Montefiascone – Gérard Lutte maestro di speranza. Quella che molti sembrano aver chiuso in un cassetto. “In questo momento difficilissimo che sta attraversando l’Italia – come Lutte stesso ha detto – con il sorgere di movimenti e associazioni a delinquere di stampo fascista che tentano di dividere i poveri”. Ma l’amore per la speranza non muore e sta sempre lì. Dalla parte di sfruttati e oppressi. Per i quali Lutte, belga di nascita ma cittadino del mondo, ha speso un’esistenza intera. Novant’anni di vita. Con un cognome che, tradotto dal francese, significa appunto “lotta”.
Montefiascone – Gérard Lutte
Una battaglia, combattuta casa per casa, quartiere per quartiere, con risultati fondamentali per la democrazia e la dignità di uomini e donne. “Risultati ottenuti – ha spiegato Lutte – perché c’è stata l’unione di tutti senza più badare a etichette di tipo religioso e politico. Perché tutti si sono trovati fraternamente uniti nella lotta”.
Multimedia – Fotogallery: Gérard Lutte all’Ipu di Montefiascone – Video: L’ultima lezione di Gérard Lutte
L’altro ieri, all’Istituto progetto uomo (Ipu) di Montefiascone dove ha insegnato, il suo ultimo intervento. Quello di una vita che ha dato lezione a tutti. Agli studenti, ai docenti, ai potenti. Alla Chiesa, di cui ha fatto parte vestendo l’abito dei salesiani, e allo stato, quando quest’ultimo ha sfruttato. Di fronte a lui, chi lo ha ascoltato e lo ha infine salutato. Portando la propria testimonianza, cantando poi Guantanamera, canzone di lotta latinoamericana. Come quelle di Violeta Parra e Victor Jara. Contro i latifondisti che detenevano la terra. Quella degli altri. Canzone simbolo della Cuba rivoluzionaria, castrista e guevarista, che rivoleva indietro la base di Guantanamo, su territorio cubano ma sotto controllo americano. Guantanamera. Aguantar la mela. Riprendersi tutto. La dignità, il rispetto, la vita.
Montefiascone – L’ultima lezione di Gérard Lutte
La missione di Lutte. Educare gli sfruttati ad essere protagonisti della loro vita e agenti del cambiamento sociale.
L’eredità che lascia all’Ipu. E a tutti. “Continuare – come ha detto agli studenti – a dare agli emarginati il senso della loro dignità e della loro importanza. Dell’importanza di essere uniti per fare del nostro paese, dell’Europa e del mondo una comunità unita nell’amicizia e nell’uguaglianza”.
Montefiascone – L’ultima lezione di Gérard Lutte
Gérard Lutte, è stato ordinario di psicologia dello sviluppo all’università “La Sapienza” di Roma, e ha unito insegnamento e ricerca con il lavoro al fianco di giovani che si organizzano per uscire dalla marginalità. Con l’obiettivo di costruire una psicologia organica alle lotte di liberazione.
Montefiascone – Gérard Lutte negli anni ’70
Gérard Lutte ha combattuto con i giovani delle baraccopoli di Prato Rotondo e della Magliana di Roma dove ha fondato con gruppi di volontari, un dopo scuola e una scuola serale. L’istruzione come mezzo di presa di coscienza e liberazione degli sfruttati. Ha fatto poi ricerche partecipative con gli abitanti di quartieri popolari, delle comunità cristiane di base, di lavoratori di America Latina, Africa, Asia ed Europa, con i sandinisti in Nicaragua e con ragazze e ragazzi di strada in Guatemala.
Erano gli anni ’70 del secolo scorso. Drammatici e formidabili. Con il socialismo che sembrava un universo in espansione, lotte di liberazione ovunque. Anni di piombo e conquista di diritti decisivi, sebbene da lungo tempo, in Italia, già scritti nella carta costituzionale del paese. Lutte, nelle periferie romane, ha praticato i bisogni, come si diceva allora, in linea con quanto stava accadendo nelle periferie della capitale. Il suo esempio è stato anche quello di don Luigi Di Liegro al centro Giano, altra estrema periferia romana, e del convegno promosso dalla Caritas sui “mali della città”. Un incontro che lanciò la volata, due anni dopo, alla vittoria del partito comunista e delle forze radicali e democratiche. Con il critico d’arte Giulio Carlo Argan primo cittadino di Roma a fare da apripista al viterbese Luigi Petroselli, primo indimenticabile sindaco comunista della città eterna. I primi a lavorare alla riqualificazione delle borgate, percorso conclusosi anni dopo con le giunte di Francesco Rutelli e Walter Veltroni, portando scuole, acqua, luce, riscaldamento. Per fare della città un tutt’uno e al servizio di tutti.
Montefiascone – Rosa Laiso
Seduta accanto a Lutte, Rosa Laiso, sua collaboratrice da oltre vent’anni. Toccherà a lei proseguire l’opera e il lavoro di Gerardo, come più volte lo chiama. “Appoggio e sostengo le iniziative di Gerardo – ha spiegato Laiso – per promuovere la rete di solidarietà Amistrada con le ragazze e i ragazzi di strada. Sono stata sua assistente alla Sapienza e poi all’Ipu. Nel 2008 mi ha affidato completamente il corso di psicologia dello sviluppo all’Istituto progetto uomo, un corso per la liberazione degli adolescenti e giovani, in primis gli stessi studenti. Il mio ruolo è far conoscere il suo modello educativo ispirato ai principi dell’amicizia liberatrice per formare educatori capaci di accompagnare i più emarginati e gli oppressi nel processo di presa di coscienza per trasformarsi da vittime inconsapevoli di un sistema basato sulla disuguaglianza, in protagonisti della loro vita, artefici di un mondo più ugualitario. Mi sento al servizio della straordinaria opera di Gerardo”.
Montefiascone – Gérard Lutte
Infine Lutte è stato un luminare. Il suo nome verrà scritto a fianco a quelli di Karl Jaspers, Eugène Minkowski, Ludwig Binswanger, Michel Foucault ed Erving Goffman. “Sopprimere l’adolescenza?” e “Psicologia degli adolescenti e dei giovani” sono testi decisivi, un punto di riferimento assoluto, che gli sono valsi la cattedra di psicologia dell’età evolutiva alla Sapienza di Roma. Accanto idealmente a Giovanni Jervis, e Franco Basaglia, che trasformarono radicalmente e per sempre la disciplina psichiatrica in Italia.
L’adolescenza come condizione di marginalità e di subalternità, invenzione del sistema capitalistico. A partire da questa convinzione Gerard Lutte considera le diverse teorie della gioventù come spiegazioni ideologiche. Uno strumento per giustificare l’emarginazione subita dai giovani e a ostacolare le loro pratiche di liberazione.
Lutte ha salutato tutti. Tornerà probabilmente in Guatemala. “Hombre sincero. De donde crecen las palmas”.
Daniele Camilli
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