Viterbo - Comune - Crolla la maggioranza - Marini (FI) bacchetta il sindaco e fuga dubbi su possibili accordi con l'opposizione
di Giuseppe Ferlicca
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 Leonardo Michelini e Giulio Marini |
Viterbo – “In due anni e mezzo. Michelini ha perso dieci consiglieri, un’enormità”.
La crisi in comune applicata alla matematica. L’ex sindaco Giulio Marini (FI) fa due conti e il risultato è scontato: centrosinistra bocciato.
“Ora i sette del Pd – spiega Marini – prima gli altri passati all’opposizione, sono il sintomo di un malessere profondo, difficilmente recuperabile”.
Se Marini si fosse trovato al posto del suo successore, avrebbe imboccato una strada diversa.
“Giovedì sera, subito dopo il disastroso consiglio comunale, invece di cacciare l’assessore Andrea Vannini, mi sarei dimesso io.
Avrei evitato tensioni ulteriori. Da quel momento scattavano venti giorni durante i quali tentare di smorzare le tensioni”.
E’ andata diversamente. “Sono volati gli stracci e adesso recuperare è difficilissimo. Le parole sono parole e alcune pronunciate sono state molto pesanti. Arriva Tramontana, ma che può fare? Quanto detto resta e qualcuno dovrà fare una figura di merda”.
Il periodo di vacanze natalizie cade a proposito. “Ci sono giorni di pausa – continua Marini – provassero a sistemare il sistemabile. Ma se il sindaco non dovesse riuscire, prendesse coraggio, dimettendosi. O riesce ad andare avanti o si va a casa”.
Impossibile per il consigliere azzurro, che i sette consiglieri Pd, Serra, Troili, Volpi, Mongiardo, Cappetti, Quintarelli, Frittelli, possano decidere di staccare la spina a Michelini.
“Non vogliono assumersi responsabilità simili”. Però hanno chiesto ai loro assessori di riferimento di trarre le conclusioni del caso. Dimettersi in altre parole.
“Perché non vogliono colpire con la loro mano il primo cittadino. Vogliono mettere carne sulla graticola e poi lasciarla bruciare. In questo Michelini c’è cascato in pieno.
E’ lui l’attore principale di tutta la vicenda. Parlo io essendoci passato, quando mi hanno bocciato il bilancio”.
A chi immagina un possibile aiuto da parte di Marini alla maggioranza: “Ho sentito questa voce, ma siamo matti? Se lo possono scordare. Da questa parte non ci sarà alcun aiuto. Chi mai ci metterebbe la faccia in una situazione simile? Oltre a essere politicamente inaccettabile come scelta”.
Una crisi interna al Partito democratico sta travolgendo il comune. “E’ un’esplosione tutta al loro interno, perché si sovrappongono due ordini di pensiero.
Successe pure a noi nel Pdl, ma oggi le conseguenze sono peggiori. Il solco è talmente ampio, che ci passa un fiume in mezzo”.
Al primo cittadino, Marini attribuisce il non essersi accorto di quanto gli stava avvenendo attorno: “Gli è mancata la giusta sensibilità nel percepire i fatti politici. All’ultimo consiglio comunale non ha capito cosa stava avvenendo. Eppure informazioni ne aveva.
Sapeva che Moderati e riformisti e una parte del Pd avrebbero disertato. Doveva evitare d’esporre il gruppo Pd a una situazione di non ritorno.
Senza contare la gaffe d’avere cacciato in quella situazione, Vannini. L’equilibrio già molto precario, è esploso”.
Risultato, un’amministrazione con il fiato corto. “Qual è la prospettiva? Non a lungo, ma nemmeno a medio termine. Siamo a breve. Stanno provando a mascherare la situazione, ma quanto pensano d’andare avanti?”.
Giuseppe Ferlicca
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