Viterbo – “Nessun patteggiamento. Andremo avanti fino al processo”.
La difesa di Paolo Gianlorenzo è categorica. L’avvocato Franco Taurchini, che assiste il giornalista insieme al collega Carlo Taormina, smentisce le voci di corridoio circolate nei giorni scorsi.
L’ex direttore di “Nuovo Viterbo oggi” e dell'”Opinione di Viterbo e alto Lazio” non patteggerà. O almeno per ora, non ha preso minimamente in considerazione l’idea.
“Gianlorenzo vuole difendersi al processo – spiega Taurchini -. Si ritiene assolutamente innocente e vuole dimostrarlo, cosa che, certamente, non potrebbe fare con un patteggiamento”.
Il giornalista è deciso ad andare fino in fondo, anche se la strada che porta al processo è lunga. L’inchiesta che lo ha fatto finire in manette è quella per i quattro presunti episodi di estorsione in concorso col suo ex avvocato. Più la calunnia alla polizia stradale e le minacce e la violenza privata alla moglie di Francesco Battistoni. Lunedì per Gianlorenzo sarà il giorno del primo vaglio del tribunale del Riesame: i giudici romani dovranno pronunciarsi sull’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare chiesto dai legali del giornalista. Gianlorenzo, intanto, resta ai domiciliari con altre due incudini sulla testa.
Una è l’inchiesta sulla macchina del fango, chiusa e in attesa delle richieste di rinvio a giudizio. In quel fascicolo, Gianlorenzo è indagato per reati come tentata estorsione, detenzione di arma, appropriazione indebita, falso, tentata concussione e sostituzione di persona. Principalmente, è accusato di aver alimentato sul suo giornale la macchina del fango per Francesco Battistoni, su presunta spinta della sua avversaria politica Angela Birindelli, ex assessore regionale all’Agricoltura. In cambio, Gianlorenzo avrebbe avuto 18mila euro di pubblicità delle iniziative dell’assessorato sul suo quotidiano.
Poi, l’affaire Fiorito: le fatture false attribuite al gruppo regionale Pdl, allora guidato da Battistoni. In questo caso, Gianlorenzo è indagato per diffamazione, mentre Fiorito deve rispondere di calunnia e falso. L’inchiesta è ormai arrivata al rush finale.
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564Informativa GDPR