Politica - Elezioni provinciali - E punta il dito, senza nominarlo direttamente, contro l'ex ministro convertito a un frainteso renzismo
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 Giuseppe Fioroni |
 Mauro Mazzola |
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Abbiamo deliberatamente atteso qualche ora prima di esternare alcune nostre considerazioni sul voto; anche per ascoltare gli altri, cosa in politica non sempre così scontata.
Ora, possiamo senz’altro condividere la posizione del segretario provinciale del partito democratico che, con condivisibile soddisfazione, osserva che il significato politico principale di questa elezione è nel risultato del Partito democratico. Un Pd che ha attinto il 46% dei consensi; una percentuale immensamente superiore al numero degli amministratori iscritti al partito e perfettamente sufficiente per assicurare la vittoria di Mazzola anche da sola.
Potremmo aggiungere che abbiamo fatto il tifo per tutti i candidati della lista del Pd (a differenza di altri, che avevano invece due “squadre” per cui tifare), e facciamo i migliori auguri di buon lavoro a tutti.
In particolare, siamo lietissimi dell’ottimo risultato di Gianluca Angelelli, che ci pare rappresenti un ottimo esempio di giovane amministratore, innovativo e trasparente, armonico con la visione della politica che decliniamo dalle prime mozioni Renzi.
Ci dispiace, peraltro, della mancata elezione di Mirco Luzi, che lascia priva di consiglieri un’area di territorio assai importante; mancata elezione da ascriversi di certo a un difetto di visione complessiva della classe dirigente del partito.
Potremmo anche fermarci qui…
Però, anche facendo seguito ad altri nostri contributi al dibattito cogliamo l’occasione per rimarcare la nostra visione della politica e del partito perché, dalla lettura delle analisi che ci precedono, crediamo ce ne sia ulteriormente bisogno. Noi riteniamo superata, perché arretrata di una buona era geologica, la dialettica tra “ex” (ex democristiani, ex comunisti, ex Ds, ex popolari, ex margherita), così come quella tra “moderati” e “duri e puri”.
Tutta roba che è sparita, dal dibattito politico nazionale e del partito, con l’elezione di Matteo Renzi a segretario del Pd, in favore di una nuova sinistra che ascolta, si confronta, ma alla fine decide, si assume le proprie responsabilità e, finalmente, riforma!
La sinistra di cui l’attuale partito democratico è protagonista (Renzi ha eliminato la parola “centro” dall’endiadi centrosinsitra che invece altri continuano ad utilizzare) non è affatto “moderata”. E’ anzi deliberatamente e orgogliosamente una forza politica riformista, europea, che riforma il paese da una posizione bipolare.
Né possiamo permettere che personaggi protagonisti della opposizione al nuovo corso di Matteo Renzi, forse in cerca di un qualche più attuale “riposizionamento”, si permettano ora di interpretare, e addirittura di assumersi la “paternità” del nuovo corso nazionale del partito, che, oltre tutto, abbastanza clamorosamente fraintendono.
E allora noi diciamo chiaro e forte a ciascun cittadino della Tuscia, che l’esperienza, gli obiettivi, il sogno di futuro, incarnato dai comitati Renzi prima e dalle mozioni Renzi e Trani poi (confluiti per la stragrande parte in Piazza democratica), non hanno nulla a che vedere con gli “ex qualcosa”, ne tantomeno con moderati o duri e puri che dir si voglia.
Questo è il partito democratico che vogliamo, questo il percorso politico della segreteria nazionale, questo il punto d’arrivo che perseguiamo per la Tuscia, la terra dove viviamo.
Ché anche la Tuscia deve cambiare verso, ma cambiarlo davvero.
Coordinamento di Piazza democratica
Partito democratico
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