Viterbo – Cocaina e furti, in undici alla sbarra.
E’ partito ieri mattina il processo “Drago” bis, dall’omonima operazione dei carabinieri da quaranta arresti.
Per i reati più gravi, il dibattimento si era già aperto il mese scorso: usura, estorsioni, traffico di anabolizzanti, sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale. Attività che sarebbero servite a finanziare l’acquisto di cocaina, business principale del sodalizio capitanato dai fratelli di Soriano nel Cimino Michel e Django Barberio.
Proprio sui furti e sulle numerose cessioni di droga, contestate dal pm Stefano D’Arma, verte il processo iniziato ieri a undici dei quaranta arrestati. Cocaina e marijuana finivano in bar, pub e discoteche di Viterbo e provincia, stando all’articolata indagine dei carabinieri. E nelle intercettazioni, lo stupefacente compariva sotto falso nome.
A volte, nascosto dietro fantasiose perifrasi, come “portare a spasso il cane”, “un tavolo per cena”, “due aperitivi”, “qualche felpa”. Quando poi al telefono parlava Michel Barberio, la cocaina diventava “tatuaggio”. In altri casi “occhiali”, “pneumatici”, “sgabelli”, “bigliettini” e perfino il viterbese “melle”.
200 i grammi di cocaina, hashish e marijuana sequestrati durante il blitz a maggio 2012. Quanto ai furti in negozi e abitazioni, sarebbero contestati a uno dei due fratelli di Soriano e alla compagna.
Alla prima udienza di ieri, pm e avvocati hanno chiesto l’ammissione di documenti e liste di testimoni. I primi quattro saranno ascoltati a febbraio.
Gli altri due filoni della maxi operazione saranno discussi il primo sempre a febbraio, davanti al tribunale collegiale per le accuse più gravi, l’altro davanti a gip e gup per chi ha scelto rito abbreviato o patteggiamento.
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