Viterbo – Paolo Gianlorenzo torna in aula.
Inizia oggi un’altra delle udienze preliminari a carico del giornalista viterbese, agli “onori” della cronaca a marzo per gli insulti al collega di “Servizio pubblico” Luca Bertazzoni.
L’ex direttore di “Nuovo Viterbo oggi” comparirà davanti al gup stamattina. Risponde di estorsione insieme all’avvocato Samuele De Santis, per le presunte intimidazioni a due persone (una è l’ex assessore provinciale Paolo Bianchini), prospettandogli il pericolo di finire indagate o arrestate.
Era così che, secondo le indagini del pm Massimiliano Siddi, partite due anni fa, De Santis cercava di ampliare la sua clientela, pescando soprattutto tra politici e imprenditori, sui quali avrebbe iniziato a fare pressione con frasi come “Ti stanno addosso” (gli inquirenti, ndr), per farsi nominare loro avvocato.
De Santis, del resto, aveva strumenti convincenti (o almeno così millantava): vantava “entrature” in procura e sapeva tener buono Paolo Gianlorenzo.
“Oggi uscita soft – scrive De Santis a Bianchini in un messaggio, commentando un articolo uscito sul sito web di Gianlorenzo -. Gianlorenzo non si controlla, però non è pesante. Se vuoi uscire con la cronaca giudiziaria fammi sapere che te la organizzo come si deve”.
Una difesa dipinta come un ‘pacchetto completo’: dall’assistenza legale, alle “entrature” in procura; fino alla “gestione” della cronaca giudiziaria su tutti i giornali (“I giornali li controllo io”, faceva credere De Santis). In realtà l’unico sito web che si prestava alle “uscite giornalistiche soft” sui clienti dell’avvocato era quello di Gianlorenzo.
Secondo il gip Francesco Rigato, il ruolo di Gianlorenzo non è derubricabile a quello di “mera spalla”: De Santis, nella sua affannosa ricerca di nuovi assistiti, si sarebbe fatto forte dei contatti con Gianlorenzo, che “aveva il preciso scopo di incutere ancor più timore nella parte offesa in ragione dei metodi giornalistici non proprio morbidi adottati dallo stesso”. Il coinvolgimento di Gianlorenzo nell’inchiesta sulla macchina del fango è noto: indagati presi di petto sul suo giornale con il paravento del diritto di cronaca e di critica. In realtà, almeno secondo le indagini, Gianlorenzo li attaccava solo per ottenere scopi personali e solo in tal caso mollava la presa. L’ex direttore di “Nuovo Viterbo oggi” lo chiamava “metodo Ciarrapico”.
Oltre all’estorsione in concorso con De Santis, Gianlorenzo risponde anche della calunnia a un poliziotto della stradale e della violenza privata ai danni della moglie dell’attuale vicecoordinatore regionale di Forza Italia Francesco Battistoni. Accusa che lo fece finire in carcere a Mammagialla.
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