Viterbo – (s.m.) – Che sia uccel di bosco da anni non è un mistero. Nel 2010 piantò baracca, burattini, clienti e colleghi per volare in Sudamerica. Ma forse solo oggi di Gianfranco Fiorita si è persa davvero ogni traccia.
Il dentista viterbese fuggito oltreoceano non dà più segni di vita. E’ la prima volta in quattro anni di latitanza. Un silenzio anomalo per il suo avvocato Roberto Alabiso.
“Sono preoccupato – dichiara il legale, che ha seguito civilmente e penalmente la vicenda del dentista -. Ci siamo sempre sentiti regolarmente per email. Ma da circa due mesi non mi risponde”.
Nessuno sa dove si sia nascosto il dentista fuggiasco. Le indagini lo collocano in una zona imprecisata tra Bolivia e Paraguay. Un angolo di paradiso sperduto da cui neppure un mandato di cattura internazionale lo ha riportato indietro. Del resto, perché tornare?
Sulla sua testa pesa un processo per appropriazione indebita aggravata. La procura di Viterbo lo accusa di essersi messo in tasca 659mila 188 euro e 72 centesimi derivanti da anticipi dei clienti e caparre versate per entrare in società con lui nella Dental Action snc. All’appello mancherebbero anche i 23mila euro di biglietti aerei pagati dalla comitiva di odontoiatri pronta a imbarcarsi con Fiorita per uno stage in Bolivia. Ma il dentista partì da solo. Il 14 ottobre 2010 prese un volo diretto in America Latina, mentre i suoi tirocinanti lo aspettavano in aeroporto con le valigie in mano. Ancora peggio è andata ai clienti rimasti con i punti in bocca e i ponti tra i denti. Ma soprattutto, con la zavorra delle rate dei prestiti chieste per pagare gli interventi. Tutto tramite finanziaria, come lo stesso Fiorita consigliava. E poi, ovviamente, i soldi sborsati per cercare un altro dentista, che finisse i lavori lasciati a metà.
Ora sono in 49 a chiedergli i danni. 49 agguerrite parti civili, più un’altra trentina di parti offese, che hanno accettato volentieri di sedersi davanti al giudice per raccontare la loro rabbia al processo. Molti sono anziani.
Non a caso, negli atti d’accusa, il pm Stefano D’Arma scrive che il dentista avrebbe “approfittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o la privata difesa”. Il tutto abusando del “rapporto di prestazione d’opera” tra lui e i clienti, oltreché della loro buona fede.
Fiorita si è difeso come ha potuto. Proprio in una lettera al suo avvocato, ormai risalente a tre anni fa, spiegò di essere fuggito in fretta e con pochi soldi. Costretto a scappare perché minacciato. Ma oggi tutto tace. In due mesi, non una parola. Fatto ancor più strano a un mese esatto dalla prossima udienza.
“Finora l’ho sempre aggiornato sull’andamento del processo – spiega l’avvocato Alabiso -. Ha sempre voluto essere informato e concordare con me la linea difensiva. Ma ora che si avvicina l’udienza non si fa sentire. Non è normale… spero che non gli sia successo qualcosa”.
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