Viterbo – Una “condanna dura”. Ma gli avvocati Samuele De Santis, Enrico Valentini e Domenico Gorziglia sono comunque “soddisfatti”. I difensori del presidente di Casapound Cimini Jacopo Polidori e del militante Luca Santini, condannati in primo grado a due anni e otto mesi per l’aggressione neofascista di Vignanello, hanno annunciato subito “appello”, dopo la sentenza di ieri del gip del tribunale di Viterbo. “E’ d’obbligo”, dicono dopo un’udienza lunga più di tre ore.
Per il giudice Francesco Rigato, Polidori, 30 anni, e Santini, 18, sono colpevoli di tentata violenza privata e lesioni ai danni di un 24enne di Vallerano. Lesioni semplici, ma aggravate dal concorso, dai futili motivi e dal nesso ideologico. Il gip ha così riconosciuto il movente politico dell’aggressione, come ipotizzato dalla procura fin dalla prima ora. Ma gli avvocati ribattono: “E’ una contraddizione. Il movente o è futile o è politico. Non può essere entrambi, e soprattutto non lo può essere contemporaneamente”.
Tuttavia, all’esito della sentenza di primo grado, il collegio difensivo ritiene “notevolmente ridimensionato l’episodio. Le lesioni – dicono – sono passate da gravissime a lievi. Il gip ha palesemente eliminato le aggravanti più pesanti. Le ferite della vittima non hanno superato i quaranta giorni di prognosi, e la violenza non è stata perpetrata da più di cinque persone. Altro che venti. Mica è stata un’azione militare, ma una sciocchezza. Grossa”.
Nel corso dell’udienza, iniziata in tarda mattinata e finita alle 13,30, il pubblico ministero Stefano D’Arma ha chiesto due anni e otto mesi per Polidori e due anni e due mesi per Santini. I militanti, che processati con rito abbreviato hanno avuto diritto allo sconto di un terzo della pena, non era in aula. A differenza della vittima che, costituita parte civile, tramite il suo avvocato ha chiesto una provvisionale di 90mila euro, ma il giudice l’ha ridotta drasticamente a soli 5mila euro. Il resto dovrà essere quantificato in sede civile.
E’ la notte tra l’11 e il 12 febbraio, a Vignanello. Paolo, 24 anni, di Vallerano, viene picchiato ferocemente all’uscita di una pizzeria, vicino un parco. Una vera e propria “azione punitiva”, per la procura di Viterbo: la vittima è colpevole di aver condiviso su Facebook una vignetta satirica che recitava “Chi mette il parmigiano sulla pasta col tonno non merita rispetto”.
“Fatti i cazzi tuoi, non prendere in giro Casapound” gli urlano tra un pugno e una cinghiata.
Ma ci sarebbe anche un’altra frase sgradita ai militanti: “Chi scappa dalla guerra*, abbandonando genitori, mogli e figli, non merita rispetto. *Tipo il Duce”. Paolo l’aveva pubblicata il 31 gennaio sulla sua bacheca.
Il resto è storia: ai domiciliari finisce Polidori, il 15 marzo. Nel registro degli indagati, Santini e tre minorenni. Tutti di estrema destra. Un’aggressione che gli inquirenti hanno definito fin dalla prima ora come politica. Anche perché la vittima ha parlato chiaro: “Io non ti tocco, ma tu non devi più rompere il cazzo a Casapound”, si sarebbe sentito dire Paolo mentre era già a terra col volto ridotto a una maschera di sangue.
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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