Caso Manca - Al vaglio della commissione antimafia le foto del cadavere del medico di Belcolle trovato morto nella sua casa a Viterbo
di Raffaele Strocchia
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 Attilio Manca  Attilio Manca con la madre Angela |
Viterbo – Sono passati quattro anni da quando Servizio Pubblico di Michele Santoro mostrò al mondo intero le foto di Attilio Manca, l’urologo rinvenuto cadavere nel 2004 nel suo appartamento a Viterbo, “così come è stato trovato – spiega il servizio -. Riverso sul letto. Per terra, una pozza di sangue. Il naso sembra deviato, ha una ferita sul polso, ecchimosi e macchie ipostatiche sul corpo. Lo scroto, gonfio, sembra presentare delle lesioni. Ci sono elementi poco chiari – continua Servizio Pubblico -. Quelle ferite sullo scroto e quel naso storto potrebbero raccontare un’altra storia”.
Per la famiglia Manca, il medico è stato ucciso dopo aver visitato e curato il boss della mafia Bernardo Provenzano. Ma questa tesi non ha mai trovato conferme nelle aule di giustizia. Per la magistratura la morte dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) è stata una “tragedia di droga”, e per questo il tribunale di Viterbo ha condannato in primo grado la donna che avrebbe ceduto a Manca l’eroina letale.
Il caso è stato sviscerato anche dalla commissione parlamentare antimafia, secondo la quale “il cadavere (di Attilio Manca) non presentava evidenti segni di aggressione. Nulla, in proposito, veniva rilevato dal medico del 118 né dal medico legale. Neanche dalle fotografie dei rilievi tecnici effettuati dalla polizia scientifica, acquisite agli atti della commissione, si notano lesioni di sorta”.
Nella relazione d’inchiesta, approvata lo scorso 21 febbraio, la commissione presieduta da Rosy Bindi (Pd) scrive che “non sembra possono ravvisarsi segni di legatura alle mani e/o ai piedi. Nelle immagini in cui il cadavere giaceva sul letto, lo scroto non appare anomalo. Solo il giorno dopo, nel corso dell’esame autoptico, è stato possibile rilevare un postumo ingrossamento, spiegabile con fenomeni post mortem. Pure il volto di Manca non presenta palesi lesioni. La foto diffusa e offerta in visione alla commissione durante la missione a Messina che ritrarrebbe il volto di Manca con il setto nasale deviato, in realtà, già da sola consente di pervenire ad altre conclusioni”.
Per la commissione antimafia, “un’analisi attenta della fotografia, anche attraverso un ingrandimento e guardata tenendo conto che ritrae un viso in orizzontale, consente di notare, attraverso il posizionamento delle narici, che la piramide nasale è perfettamente in asse”. La deviazione “è soltanto un effetto ottico causato dalle macchie di sangue e dal loro coagulo – sangue collegato a edema polmonare –. Fermo restando che l’eventuale deformità della piramide potrebbe, in ipotesi, essere giustificata con la compressione del naso per diverse ore sul materasso (Manca, infatti, è stato trovato, riverso sul materasso). Se si guardano le altre fotografie scattate sia nell’appartamento sia l’indomani, durante l’esame autoptico quando il cadavere era stato ripulito dal sangue, si può osservare nitidamente che il naso è assolutamente integro”.
L’autopsia “constatava – spiega la commissione antimafia – la presenza di due segni di agopuntura e un evidente edema polmonare acuto con emorragie alveolari”. Il medico legale, la dottoressa Dalila Ranalletta, integrando la prima relazione, specificherà meglio che “la fuoriuscita di sangue dalla bocca e dal naso dell’urologo era dovuta all’edema polmonare. Edema a sua volta tipico delle morti da overdose di eroina”. “Si concludeva – sottolinea la commissione -, anche in base alle analisi tossicologiche, che Manca era morto ‘in seguito ad assunzione per via endovenosa di un elevato quantitativo di eroina’”. Eroina che sarebbe stata combinata con altre due sostanza: alcol e tranquillanti.
Raffaele Strocchia
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