledì successivo entrerà in possesso di tutta la documentazione relativa alla vicenda Lusi e, nel contempo, specifica che il senatore (Sposetti) ha mostrato delle perplessità ad incontrare il giornalista poiché vuole rimanere “nell’ombra”.
Poi ci sarebbero stati, sempre secondo gli investigatori naturalmente, due incontri. Il primo lo stesso giorno.
“Si fa notare – continua l’informativa – che in data 11 marzo 2012, Paolo Gianlorenzo incontra il senatore Ugo Sposetti in un bar sito in via Carlo Cattaneo a Viterbo. Durante tale incontro, Paolo Gianlorenzo chiama Gianfranco Chiocchi nel contesto della quale, in ambientale, si sente la voce del senatore Ugo Sposetti”. Questo sempre in base alle indagini degli uomini della polstrada.
Poi il secondo incontro, dicono gli investigatori.
“La documentazione relativa alla vicenda Lusi verrà, verosimilmente, consegnata a Paolo Gianlorenzo dal senatore Ugo Sposetti in data 15 marzo 2012. Infatti, In tale giorno, i due si incontrano nei pressi del Parlamento”.
Fin qui quanto scritto dagli uomini della polstrada. Ovviamente il beneficio del dubbio non può non esserci. Questi sono documenti comunque di parte. Anche se va detto che in alcuni casi non si tratta di frasi riportate da terzi, ma di incontri che sembrano essere stati verificati.
Documenti che però fanno sorgere qualche domanda squisitamente politica e deontologica. Lei è vissuto di politica e ricopre da molti anni ruoli di primissimo piano sia nel suo partito che nelle istituzioni e non le dobbiamo spiegare che lei è tenuto moralmente e politicamente a rispondere. Lo deve ai cittadini che pagano le tasse, tasse con le quali viene remunerato giustamente anche il suo lavoro di senatore e politico. Le fa onore che lei sia tra i pochi che sostiene apertamente il finanziamento dei partiti.
Ecco le semplici domande.
Lei aveva rapporti con Paolo Gianlorenzo, direttore di un piccolo foglio locale con poche centinaia di lettori che si collocava nell’area di destra? Perché?
Che tipo di rapporti intratteneva?
Sono veri gli incontri tra lei e Gianlorenzo di cui si parla nell’informativa degli investigatori?
Se veri, a cosa erano dovuti?
Lei è in possesso o è stato in possesso di un dossier su Lusi, il tesoriere delle Margherita?
Ha consegnato il dossier a Gianlorenzo per poi darlo a un giornalista del Giornale?
Tutta questa storia è una invenzione di Gianlorenzo che ha millantato chissà che cosa?
Quello che affermano gli investigatori, in sostanza, è vero, falso o frutto di una serie di fraintendimenti?
Tenga conto che il materiale relativo a questa vicenda è stato stralciato, visto che nei documenti vi sono elementi di interesse investigativo per l’autorità giudiziaria di Roma in relazione al procedimento noto come Caso Lusi. Insomma è stato inviato a Roma.
Ora aspettiamo le sue risposte. I lettori poi valuteranno sia che lei risponda che non risponda. Ovviamente.
Carlo Galeotti
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