Viterbo – “Più circolazione di denaro e microcredito per le nostre aziende”.
Andre De Simone illustra alcune proposte per sostenere l’economia. I governi cambiano, ma non sembrano cambiare i problemi per le imprese. Per questo, il direttore di Confartigianato lancia un appello per far sì che i timidi segnali di ripresa non si azzerino. Interventi locali e nazionali per incentivare l’intero sistema.
Che anno è stato il 2016?
“Qualche impresa – dice De Simone – registra piccoli miglioramenti, ma è comunque un anno a ribasso che segue ancora la scia di quelli precedenti. Anche a livello macroeconomico, tanti dati che abbiamo sentito, soprattutto nel periodo della campagna elettorale prima del referendum di dicembre, erano “gonfiati” da tanti fattori.
Quando, infatti, si parla di aumento dell’occupazione, si deve tenere conto del Jobs act, che ha determinato non tanto una crescita, ma solo una stabilizzazione di chi prima era precario e che poi è diventato a tempo indeterminato, usufruendo delle agevolazioni contributive.
Lo stesso in riferimento all’aumento di spesa delle famiglie, frutto degli 80 euro del 2014, tirati fuori anche quelli durante un periodo di campagna elettorale.
Provvedimenti, dunque, non di per sé negativi, ma che dipendono da misure adottate dal governo, in particolari situazioni, e non da una crescita del Pil”.
Si aggrava quindi la spesa pubblica.
“Certo, perché tutto quello che da una parte entra, c’è poi il rischio che esca, anche moltiplicato all’ennesima potenza, da un’altra. Dunque, non è tutto oro quello che luccica e tanti incrementi, che sono stati detti, non sono poi come vengono presentati. Il Pil, da noi, aumenta dello “o,” quando ci sono paesi che a livello europeo crescono tanto ed è un fattore che va a pesare”.
Quali altri fattori pesano?
“Il sistema bancario e i tanti grossi gruppi che stanno fallendo e sono in forte difficoltà, nonostante, negli anni, siano stati finanziati dalla comunità europea e abbiano ricevuto misure agevolative. Quei soldi, infatti, non li hanno reinvestiti sul mondo produttivo, quindi hanno creato poco e nulla”.
Anche il nostro territorio risente di tutto ciò?
“Da questo punto di vista, abbiamo un vantaggio, ossia la presenza di banche di credito cooperativo solide che sono le uniche che hanno investito sul Viterbese e che danno i soldi, anche con la collaborazione dei confidi delle associazioni di categoria che sono un eccezionale strumento di sussidiarietà. Così si è riusciti a mantenere un po’ di carburante per le attività produttive”.
Nella Tuscia, quali sono i settori in crisi?
“Resta perennemente in crisi l’edilizia, che ha perso tantissimi posti di lavoro negli ultimi anni, e che, anche se l’economia ripartirà, non sarà più quella dei grandi cantieri di prima. Oggi sono poche le palazzine che crescono in città, anche perché comunque non c’è più propensione a costruire e capacità di investire, visto che gli immobili non si vendono. E’ un’edilizia che viaggia per lo più sulle manutenzioni e le ristrutturazioni, attività per cui serve molto meno personale di quello che veniva impiegato in precedenza. Queste difficoltà tendono a portare in basso tutta l’economia locale”.
Quali comparti invece tengono?
“Sicuramente l’enogastronomia, che ha molte eccellenze, ma anche il manufatturiero e il settore del benessere che cresce”.
Confartigianato quante aziende conta e che aria si respira tra gli imprenditori?
Abbiamo 1500 iscritti e l’umore rispecchia un po’ l’andamento dei settori. Tutti lamentano una difficoltà della circolazione della moneta, perché i soldi girano ancora col freno a mano tirato, sia per il sistema bancario in difficoltà che per i ritardi nel pagamento, sia pubblici che privati”.
Le istituzioni locali cosa dovrebbero fare?
“L’unica rimasta sul territorio è il comune perché la Provincia è stata svuotata nei contenuti. Sulle imprese, i poteri dell’amministrazione comunale sono quelli che sono e cioè limitati e legati magari alla leva fiscale. Per cui, da chiedere, c’è altro e prima che da imprenditori da cittadini. Vorremmo, infatti, una città più pulita e più sicura. Col Caffeina Christmas village, che ha risollevato l’umore degli imprenditori del centro, c’è più ottimismo, però la città è sporca e deve essere valorizzata per sfruttare al meglio il turismo. Un luogo più smart, con parcheggi e servizi efficienti da offrire”.
A livello nazionale, invece, quali i provvedimenti?
“Non credo che questo governo avrà facoltà, tempi e modi di pensarci. E’ stato messo in piedi da questa legge elettorale e durerà fino alla fine della legislatura. Leviamoci dalla testa il voto a primavera, specie perché il prossimo anno ci sono importanti appuntamenti europei a cui non ci potremo presentare in campagna elettorale. Legge elettorale e salvataggio delle banche sono le priorità. Non credo che l’esecutivo muoverà nulla a livello di piccola impresa”.
Come sarà il 2017?
“Il dato di crescita sebbene tendenziale, continuerà, per cui andremo migliorando. E’ fondamentale che ci sia più circolazione di denaro e, da questo punto di vista, come Confartigianato, cercheremo di aiutare i nostri imprenditori col microcredito, che non è come quello del Fondo futuro della Regione Lazio,che scadrà il 15 gennaio, e che tanto doveva risolvere, quando invece era anche meno di quello che era stato stanziato.
Ci presenteremo con una nuova società, Micorcredito italiano, per fare direttamente credito alle imprese, senza volerci sostituire alle banche, ma essendo complementari.
Abbiamo già accordi con istituti locali e saremo noi a erogare fino a 35mila euro alle aziende in piedi da 5 anni o alle nuove start up. Ci possiamo permettere di prestare, grazie alla possibilità del fondo nazionale di garanzia, che ci copre fino all’80 per cento
E’ una riserva in cui ci stanno 40 milioni di euro, di cui 30 presi dal bilancio dello Stato e 10 dal Movimento 5 stelle, che ha rinunciato a compensi e rimborsi elettorali. Una grossa novità che metteremo in campo. E’ giusto farlo – conclude il direttore di Confartigianato -, perché oltre a denunciare, è bene anche essere propositivi e avanzare qualcosa di concreto”.
Paola Pierdomenico
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