Viterbo – Per la seconda volta prende la parola davanti al giudice. La seconda e l’ultima: dopo tre anni di processo, la sentenza per il “dentista ex latitante” Gianfranco Fiorita potrebbe arrivare anche alla prossima udienza a dicembre.
Fiorita non è esattamente di quegli imputati che sfuggono al confronto. Tutt’altro.
Il dentista più ‘odiato’ dai viterbesi (almeno da quelli che ha lasciato con ponti e punti in bocca dopo la sua fuga in Paraguay), dice più volte che, fosse per lui, starebbe “anche fino a mezzanotte a spiegare”. Ma il tribunale non ha tutto questo tempo e, ieri pomeriggio, Fiorita ha dovuto condensare in un paio d’ore i suoi chiarimenti alle 61 persone che ha fatto arrabbiare al punto da volergli batter cassa, tra ex clienti, ex soci e stagisti.
Ieri, in aula, con una calma proverbiale e un gran plico di carte, ha cercato di far capire come il conto da pagare alle parti civili sia inferiore a quei 660mila euro di appropriazione indebita che la procura gli contesta. “Non tutti i clienti hanno pagato per intero i lavori che, partendo, ho lasciato a metà. Solo qualcuno – si giustifica – e quel qualcuno sarà risarcito. Ma ci sono anche molti approfittatori”. Ogni tanto spalanca il suo gran sorriso che indispettisce gli avvocati: “Le persone che ha colpito non ridono”, gli fa notare Andrea Gasbarri, il legale che assiste gli ex soci.
Seduto ad ascoltare il dentista in tribunale senza credere alle sue orecchie, c’è un pensionato che si lamenta coi giornalisti di aver pagato 4mila euro, per poi ritrovarsi con un’infezione in bocca. Ma Fiorita, nell’ottobre 2010, era già scappato in Paraguay. “Non potevo fare altrimenti – ricorda, ancora una volta, il dentista -: avevo gente alle calcagna che mi minacciava. Avevo paura. Dovevo fuggire e sono fuggito con 700 euro, altro che 700mila… Non ho sporto denuncia perché non sarebbe servito”.
E via a ripercorrere la storia della sua Dental Action, società con due giovani dentisti di belle speranze. Gli stessi ai quali, via email, dal Paraguay, tramite avvocati, aveva fatto una proposta: se rinunciavano a trascinarlo in tribunale, avrebbe pagato tutto quello che aveva in sospeso. Loro non ne hanno voluto sapere. E comunque, la trattativa non era fattibile: i conti di Fiorita erano congelati da una procedura esecutiva.
Sul discorso delle finanziarie, lo incalza l’avvocato Paolo Delle Monache che, cliente per cliente, gli chiede a chi ha consigliato la finanziaria per accendere prestiti da restituire poi a rate per pagare le cure dentali: i soldi delle finanziarie finivano sul suo conto. “A volte li consigliavo io, a volte me lo chiedevano i clienti che non riuscivano a pagare in contanti – ha ribattuto il dentista -. C’è anche da dire che ho fatto tanti lavori mastodontici a prezzi stracciati e un sacco di favori”.
Fiume in piena com’è, passare dalla descrizione delle “bocche disastrate dei clienti da curare con urgenza” ai dolci che gli preparavano è un attimo. “Una signora mi riempiva di torte buonissime – dice -. L’ultimo cliente che mi ha avvicinato a Pratogiardino con tono minaccioso, dopo aver ragionato due minuti con me, non ha potuto che ricordare il lavoro accurato che gli avevo fatto. Ci siamo lasciati con lui che mi ha offerto tutto il suo aiuto. Tanto per dire del rapporto che avevo coi miei clienti e che, con qualcuno, ho ancora”.
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564Informativa GDPR