Viterbo – Natale con i tuoi un corno. A Pasqua vince sempre il pranzo. E il pomeriggio. Quello in famiglia, che svuota le piazze, lasciandole solo ai turisti. Come a Viterbo, il giorno del Cristo risorto dopo la valanga di processioni del venerdì precedente. Nella città dei papi, la Pasqua è stata al rallentatore.
Viterbo – La Pasqua in città
Ieri, per Viterbo, pare proprio che in giro ci fossero solo i turisti. Neanche tanti. Prevalentemente gruppi con alla testa le guide. Viterbesi avvistati soltanto la mattina alle colazioni di Fontana grande e Pianoscarano. Appuntamento mondano. Poi le ipotesi, come un tempo, sono state due. Mare-lago o il pomeriggio a casa, con i figli che, quando è brutto tempo, come è stato, ti chiedono cento volte se domani la scampagnata di pasquetta si fa oppure no.
Viterbo – La Pasqua in città
Il tempo non ha aiutato. Sempre lì, lì, per piovere. In piazza solo le guide con i turisti. Al Colle del duomo, escluse quelle di Archeoares sparpagliate tra museo e palazzo dei papi, a un certo punto c’erano almeno sei guide turistiche contemporaneamente. Nel giro di una manciata di metri quadrati. Ognuna a raccontare una cosa diversa. Poi tutti, comunque sia, a vedere il museo e le opere d’arte conservate a palazzo dei papi, gestiti dalla società Archeoares che anche questo fine settimana di Pasqua ha fatto il tutto esaurito. Anche in tal caso, soprattutto stranieri.
Multimedia – Fotogallery: La Pasqua nella città dei papi – La colazione di Pasqua a Pianoscarano – La colazione in piazza Fontana – Video: “A colazione con la solidarietà”
Bene anche la mostra dedicata ai dinosauri in corso nelle sale dedicate ad Alessandro IV della curia vescovile. In meno di un mese, la mostra si chiude il 12 maggio, la ViterDino eventi di Davide Argentieri e Daniele Mautone hanno portato a vedere pterodattili e megalodonti quasi 10 mila persone.
Viterbo – La Pasqua in città
Per strada la gente comunque si vede, e i turisti vanno anche nei ristoranti, dove si sta bene e mangia pure. Anche se il centro storico, sempre più scarrupato, di certo non aiuta. Via cardinal La Fontaine, ad esempio, che collega il quartiere San Pellegrino con la zona sud della città, è ancora chiusa al traffico e tagliata in due dalle impalcature che sorreggono un palazzo pericolante che sta lì così, ormai, dalla scorsa estate.
Così come non aiuta i turisti l’assenza di un’immagine e un’idea compiute di città da trasmettere all’esterno. E questo lo si avverte anche dalle tante guide in piazza che stanno ad indicare la necessità del turista che viene a Viterbo di voler conoscere più il monumento che la città nel suo insieme. Anche perché la città una sua identità precisa ancora non l’ha saputa definire.
Viterbo – La Pasqua in città
Non aiutano nemmeno l’assenza di eventi e i cinema che dentro le mura non ci sono più. Non aiuta il doppio senso di marcia lungo via San Lorenzo. E le macchine parcheggiate ovunque e un po’ troppo alla come conviene. Una città che, al di là dell’estate e in attesa di San Pellegrino in fiore, in questo periodo ha ancora troppo poco da offrire. E c’è veramente poco da vedere. Inutile fare finta.
I viterbesi arrivano a sera, calando dalle vie laterali al centro. Di ritorno dalle case dei parenti o dal burraco. La Pasqua, così come il Natale, si passa in famiglia. Cascasse il mondo.
Viterbo – La Pasqua in città
Bar e negozi hanno fatto la scelta di restare per lo più chiusi. Monumenti e chiese stanno lì. Chissà se sono aperti oppure no. Si scopre andandoci. E’ Pasqua anche per loro. Commercianti e pubblica amministrazione. E la crisi, ormai endemica e strutturale, dalla quale ci si può soltanto difendere senza avanzare, non permette di pagare altro personale se non quello d’ordinanza.
“Ieri abbiamo lavorato di più. Mattina, pomeriggio, sera. Oggi è più calma”. Si sente dire questo nei pochissimi bar del centro rimasti aperti. “Ieri” era sabato. “Oggi”, Pasqua. Stessa impressione salendo pure sul taxi e chiedendo il punto di vista a chi lo guida.
Viterbo – La Pasqua in città
A movimentare la domenica di Pasqua qui a Viterbo soltanto due cose. I bambini, che quando in città ci sono poche persone, con giochi e assurde acrobazie, si riprendono di prepotenza piazze e vie con i genitori che gli corrono dietro e gli occhi che diventano sei per stargli appresso.
Infine un tizio che ha parcheggiato la macchina all’imbocco di via Cavour ieri mattina. S’è sfrenata, ha tagliato la via in diagonale e preso in pieno altre due macchine. Niente male i danni. Tre pasquette rovinate e il ragazzo che s’è ripreso la macchina, poco più dietro c’era la colazione di piazza Fontana, imbarazzatissimo e con almeno una trentina di persone lì attorno. Che non parlavano d’altro.
Daniele Camilli
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