Viterbo – Frammenti e abiti di un mondo nuovo che si affacciano sul terzo decennio del secolo in corso. Ieri, nell’oratorio della chiesa di Santa Maria della Verità di don Elio Forti, a Viterbo. Alle sette della sera con l’acqua che, fuori la porta della parrocchia, viene giù a dirotto. Senza tuttavia impedire lo spettacolo che, invece, uno ha avuto di fronte. Per assistere e vedere “tanti frammenti – ha detto don Elio – che diventano un puzzle dove i pezzi si collegano gli uni con gli altri, dove c’è gioia e condivisione. Frammenti di una vita che trova il modo di saper stare insieme”.
“Frammenti”, come l’opera teatrale presentata nella palestra dell’oratorio. Abiti, come quelli dello stilista Nosa, sfilati anch’essi in palestra subito dopo.
Viterbo – Don Elio Forti (al centro)
La serata è stata organizzata dalla parrocchia di Santa Maria della Verità assieme alla cooperativa Medihospes e all’associazione Artestudio. Un centinaio almeno le persone presenti.
Multimedia – Fotogallery: Lo spettacolo teatrale – Gli abiti di Nosa – Video: Frammenti e abiti di un mondo nuovo
Tra i protagonisti anche Delvin Nosakhare Ekhator, in arte Nosa. Stilista ventunenne che ieri ha presentato la sua collezione. Una cinquantina di abiti in tutto. Interpretati da ospiti e operatori del Cas, centro di accoglienza straordinaria, di Viterbo.
“Un modo di ringraziare Viterbo per tutto l’aiuto – ha spiegato Nosa – Ma devo ringraziare anche Dio per l’opportunità che mi ha offerto nella vita. Una vita che non è facile”.
Viterbo – Lo stilista Nosa
Nosa viene dalla Nigeria. Per mesi è stato in Libia. “Prima sotto un ponte – ha raccontato in un articolo pubblicato da Tusciaweb – poi in una piccola camera dove non c’era nulla, nemmeno il letto. Infine in una prigione”. Nosa ha attraversato il deserto e il Mediterraneo. È in Italia dal 2016 ed è un richiedente asilo, ospite del centro d’accoglienza straordinaria al Balletti Palace Hotel di viale Trento.
Abiti che hanno subito attirato l’attenzione di chi era presente. Tant’è che qualcuno li ha già prenotati. Qualcun altro aspetta invece di vedere le foto per farsi un’idea. Tutti si domandavano comunque da dove provenissero le stoffe e se gli abiti erano stati fatti a Viterbo oppure altrove.
Viterbo – Mario David di Medihospes
Da un lato la sfilata, dall’altro, a precederla, lo spettacolo “Frammenti”, firmato dalla cooperativa Medihospes di Mario David e dall’associazione Artestudio di Marco Paparella.
Viterbo – Un abito di Nosa
“Frammenti è un laboratorio teatrale – ha spiegato Paparella -, una prova aperta, ossia un momento in cui lo spettacolo non ha ancora tutta la sua ampiezza narrativa. Una storia che non è fatta solo di parole ma di movimenti. Un incontro per abbattere le barriere linguistiche. Un evento che somiglia a una partita di calcio dove l’azione si porta avanti insieme”.
Viterbo – Marco Paparella di Artestudio
“L’obiettivo della nostra cooperativa – ha poi aggiunto David – è questo, stare insieme, perché siamo tutti uomini e donne, tutti figli di Dio”. “Una comunità che accoglie – ha concluso infine don Elio – e cerca di camminare nella direzione giusta”.
Daniele Camilli
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