Viterbo – L’affondo è duro. Gli avvocati di Casapound attaccano ferocemente la procura e il gip di Viterbo per l’inchiesta sull’aggressione di Vignanello ai danni del 24enne di Vallerano Paolo, pestato e preso a cinghiate nella notte tra l’11 e il 12 febbraio scorsi. Per i difensori “l’attività investigativa della procura è schizofrenica” e “sembrerebbe cavalcare più un afflato etico-sociale che la verifica del reato. Questa deriva popolar-mediatica è più al servizio di un giustizialismo sostitutivo ai presidi sociali, che reale applicazione delle norme processuali”.
Non solo procura. I difensori si scagliano anche contro il gip del tribunale di Viterbo. Il giudice Savina Poli, che il 10 marzo scorso ha firmato l’ordinanza d’arresto che ha fatto finire ai domiciliari Jacopo Polidori, il responsabile di Casapound Cimini ritenuto il “leader dell’azione punitiva”. Per gli avvocati il gip “non può avere un ruolo relegato a mero spettatore delle scelte in autodichia della procura”.
Il duro attacco è nella memoria con cui i difensori si oppongono al giudizio immediato che il pm Stefano d’Arma (titolare delle indagini) sarebbe intenzionato a chiedere per Polidori e il militante Luca Santini, indagato a piede libero. La probabile richiesta di ‘processo subito’ dopo l’interrogatorio di giovedì scorso a cui il pubblico ministero avrebbe voluto sottoporre i due indagati, che hanno però fatto scena muta. “L’interrogatorio – fanno sapere gli avvocati nella memoria – avviene per la necessità di interpellare (Polidori e Santini, ndr) su di un fatto più grave”. Ovvero “contestandogli una nuova imputazione, avvalorata da un nuovo certificato medico depositato” da Paolo.
I difensori di Casapound contro l’interrogatorio. “Le sue modalità appaiono irrituali o comunque in chiara violazione del diritto di difesa: senza un preavviso di deposito della documentazione medica, impedendo agli indagati di valutare le conseguenze delle azioni contestate anche sul piano psichico” della vittima. Per gli avvocati, l’interrogatorio da parte della procura sarebbe stato “solo una formalità per chiedere il giudizio immediato, limitando così il diritto di difesa”.
Gli avvocati di Casapound contro il certificato medico che aggraverebbe le posizioni degli indagati: le lesioni procurate a Paolo sarebbero passate da un’iniziale prognosi di trenta giorni (per la rottura del naso e del dente, e per le escoriazioni sulla schiena) a quarantacinque giorni. “L’aggravamento deriva da una diagnosi di ‘possibile disturbo post traumatico da stress’ (insonnia da stato d’ansia)”. Ma i difensori hanno qualche perplessità. “Il certificato, che permette anche un’indebita quanto gravissima richiesta di giudizio immediato, è degno di qualche dubbio apparendo ‘magicamente’ a maggio. E’ datato 4 maggio 2017, ovvero dopo oltre novanta giorni l’aggressione e ben sessanta dalla fine della precedente degenza. Inoltre la vittima si fa refertare al pronto soccorso e non da un medico privato, come sarebbe stato più normale se tale impulso fosse spontaneo. Il certificato sulla sfera psicologica del 24enne apre una serie di considerazioni anche sulla sua patologia psichica o psicologica, che potrebbe non avere causa dall’aggressione e potrebbe aprire varchi di necessaria verifica sulla attendibilità e sul suo stato mentale anche prima” del pestaggio.
I difensori di Casapound contro l’incidente probatorio su Paolo, chiesto e ottenuto dalla procura. “Un incidente probatorio al limite dell’ammissibilità perché rivelatosi immotivato. La vittima, interrogata dal pubblico ministero, ha negato timore. Timore di qualsiasi sorta: dal denunciare tempestivamente, dal muoversi, dal partecipare a manifestazioni contro la violenza e contro i presunti aggressori, e condividerne pubblicamente post” su Facebook. “Nessuna traccia di insonnia da stato d’ansia, anzi un’elaborazione psicologica libera da ogni condizionamento. Inoltre la parte offesa non denuncia nessun altro episodio successivo all’aggressione”. Il pm Stefano d’Arma, invece, contesta a Polidori anche la tentata violenza privata, ovvero avrebbe impedito al 24enne di manifestare liberamente il proprio pensiero. Con violenze e minacce.
Lunedì scorso gli avvocati Domenico Gorziglia, Samuele De Santis ed Enrico Valentini hanno così chiesto un ulteriore incidente probatorio sulla vittima. Ora sarà il gip Savina Poli a dover decidere.
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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