Viterbo – (r.stro.) – Natale nel carcere di Mammagialla per Ermanno Fieno, il 44enne indagato per l’omicidio dei suoi genitori. O di almeno uno di loro. La madre. Rosa Rita Franceschini, 71 anni, trovata cadavere insieme al marito Gianfranco, di ottantatré, nella camera matrimoniale del loro appartamento al secondo piano del civico 26 di via santa Lucia.
Erano entrambi avvolti nel cellophane, fissato con dello scotch all’altezza di collo, fianchi e caviglie. Lui disteso sul letto, lei a terra. Ritrovati senza vita la sera del 13 dicembre, a due settimane dalla morte. Per cause naturali quella di Gianfranco, stando almeno ai primi accertamenti del medico legale che nell’obitorio di san Lazzaro ha eseguito l’autopsia. Ma i dubbi verranno sciolti solo tra sessanta giorni, forse novanta, quando i quesiti posti dalla magistratura, come gli esami tossicologici, troveranno finalmente una risposta. Rosa Rita sarebbe invece stata uccisa, con una raffica di colpi alla testa. Inferti con un attizzatoio da camino mentre era di spalle, vicino al tavolo della cucina. Morti a dodici ore di distanza l’uno dall’altra: il 28 novembre lui, il 29 lei.
Ma perché nessuno, fino al 13 dicembre, si è accorto dell’assenza dei coniugi Fieno? Su questo punto gli avvocati di Ermanno, i legali Samuele De Santis ed Enrico Valentini, sembrerebbero stiano costruendo la loro strategia difensiva. Oltre ad approfondire i rapporti tra il 44enne e i suoi genitori. E quelli con i fratelli, che nel tempo si erano diradati. Strategia difensiva che sembrerebbe partire dall’ultimo impiego stabile di Ermanno in uno studio notarile di Vetralla, da cui sarebbe poi stato allontanato. Fino ad arrivare ai problemi economici della sua famiglia, con la pensione di Gianfranco che qualche anno fa era stata addirittura in parte pignorata e la fornitura di acqua interrotta per il mancato pagamento delle bollette. Tanto che il 44enne ogni giorno faceva avanti e indietro con delle taniche per far fronte alle necessità domestiche.
Gli avvocati De Santis e Valentini continuano a definire il delitto di santa Lucia “un dramma della solitudine. Se, come dalle prime indiscrezioni che escono dall’autopsia, Fieno ha vissuto con i resti dei propri genitori in casa per quindici giorni, evidentemente queste persone erano totalmente invisibili. Gli elementi emersi finora indicano uno stato psicologico particolare in capo all’indagato. E sia noi che i procuratori della Repubblica vorremmo esaminare anche questo aspetto, per verificare la sua salute mentale”. Ovvero la sua capacità di intendere e di volere. “Ma – aggiungono – solo dopo l’eventuale interrogatorio davanti ai magistrati inquirenti”. Per ora Fieno ha sempre fatto scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere sia alle domande del pm che del gip di Imperia. Finora le uniche persone con cui ha parlato sono i suoi difensori, che dopo l’ultimo colloquio durato più di quattro ore hanno riferito che Fieno “non è né un mostro né un matto. La prima cosa che ci ha detto è che quelli in cella non sono i giorni più brutti della sua vita. La situazione è precipitata, ma dietro ci sono vent’anni. C’è un dramma della solitudine, che non è solo la sua”.
Intanto da questa sera Fieno è nel carcere di Mammagialla. Partito in mattinata dal penitenziario di Imperia, dove era rinchiuso dal 15 dicembre dopo che la polizia di frontiera l’ha fermato a Ventimiglia mettendo fine alla fuga che l’avrebbe portato in Francia. E’ arrivato nella casa circondariale di Viterbo dopo sei ore di viaggio. Molto probabilmente passerà il Natale da solo, senza vedere nessuno. Neppure i suoi difensori che, a cause delle festività, sembrerebbe non possano incontrarlo. “Ma – assicurano – andremo a trovarlo nel primo giorno utile”.
E’ certo invece che slitterà almeno a dopo il 26 dicembre il probabile interrogatorio da parte della procura di Viterbo. Così come la conferma della misura cautelare in carcere del gip di via Falcone e Borsellino, dopo il deposito, avvenuto venerdì, della richiesta d’arresto del procuratore Paolo Auriemma e del sostituto Chiara Capezzuto.
Multimedia: video: La testimonianza di una conoscente – I funerali dei coniugi Fieno – Le testimonianze dei vicini – La polizia al lavoro – Trovati morti in casa – Fotocronaca: L’addio a Gianfranco Fieno e Rosa Rita Franceschini – L’arresto di Ermanno Fieno – Delitto di Santa Lucia, la polizia al lavoro – Tragedia in via Santa Lucia – Coppia uccisa in casa
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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