Viterbo – Comunque vada, il processo ricomincerà.
Non c’è altra strada per la vicenda nata dall’operazione “Red Zoll”, sui fratelli Elio e Catia Marchetti, gli imprenditori viterbesi arrestati a luglio 2014 dalla polizia stradale. Accusa: aver messo in piedi un sistema di evasione fiscale milionaria attraverso l’importazione di auto dall’estero, facendole rientrale nel più conveniente regime dell’Iva al margine. Risultato? Prezzi stracciati per chi comprava alla concessionaria “Gold Group” di via della Palazzina. Più convenienti persino dell’andare all’estero a prendere la macchina.
Oggi, nuova udienza, ma il giudice è cambiato. A Eugenio Turco, volato a Belgrado per un incarico internazionale, subentra il giovanissimo Giacomo Autizi, 32 anni, di prima nomina che, proprio per questo, non può ereditare processi derivati da un’udienza preliminare. Non sarebbe il caso del processo ai Marchetti, non comparsi davanti al gup perché la procura ha scelto il giudizio immediato. In caso contrario, l’iter sarebbe stato probabilmente quello normale: chiusura indagini, udienza preliminare, processo.
Con tutta probabilità, quindi, non sarà il giudice Autizi a ereditare il processo, ma il collega della prima udienza utile, cioè Silvia Mattei, che terrebbe udienza domani.
In ogni caso, quale che sia il nuovo giudice, difficilmente la difesa acconsentirà alla lettura degli atti. Vale a dire a lasciare che il processo continui da dove lo si era lasciato, accettando che il magistrato legga tutti i verbali delle testimonianze finora raccolte, senza far tornare in aula chi era già stato ascoltato. Uno stop che, tra l’altro, arriva nel momento più delicato del processo: all’ultima udienza, i periti del tribunale avevano appena iniziato a illustrare la perizia contabile che serviva per accertare l’importo della presunta evasione fiscale.
Adesso è di nuovo tutto in forse.
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