Viterbo – Bomba contro la macchina di santa Rosa e strage di bimbi dell’asilo, chiesta una perizia psichiatrica per Denis Illarionov, il 24enne incensurato e senza alcun precedente di polizia in carcere dal 12 marzo scorso quando fu arrestato dalla Digos per sospetto terrorismo internazionale su indicazione dell’Fbi.
L’ha chiesta il difensore al termine dell’interrogatorio cui è stato sottoposto l’imputato davanti alla corte d’assise presieduta dal giudice Gaetano Mautone, che scioglierà la riserva alla prossima udienza, fissata per il 30 gennaio. Contrari la pm Chiara Capezzuto e il procuratore capo Paolo Auriemma, secondo i quali, se ci fossero stai motivi per dubitare della sanità mentale del ragazzo, sarebbe stata la stessa procura a disporre una consulenza.
“Non ho chiesto la perizia psichiatrica prima dell’esame dell’imputato perché non volevo influenzare il giudizio dei giurati, ma ci sono elementi per dubitare sulla capacità di intendere e di volere del mio assistito”, ha sottolineato invece l’avvocato Vincenzo Comi, depositando la consulenza di parte affidata a una psicologa che ha visitato in carcere il giovane, imputato di attentato alla pubblica sicurezza e strage.
“Stava sempre chiuso nella sua stanza, tutto il giorno davanti al computer”, ha confermato in aula la madre Alina Illarionova, di 46 anni.
“La sera della Macchina volevo creare panico e confusione”
Durante l’interrogatorio, Illarionov è apparso lucido e consapevole. Vacillando solo sull’attentato al trasporto del 3 settembre 2015. “Volevo creare del panico e della confusione. Ho pensato alla folla che scappa, a cosa avrebbero scritto i giornali il giorno dopo. Non ho pensato alle conseguenze, alla macchina che poteva cadere o alla gente schiacciata dalla folla in fuga”, ha spiegato al procuratore Auriemma, che gli ha fatto notare come in realtà si augurasse ben altro, secondo i messaggi inviati dopo il lancio dell’ordigno ai suoi amici in cui scriveva “pensa che succedeva se glielo mandavo tra le gambe (dei facchini, ndr)”.
“Il periodo dei fumogeni è finito nel 2015”
Il 24enne ha spiegato in aula con estrema naturalezza come i sei chili di nitrato di potassio acquistati tra il 23 dicembre 2014 e l’11 settembre 2015 su internet gli servissero per preparare dei fumogeni: “Era un passatempo, erano facili da preparare e li provavo sotto casa. Si mescola il 60% di nitrato di potassio e il 40% di zucchero, poi si scioglie in una pentola per fare il caramellato, quindi si versa in un cilindro o dentro qualsiasi cosa”.
Alla domanda se anche il cilindro che gli hanno trovato in casa, del peso di mezzo chilo, pieno di monetine ed esplosivo fosse un passatempo, il 24enne ha risposto che, a differenza di quanto dedotto dalla polizia scientifica, non era esplodente: “Era un fumogeno, mi aveva chiesto di riempirlo di sostanza fumogena un mio amico romeno, il tubo lo aveva preparato lui con le monetine. Voleva fare i fumogeni colorati, ma gli era esplosa una pentola, per cui ha chiesto a me”.
Lui avrebbe imparato a confezionare fumogeni coi tutorial di YouTube: “Ma il periodo dei fumogeni si è chiuso nel 2015, il nitrato di potassio che mi avete sequestrato era di allora”.
“La parodia jihadista è famosa su internet”
Non sarebbe dell’Isis il video che Illarionov ha condiviso in cui si insegna come fabbricare un razzo: “E’ opera mia. Ho montato due video insieme. Uno americano, dove c’è un padre al parco col figlio che riempie una bottiglia d’acqua e la fa esplodere. L’altro con immagini di vittime della guerra in Siria. Poi ci ho aggiunto la colonna sonora, con della musica islamica”.
Riguardo agli accessi a siti inneggianti all’Isis: “Su internet, mi capitavano per caso notizie dei ripetuti attentati rivendicati dall’Isis con link ai siti degli estremisti che poi andavo volutamente a guardare. Tutto qui”.
Solo “ironia” i post con le foto degli stragisti, come “il grande che ha beccato gli sbirri di Dallas” o “un altro angelo caduto per gli infedeli” per l’attentatore della pista ciclabile di New York.
Nient’altro che la celia di un anticlericale il nickname “papamaialettoxvi” utilizzato da quando aveva quindici anni e frequentava ancora il ragioneria: “Me lo sono inventato nel 2009 e ho sempre tenuto quel nome sul mio profilo”.
Uno scherzo la foto con la pistola su Instagram e la frase “è ora di ammazzare i bambini dell’asilo”: “La pistola era a pallini, mai avuta una vera arma da fuoco. Se avessi davvero voluto ammazzare dei bambini, avrei avuto tutto il tempo di farlo prima dell’arresto”, ha detto il 24enne.
Quando il procuratore Auriemma ha stigmatizzato gli “scherzi” di Illarionov, l’imputato ha replicato: “Se ho continuato a farli per anni è perché c’era gente che ci si divertiva”. E ancora, confermandosi ateo: “La parodia jihadista è famosa su internet”.
Il processo riprenderà il 30 gennaio.
Silvana Cortignani
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