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Delitto di Santa Lucia - Ermanno Fieno parla per quattro ore con i suoi avvocati, a margine dell'udienza davanti al gip che ha disposto l'arresto per duplice omicidio - Una conoscente: "E' andato a fare la spesa la mattina del ritrovamento dei cadaveri"
Sanremo – Delitto di via Santa Lucia – Il fermo di Ermanno Fieno
L’avvocato Enrico Valentini
L’avvocato Samuele De Santis
Viterbo – Delitto di via Santa Lucia – I funerali di Gianfranco Fieno e Rosa Rita Franceschini
Viterbo – Delitto di via Santa Lucia – I funerali dei coniugi Fieno
Imperia – “Avvoca’, come sto? Questi in carcere non sono i giorni più duri della mia vita”. Ed Ermanno Fieno riavvolge il nastro, raccontando ai suoi difensori gli ultimi vent’anni della sua vita. Un racconto duro, intenso. Andato avanti per più di quattro ore tra le mura del carcere di Imperia. “E non siamo arrivati alla fine…”, sottolineano gli avvocati Samuele De Santis ed Enrico Valentini. Quel racconto li ha “scossi”, e lo si sente anche dalla voce. “Ma riavvolgere il nastro è stato necessario – dicono -, perché non è giusto circoscrivere tutto a quest’ultima settimana”. Quella dal tredici dicembre a ieri. Da quando i genitori di Ermanno, Gianfranco e Rosa Rita, sono stati trovati cadavere nel loro appartamento. All’udienza davanti al gip.
“Ci ha raccontato gli ultimi vent’anni della sua vita – rivelano i difensori -, inseriti tutti nel contesto familiare”. I rapporti con la madre e con il padre, con i quali viveva. E quelli con i fratelli, anche se nel tempo si erano diradati. “Sembra che Fieno senta la necessità di parlare – sottolineano gli avvocati De Santis e Valentini -, e non è escluso che prima o poi possa farlo anche davanti agli inquirenti. Ma ha detto che parlerà, se mai lo farà, solo davanti ai magistrati viterbesi che coordinano le indagini”.
Fieno ieri è infatti tornato a fare scena muta davanti al gip di Imperia, che ha emesso l’ordinanza di carcerazione per poi dichiararsi territorialmente incompetente. “E’ stato arrestato per duplice omicidio – dicono i difensori -, ma è ancora tutto in divenire e l’imputazione potrebbe cambiare”. A breve verrà trasferito nel carcere di Mammagialla, e una volta a Viterbo la procura di via Falcone e Borsellino dovrà procedere a una nuova richiesta d’arresto. “Fieno è ancora provato. E’ ancora sotto stress – rivelano gli avvocati -. Ma continua a controllare le sue emozioni. Anche se a fatica”.
Intanto da Viterbo ha tuonato il vescovo Lino Fumagalli. “Chi ha sbagliato comprenda l’errore, cambi e rinnovi la vita”,ha detto dall’ambone della chiesa di santa Maria del Paradiso. E in molti ieri hanno dato l’addio a Gianfranco e Rosa Rita. “Lui, con il suo lavoro nella pubblica amministrazione, ha lasciato il ricordo di un uomo intelligente, capace e buono. Che ha tessuto rapporti di amicizia, fraternità e aiuto – ha ricordato il vescovo -. Lei si è dedicata interamente alla famiglia. E come tutte le mamme ha avuto un’attenzione particolare per i figli più fragili e più deboli. Che a volte ha sostenuto e aiutato, e forse pure coperto nei momenti di difficoltà”.
Anche chi, come la signora Daniela Nardini, conosceva i coniugi Fieno li descrive come “persone distinte, molto riservate e precise. Lui sempre in giacca e cravatta. Di questa tragedia non me ne capacito – ammette -, non me la so spiegare. E dalla mente non riesco a levarmi un’immagine che ho davanti agli occhi da mercoledì, da quando Gianfranco e Rosa sono stati trovati morti. Quel giorno, alle 12 e 15, ho incontrato Ermanno, il figlio, in via Sandro Pertini, con le buste della spesa in mano”.
Raffaele Strocchia
Presunzione di innocenza Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.