Viterbo – (s.m.) – “Persona priva di remore nello svolgere le sue attività illecite a ritmo continuo”.
Così il gip Francesco Rigato descrive il giornalista Paolo Gianlorenzo. Gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della stradale sono andati a prenderlo ieri mattina a casa: in mano, avevano un ordine di cattura firmato dal gip e richiesto dal pm Massimiliano Siddi.
Estorsione. Ma anche violenza privata. Minacce. Calunnia.
Tutto scritto nelle 38 pagine di ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata da Rigato che almeno una volta aveva respinto la richiesta d’arresto. Due mesi e mezzo fa, infatti, era diverso: a parte l’episodio Berlusconi, raccontato dal coindagato Samuele De Santis (ex avvocato di Gianlorenzo), nessun reato nuovo era contestato al giornalista, che per le presunte estorsioni in concorso col suo ex difensore restava a piede libero.
Oggi, invece, il quadro probatorio si è arricchito di fatti nuovi, come la denuncia della moglie di Francesco Battistoni, ex capogruppo regionale Pdl e bersaglio numero uno dei violenti attacchi stampa di Gianlorenzo.
In due inchieste su tre che vedono coinvolto il giornalista, Battistoni è parte offesa. In questo caso, invece, sarebbe stata la moglie a subire le provocazioni di Gianlorenzo. Proprio per evitarle al marito, andava lei ad accompagnare il figlio alla scuola Vanni. La stessa frequentata dai figli del giornalista che, quando incontrava la signora, le bloccava il passaggio, piazzandosi in cima alla scalinata d’uscita e fissandola con aria di sfida. Fino alle minacce esplicite come la frase “Vedrai che ti succede…”. “Emerge in modo chiaro – scrive il gip – che la persona offesa nell’esporre i fatti non è stata mossa da sentimenti di rivalsa o di astio nei confronti di Gianlorenzo, ma piuttosto dalla paura”.
Del resto, nell’ordinanza si parla di un “clima di intimidazione” creato anche attraverso gli articoli che avrebbe scritto sul suo sito.
Quello che per l’avvocato del giornalista, Carlo Taormina, è un “fatterello da quattro soldi”, è valutato dal giudice come “un episodio inquietante”. E non è l’unico. Della presunta calunnia agli agenti della stradale, accusati da Gianlorenzo di aver manomesso il suo fascicolo, il gip scrive che “denota una spiccata spregiudicatezza dell’indagato, che non tralascia nulla pur di costruirsi una strada che possa in seguito garantirgli l’impunità, anche grazie al discredito che cerca di gettare sul prossimo e, in particolare, su appartenenti delle forze dell’ordine”.
Gli si riconosce “un’indubbia proclività a delinquere”, “modalità di agire spregiudicate” e “una marcata pericolosità sociale”. “Gianlorenzo è persona dedita alle condotte estorsive”, conclude il gip. Lo dimostrerebbe anche l’intercettazione con un collega della redazione, cui chiede se conosce “un imprenditore che gli potemo leva’ un po’ de soldi”. Fatti che, a detta del giudice, rendono il carcere “l’unica misura” possibile per Gianlorenzo.
Ieri pomeriggio, il suo avvocato Franco Taurchini è andato a trovarlo a Mammagialla dove divide la cella con un altro detenuto. “Non riesce a credere a quello che è successo”, afferma il legale, in codifesa con Taormina. L’interrogatorio di garanzia è fissato per lunedì. L’avvocato preannuncia che il giornalista parlerà.
I colleghi, intanto, portano avanti il sito web fino a ieri diretto da Gianlorenzo. In prima pagina, ieri sera, una sorta di editoriale in cui i redattori prendono le difese del direttore, vittima di una “giustizia in mano al potere”.
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