Condividi:Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
Commerciante assassinato nel suo negozio di via San Luca - Li hanno trovati gli investigatori durante la perquisizione dopo il fermo per omicidio e rapina del 22enne Michael Aaron Pang - Il procuratore capo Paolo Auriemma: "Un ragazzo pericolosissimo, che poteva scappare" - VIDEO
Viterbo – Omicidio in via San Luca – Il ragazzo immortalato dalle telecamere e Norveo Fedeli
Omicidio di San Luca – Il procuratore Paolo Auriemma e il capo della mobile Gian Fabrizio Moschini
Viterbo – La pm Eliana Dolce
Viterbo – Il comandante del nucleo operativo Guglielmo Trombetta
Viterbo – Il capo della squadra mobile Gian Fabrizio Moschini
Viterbo – “Un ragazzo pericolosissimo, che poteva scappare”. Il procuratore capo di Viterbo, Paolo Auriemma, descrive così Michael Aaron Pang, il ragazzo fermato per l’omicidio di Norveo Fedeli, il commerciante di 74 anni ucciso ieri nel suo negozio di via San Luca nel centro storico di Viterbo.
La pm Eliana Dolce, che sta coordinato le indagini, ha emesso un provvedimento di fermo per omicidio volontario e rapina aggravata.
Il presunto omicida di Norveo Fedeli è stato bloccato questa mattina a Capodimonte, dove viveva. I carabinieri lo hanno fermato a meno di 24 ore dal delitto. È un giovane di 22 anni nato in Corea del Sud ma con nazionalità americana e residenza in Kansas. Incensurato, vive in un bed and breakfast del comune sul lago di Bolsena, e la sua stanza è stata perquisita in un’operazione congiunta di polizia e carabinieri. All’interno gli investigatori hanno trovato e sequestrato le sue scarpe e i suoi vestiti, ancora sporche di sangue, e il portafoglio con i documenti della vittima.
Ieri era stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona dell’omicidio. In via San Luca, nel quartiere San Faustino di Viterbo. Indossava un paio di occhiali da sole, un cappellino e una t-shirt blu. L’orologio al polso e al piede, coperta, la scarpa che si era sporcato col sangue della vittima.
Il giovane, dopo essere stato fermato (non ha opposto resistenza), è stato portato nella caserma dei carabinieri di Capodimonte. Interrogato dalla pm Eliana Dolce, che coordina le indagini, si è avvalso della facoltà di non rispondere. In Italia da febbraio, entrato grazie allo spazio Schengen, avrebbe avuto qualche conoscenza sul territorio viterbese.
L’omicidio intorno all’ora di pranzo di ieri. Norveo Fedeli, 74 anni, titolare della jeanseria di via San Luca, è stato ucciso nella sua boutique. Inizialmente gli investigatori hanno ipotizzato un tentativo di rapina finita male. Ma pare che il ragazzo dovesse ritirare dei capi d’abbigliamento dal valore complessivo di 600 euro. Già il 30 aprile e il 2 maggio si era presentato in negozio, pretendendo di non pagare la merce. Ieri, molto probabilmente, ne sarebbe nata una discussione finita in tragedia.
A fare la macabra scoperta la proprietaria del vicino negozio di acconciature che, insospettita dal fatto che la jeanseria di Fedeli fosse ancora aperta dopo le 13, è entrata e ha trovato il corpo del commerciante riverso a terra in una pozza di sangue.
Il 74enne sarebbe stato colpito alla testa con uno sgabello di ferro trovato nella boutique. Nel negozio è stata ritrovata anche una lunga scia di sangue: la vittima, dalla cassa, è stata trascinata dietro un appendiabiti mobile. Forse, per nasconderne il corpo visibile dall’esterno.
Presunzione di innocenza Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.