Tuscania – “Contro di me solo congetture, i veri colpevoli sono altrove. Si è indagato in una direzione sola, non si è tenuto conto di altre piste”.
Parla (tramite i suoi legali) il 76enne Aldo Sassara, l’unico ad essere accusato, da due anni, dell’uccisione del cognato, l’agricoltore 83enne Angelo Gianlorenzo, trovato morto nelle campagne di Tuscania all’ora di pranzo della vigilia di ferragosto del 2016.
“Mere congetture”, dicono i difensori Marco Valerio Mazzatosta e Danilo Scalabrelli. “A distanza di oltre due anni – proseguono i due legali – stiamo ancora qui a ricordare che a carico di Sassara non ci sono prove, né indizi, ma solo una causa civile con la vittima per questioni di proprietà. Il resto sono congetture, tant’è che lo stesso gip Stefano Pepe rigettò la richiesta di misure cautelari avanzata dal pm Massimiliano Siddi”.
A piede libero da sempre, nonostante la grave accusa di avere massacrato di botte l’anziano cognato Angelo Gianlorenzo, ultraottantenne, fino alla morte.
“Il nostro assistito non ha fatto un giorno di arresto e non è nemmeno mai stato sottoposto a fermo, neanche nell’immediatezza. E’ sempre e solo stato indagato a piede libero. Per un reato grave come l’omicidio volontario. E questo perché a suo carico non sono emersi indizi gravi, precisi e concordanti, come ha sottolineato lo stesso giudice Pepe nella sua ordinanza”, sottolineano Mazzatosta e Scalabrelli.
Nel frattempo, a distanza di quasi un anno dalla chiusura delle indagini e dall’invio (a fine ottobre 2017) del 415 bis ad Aldo Sassara – rimasto l’unico indagato per il delitto – non è stata ancora fissata l’udienza preliminare che, in caso di rinvio a giudizio, potrebbe sfociare per il 76enne in un processo davanti alla corte d’assise.
“Il fatto che sia tutto fermo, la dice lunga sulla consistenza delle prove – proseguono i difensori – ma il povero Sassara, intanto, persona stimata e benvoluta da tutti a Tuscania, da due anni si trova sulla graticola, accusato di un omicidio che non ha mai commesso, solo perché è piaciuta la tesi della sua colpevolezza”, proseguono i difensori.
“Fin dal primo giorno – incalzano i legali – si è voluto indagare a tutti i costi in una sola direzione. E questo nonostante la difesa di Sassara abbia fornito spunti diversi, utili agli inquirenti. Spunti dei quali non si è assolutamente tenuto conto, ancorati caparbiamente a quella causa civile tra due cognati che, secondo l’accusa, sarebbe il movente del delitto. Un quadro accusatorio che non sta in piedi, dedotto esclusivamente dalla presenza di una causa civile pendente.Tecnicamente non ci sono altri elementi. A fronte di un omicidio, ci si aspetta almeno un minimo di fumus, invece qui siamo di fronte alla pochezza degli elementi di cui è in possesso la procura”.
“In chiusura, vorremmo evidenziare la grandissima dignità con cui, da due anni a questa parte, Aldo Sassara sopporta il fardello di un’accusa così pesante come l’omicidio volontario. Si tratta di una persone perbene, che, alla sua età, non ha mai creato o avuto problemi con nessuno, è tuttora amato da tutti nel suo paese, dove nemmeno la pesantezza di questa triste vicenda è riuscita a scalfire la sua immagine”.
Silvana Cortignani
– “L’ha ucciso, si è cambiato e ha fatto sparire i vestiti sporchi di sangue…” di Raffaele Strocchia
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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