Roma – “I 5 stelle vogliono illuminare la scena politica”. Alberto Cozzella, candidato M5s al collegio uninominale Senato, presenta la sua candidatura in vista del voto del 4 marzo. Laureato in giurisprudenza, tra gli incarichi, nel 1998, alla procura generale presso la corte d’appello di Roma ha svolto funzioni di sostituto procuratore generale.
Perché ha deciso di candidarsi?
“Perché – dice Cozzella – essendo stato, per quasi mezzo secolo, esecutore delle leggi vigenti, non sempre del tutto apprezzabili, vorrei cimentarmi in un ambito diverso, partecipando a una possibile azione di rimodulazione di quanto non più rispondente alle esigenze di una giustizia rapida e sicura”.
Quali sono i punti del suo programma?
“Ho appena fatto ingresso nel mondo a Cinque Stelle: è cosa ovvia e logica che io non possa che rifarmi ai 20 punti che costituiscono ol futuro in programma del movimento”
Qual è il tratto distintivo della sua candidatura?
“E’ una candidatura come tutte le altre: mi è stata fatta la proposta di candidarmi sulla scorta delle mie specifiche competenze professionali: evidentemente il Movimento ha ritenuto utile avvalersene; di tanto sono orgoglioso e grato”.
C’è il rischio di una coalizione Renzi-Berlusconi o il futuro politico è ben delineato?
“Il mio è ancora l’occhio di chi vede le cose dall’esterno, come tutti gli altri cittadini, apprendendo la realtà della politica quotidiana dai mezzi di informazione; non vedo nulla di definito e delineato, fatta eccezione per gli intenti dichiarati e manifestati dal Movimento”.
Cosa deve davvero cambiare nel paese?
“Anzitutto, qualcosa nella testa di ciascuno di noi, il nostro modo d’essere, il nostro modo di pensare e di porci di fronte alla società in cui viviamo: dobbiamo capire che governare significa porsi al servizio della comunità e non viceversa; che chi non rispetta la legge non è un furbo, ma un disonesto; e che chi fa il proprio dovere non è uno sciocco ma un cittadino da encomiare e imitare, da prendere a modello; che chi non paga le tasse è disonesto, non intelligente. Soltanto quando saremo entrati in quest’ottica (e ci vorrà tanto tempo) potremo incominciare a cambiare il paese”.
Perché dovrebbero votarla?
“Io non pretendo nulla; mi sono soltanto proposto; sono uno che ha dignitosamente lavorato (in vario modo) per molto più di mezzo secolo e che ha accumulato tanta esperienza, traendola dagli intensi studi di tutta una vita, riversati nella pratica quotidiana, sociale e familiare”.
Coma valuta questa campagna elettorale?
“Sono alquanto soddisfatto, sia in linea generale che per quanto mi riguarda: fino ad ora è stata una “campagna” alquanto serena, senza toni sguaiati o aggressivi. E questo mi fa piacere, perché rispecchia il mio modo d’essere. Naturalmente, mi riferisco alla campagna elettorale in sede locale; a livello nazionale i toni sono un po’ diversi”.
Coma valuta l’attuale ceto politico?
“Nulla di nuovo sotto le stelle: tutta la storia dell’umanità ha visto il rincorrersi, l’alternarsi e il convivere di personaggi grandi – sia in positivo che in negativo – mediocri o miserevoli. Forse, oggi, il problema è la mancanza di personaggi grandi, capaci di illuminare un popolo. Perciò c’è tanto grigiore e tanta nebbia nella nostra politica. Ma i Cinque Stelle intendono fare un buon lavoro, da elettricisti, per illuminare la scena politica”.
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