Tuscania – Assassinato 83enne – Il capannone sotto sequestro
Tuscania – Assassinato 83enne – I Ris in località Castellaccio
Tuscania – Assassinato 83enne – Il capannone sotto sequestro
Tuscania – Assassinato 83enne – Località Castellaccio
Angelo Gianlorenzo
Tuscania – Omicidio di Tuscania, restano sotto sequestro i mezzi agricoli di Aldo Sassara. Il gip del tribunale di Viterbo, Stefano Pepe, ha respinto la richiesta degli avvocati Marco Valerio Mazzatosta e Danilo Scalabrelli, difensori dell’agricoltore 75enne.
Sassara, unico indagato a piede libero per l’omicidio, è anche il cognato di Angelo Gianlorenzo, l’83enne trovato morto nel suo terreno in località Castellaccio il 14 agosto scorso. Gli attrezzi di Sassara sono sotto sequestro da quel giorno. Il 30 gennaio la difesa ne aveva chiesto il dissequestro perché “senza quei mezzi il 75enne non può lavorare”.
Il sostituto procuratore Massimiliano Siddi, titolare delle indagini, si era opposto alla richiesta. Per il pm su quei mezzi agricoli sono necessari ulteriori accertamenti da parte dei carabinieri e dei Ris di Roma, dopo l’esito negativo delle prime perizie. Per ora la scientifica dell’arma non avrebbe trovato nessuna traccia, nessun Dna e neppure impronte digitali riconducibili a Gianlorenzo sugli attrezzi di Sassara. Ma le indagini sono proseguite, per raccogliere elementi utili. Gli investigatori puntano tutto sui riscontri biologici e da mesi stanno cercando impronte, tracce ematiche e biologiche.
Il dato scientifico sembra essere determinante per la risoluzione del caso. Ma nessuna risposta, almeno per il momento, sarebbe arrivata dai risultati delle analisi dei Ris e da quelle del reparto scientifico dei carabinieri di Viterbo. I primi si sono recati a inizio settembre sulla scena del crimine, per un sopralluogo durato un’ora e mezza. I secondi, a fine agosto, hanno eseguito una serie di perquisizioni. Non solo a casa di Sassara, ma anche di altre persone.
L’agricoltore 75enne è finito nei guai per i cattivi rapporti con la vittima. I due erano in causa per questioni di confini: riguardavano il terreno in cui Gianlorenzo è stato trovato morto e il vicino campo di Sassara. Su di lui sospetti, ma non gravi indizi. Da sempre lo ribadiscono i suoi avvocati.
A ottobre, invece, il sopralluogo dei sub dei carabinieri: hanno passato al setaccio la diga in località San Savino e le zone limitrofe. Gli investigatori erano a caccia dell’arma del delitto, che potrebbe non essere un bastone. O almeno non solo. Gianlorenzo, infatti, non aveva soltanto il cranio fracassato ma anche il torace, con i vestiti strappati e a terra tutto ciò che aveva nelle tasche. L’assassino avrebbe potuto prima colpire l’83enne con un bastone e poi infierire sul cadavere. Oppure ucciderlo direttamente con un’arma più pesante, magari un mezzo agricolo. Eppure sul corpo di Gianlorenzo non sarebbero stati trovati segni di pneumatici. Sembrerebbe il disegno di un omicidio perfetto, con l’arma del delitto introvabile e la scena del crimine pulita. Nessuna traccia, nessuna macchia di sangue, se non nel punto in cui è stato rinvenuto il cadavere.
Il corpo di Gianlorenzo è stato scoperto dal figlio la vigili di Ferragosto, intorno a mezzogiorno. Ma l’anziano sarebbe stato ucciso ore prima, probabilmente di mattina. I carabinieri hanno escluso fin dalla prima ora la rapina degenerata in omicidio. Come la violenza gratuita di un folle sconosciuto. Gli investigatori, infatti, hanno subito avuto il sospetto che la vittima conoscesse l’assassino. Una lite finita in tragedia, in un’isolata zona di campagna dove nessuno ha visto o sentito qualcosa.