Viterbo – Felice. Soddisfatto. Alleggerito di un peso che si è portato dietro per anni.
Armando Balducci non potrebbe provare sensazioni diverse, dopo l’assoluzione dal processo d’appello Cev in Corte dei conti.
Per lui è la fine di un ciclo. E anche se un altro continua davanti al tribunale di Viterbo, adesso può affrontarlo con più serenità.
“E’ stata dura – dichiara -. Alla fine di un percorso faticoso e pesante qualcuno ha riconosciuto la mia totale estraneità ai fatti che mi sono stati attribuiti”. Quel qualcuno è la terza sezione giurisdizionale centrale d’appello presieduta da Ignazio De Marco, che ha dato un taglio a tutti i risarcimenti disposti dai giudici di primo grado per il danno erariale seguito agli appalti affidati senza gara.
Qualche numero: 80mila euro, anziché 270mila, per l’ex sindaco di Viterbo Giancarlo Gabbianelli. 244mila euro invece di 902mila per l’ex dirigente dei Lavori pubblici Paolo Izzi. E poi l’assoluzione dell’ex amministratore delegato del Cev Roberto Leone, dell’ex dirigente Maurizio Guerrini e di Balducci. Che prende fiato, dopo aver rischiato di dover versare 120mila euro nelle casse comunali, come disposto dalla prima sentenza.
“Da libero professionista ho cercato di fare del mio meglio per Viterbo. Mi sono dato da fare oltremodo per tirare fuori la città dal suo provincialismo. Risultato reso possibile anche dal lavoro di amministratori validi come Giancarlo Gabbianelli. Ho sempre pensato di lavorare correttamente. E diciamolo: anche bene e in modo professionale. Per tutta risposta sono stato sbattuto senza pietà sui giornali. Oggi posso dire che spero questa aggressione violenta sia finita, ma è stata una cosa fuori dai canoni della vita civile”.
L’architetto Balducci, nativo di Civita Castellana, vive a Roma da sempre. E a Viterbo, dal crack Cev in poi, è tornato sempre meno. “Quelle poche volte che ci sono venuto ho trovato una città regredita di quindici anni. Le sembra migliorata questa città? Da quando siamo usciti noi dall’amministrazione Viterbo è andata indietro, invece che avanti. I risultati che abbiamo ottenuto sono sotto gli occhi di tutti. Qualche merito lo avremo avuto”.
Ora resta il processo penale che, oltre a Balducci e Gabbianelli, vede coinvolte altre 24 persone. L’ex city manager, in quella sede, è imputato anche per associazione a delinquere. L’accusa contesta appalti affidati sempre agli stessi imprenditori: quelli del consorzio di aziende socio del Cev. Affidamenti diretti senza gare a evidenza pubblica all’origine del danno erariale alle casse del comune. Come anche le delibere di ricapitalizzazione della società che, per gli inquirenti, erano spese ingiustificate che Palazzo dei Priori non doveva accollarsi.
Cosimo Alfonso Mastromarino, l’avvocato che ha assistito Balducci e Gabbianelli alla Corte dei conti, è ottimista. Per Gabbianelli resta possibile il ricorso in Cassazione. Mentre il proscioglimento di Balducci è “definitivo e destinato a pesare anche sul processo penale”.
Balducci frena. “Non so quali conseguenze potrà avere questa assoluzione sull’altro processo. Certo è che sono coinvolto senza sapere perché. Quando vengo in udienza, ci vengo per capire che ci sto a fare in quel processo. Io non ho mai avuto una responsabilità diretta sugli atti riguardanti il Cev. Al Cev ci sono stato una volta per dire che le cose non funzionavano. Se questo può essere motivo di imputazione… Ora come ora questa sentenza mi restituisce un po’ di sorriso e posso dire che, come vedete, non c’entravo niente. Il resto si vedrà. Lo scopriremo solo vivendo, come diceva qualcuno…“.
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