Acquapendente – L’appalto del campo sportivo? Galli proprio non lo vuole. “Io me levo perché sennò mi vedono lì, lì e lì”, dice l’imprenditore all’ex tecnico comunale Friggi.
E’ il 26 settembre del 2014. Fabrizio Galli viene intercettato, nell’ambito dell’operazione Vox Populi, all’interno della propria auto. E’ con Ferrero Friggi, che gli mostra il progetto per la messa in sicurezza del campo sportivo di Acquapendente. Secondo l’accusa, l’ex tecnico comunale sottolinea come questo appalto debba necessariamente andare all’imprenditore Marco Bonamici: ci sono da compensare le spese, da lui sostenute, per la realizzazione di un’opera appaltata alla sua ditta che il comune non sarebbe più intenzionato a completare.
“Questo toccherà fallo fa’ a coso, a Bonamici. Perché c’è un contratto con lui…”, dice Friggi. La scelta è condivisa da Galli: “Me sta bene, so’ pure più contento almeno c’è n’altra ditta che lavora. Io me levo perché sennò mi vedono lì, lì e lì. E dopo c’è il cimitero, il parcheggio…”.
Secondo il gip Stefano Pepe, che il 17 ottobre ha mandato ai domiciliari Galli, Bonamici e Friggi insieme ai funzionari pubblici Vincenzo Palumbo e Giorgio Maggi, in questa intercettazione l’imprenditore Galli si preoccupa perché le sue ditte si starebbero aggiudicando troppi appalti. In ballo, inoltre, ci sarebbero anche le imminenti gare per il cimitero di Acquapendente e il parcheggio interrato. Galli sarebbe più interessato a queste che alla messa in sicurezza del campo sportivo che, per non ‘esporsi’ troppo, preferisce lasciare a Bonamici.
Per il giudice per le indagini preliminari, in questa conversazione “emerge, in tutta la sua evidenza, la gestione illecita dei lavori pubblici da parte di Friggi che pone al servizio di Galli il proprio munus pubblico (ufficio pubblico, ndr), al punto che non c’è decisione che non sia concordata e condivisa dall’imprenditore in un’ottica di spartizione avulsa da ogni rispetto delle procedure pubbliche”. Insomma, Galli avrebbe fatto il bello e cattivo tempo.
A far finire i cinque nei guai con l’accusa, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreti di ufficio, la denuncia dell’imprenditore Mauro Gioacchini. Per il gip, al centro di quello che definisce “un collaudato sistema criminale” ci sarebbero gli imprenditori Galli e Bonamici. I funzionari Friggi, Palumbo e Maggi invece sarebbero stati sempre disponibili a offrire il proprio servizio. All’affidamento dei lavori pubblici, Friggi, ex responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Acquapendente, si sarebbe interessato anche dopo il pensionamento. Avrebbe pilotato il suo successore Palumbo che, mostratosi dispobilibile a ricevere le direttive del predecessore, sarebbe stato consapevolmente coinvolto nell’illecita attività.
Nelle carte, l’influenza di Friggi su Palumbo sarebbe ampiamente documentata. In tal senso e ai fini dell’indagine sarebbe particolarmente emblematico, proprio per capire l’influenza di Friggi su Palumbo, secondo i pm Fabrizio Tucci e Stefano D’Arma, il pranzo del 16 settembre del 2015 in uno degli agriturismi di Galli. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, al pranzo “avrebbero preso parte anche il consigliere regionale Panunzi (non coinvolto nell’inchiesta, ndr) e Friggi. Nei giorni immediatamente successivi, l’ex responsabile dell’ufficio tecnico contatta l’attuale dirigente Palumbo per consigliargli di indire una procedura ‘ristretta’ a inviti e di privilegiare le ditte locali, in quanto non darebbero problemi”, per lavori di messa in sicurezza della scuola elementare Sant’Agostino di Acquapendente.
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