Tarquinia – “Con il karate è stato amore a prima vista”. Mirko Barreca aveva 5 anni quando è salito per la prima volta sul tatami. Oggi il diciottenne tarquiniese è una delle stelle della nazionale italiana.
“Una passione che mi ha trasmesso papà Carlo, tecnico dell’associazione Fatamorgana Tarquinia – racconta Mirko –. Lui è stato il mio primo allenatore e oggi è il mio primo tifoso che mi segue ovunque”. L’attività agonistica di Mirko inizia a 12 anni, sia nel kata che nel kumite. Il kata è un combattimento immaginario che si esegue da solo o a squadre in composizione prestabilite o libere. Il kumite è un combattimento vero e proprio contro un avversario, indossando le protezioni.
“Mi sono specializzato nel kata – afferma l’azzurro –. In questa disciplina ho ottenuto risultati importanti in Italia e in ambito internazionale”. Tra gli allori più prestigiosi il campionato italiano 2017, nella categoria cadetti, il titolo europeo juniores a Sochi, in Russia, e i due bronzi nella youth league vinti quest’anno. Cui si aggiunge una serie di medaglie conquistate in vari tornei e competizioni italiani e regionali.
Coniugare sport e studio non è facile. “Soprattutto quando si affrontano le trasferte all’estero che ti portano fuori casa per molti giorni se non settimane – dice Mirko –. Fino a oggi ci sono riuscito e tra pochi mesi farò la maturità. Poi spero di entrare nelle Fiamme oro della Polizia di stato per dedicarmi solo alla carriera agonistica. Per ora non penso all’università, ma è un’ipotesi che non escludo”.
Il futuro si chiama infatti olimpiadi. “A Tokyo, tra due anni, non potrò esserci per via dell’età – afferma il karateka tarquiniese – .Voglio partecipare a Parigi 2024. E lavorerò per raggiungere questo obiettivo”. Con Tarquinia ha un forte legame. “La mia città mi ha dato tanto – dichiara Mirko –. Ho sempre sentito l’affetto dei tarquiniesi e in tanti fanno il tifo per me. Una grande soddisfazione”.
Anche perché molti bambini lo considerano un esempio da seguire. “Qualche volta alleno i più piccoli, quando mio padre non può – conclude Mirko –. È una bella emozione stare in mezzo a loro per insegnare karate e trasmettere la mia passione”.
Daniele Aiello Belardinelli
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