Viterbo – Questa è la storia, signori e signore. “La storia siamo noi”. Una chiesa, quella di San Lazzaro al cimitero di Viterbo, dove, fianco a fianco, stanno cattolici, protestanti e musulmani. Occidente, Africa e mondo arabo. Studenti e lavoratori. La scuola e la vita in strada, oppure su un cantiere. Insieme a loro il sindaco della città, Giovanni Arena, e una rappresentante dell’opposizione in consiglio comunale, Luisa Ciambella. Il professore Aldo Bellocchio.
Seduti, gli uni accanto agli altri. Per il funerale di Joshua Chibueze Anyanwu, il ragazzo annegato nel lago di Bolsena il 2 luglio mentre stava festeggiando la maturità di un suo compagno, Ale-Eddine Larafa che ha fatto di tutto per salvarlo. Insieme a lui tutti gli altri che stavano sul pedalò a Capodimonte, diretti allo scoglione.
Viterbo – I funerali di Joshua Chibueze Anyanwu
Joshua ha unito. Un passo fondamentale verso un futuro ancora ignoto, ma i cui protagonisti sono ben delineati. Le seconde generazioni e i ragazzi delle scuole, le comunità di migranti. I giorni trascorsi da quel giorno in cui Joshua è morto sono stati un passaggio decisivo nella storia della comunità viterbese.
Viterbo – I funerali di Joshua Chibueze Anyanwu – La famiglia di Joshua
“Vorrei giocare a calcio – aveva detto Joshua ai suoi amici qualche giorno prima di andarsene – avere una famiglia e dare ai miei figli tutto quello che io non ho avuto”. Per “essere migliori, migliori rispetto a ieri, che è già passato. Migliori per sé e per gli altri”, come aveva poi scritto su un foglio di quaderno lasciato in un cassetto, recuperato, letto e diffuso dai suo compagni di scuola. La coscienza in sé che, pian piano, ma inevitabilmente, sta diventando anche per sé. Una nuova storia che si affaccia all’orizzonte, pure qui, da queste parti, grazie alla testimonianza, al coraggio e alle scelte di questo piccolo, grande leader morale della comunità viterbese. “I have a dream, a song to sing. To help me cope with anything… the wonder of a fairy tale”. “Ho un sogno, una canzone da cantare. Per aiutarmi a far fronte a qualsiasi cosa… la meraviglia di una fiaba”. Martin Luther King. Un pastore protestante, come quelli che si sono alternati ieri, nella chiesa di San Lazzaro.
Viterbo – I funerali di Joshua Chibueze Anyanwu – Il sindaco Giovanni Arena
“Noi non siamo migliori di qualcuno, non dobbiamo e non abbiamo bisogno di essere migliori di qualcuno. L’unica persona di cui dobbiamo essere migliori è la persona che eravamo ieri! Perché ieri non tornerà indietro, quindi non possiamo aggiustarlo, ma possiamo e dobbiamo essere migliori. Ieri non è solo un giorno, è una memoria, è storia. E possiamo scegliere di cambiare il passato ed essere nuovi per il domani. Noi possiamo essere e possiamo fare questo meglio, per gli altri, e per chi siamo noi. Con amore…”. Joshua Chibueze Anyanwu.
Viterbo – Joshua Chibueze Anyanwu
“Per favore traducete questo messaggio – ha poi aggiunto Joshua -, e fatelo girare il più possibile. E’ importante. Serve a cambiare, soprattutto adesso. Cerchiamo di fare il primo passo”. Il passo, enorme, che è stato fatto ieri. Oggi, tra il centro e la periferia di Viterbo, misericordia e verità si sono incontrate. Giustizia e pace baciate. Salmo 84.
Viterbo – I funerali di Joshua Chibueze Anyanwu
Un messaggio, quello di Joshua, che a gennaio diventerà uno spettacolo teatrale. Organizzato dall’istituto Francesco Orioli che, al ragazzo, dedicherà anche il prossimo anno scolastico, una borsa di studio e l’aula del teatro. Merito della dirigente scolastica Simonetta Pachella, del professor Aldo Bellocchio e di un corpo docente esemplare.
Viterbo – I funerali di Joshua Chibueze Anyanwu – La madre di Joshua
In chiesa, la famiglia di Joshua. Molti venuti da Roma, dove lavorano oppure studiano all’università. C’è la madre, Lovelyn Chinagorom Anyanwu, il fratello, Anthony Ikenna Anyanwu, la sorella Richeal Anyanwu, gli zii Magnus e Malachy Anyanwu, la zia Augusta. L’amico di famiglia, il pastore Anthony Abhulimen.
Salgono le scale piangendo, piangono per tutto il tempo. Come una madre piange un figlio che non vedrà mai più. La testa china sui banchi. Le preghiere e i canti che risuonano per tutta la piccola navata, per poi arrivare in strada e prendere le vie che portano in centro e in periferia. Una trasmissione dei valori efficace e dolorosa. Idee chiare, e cicatrici sui volti. Come quelle dei ragazzi nigeriani ieri al cimitero che, quando si guardano da questa parte dell’occidente, sarebbe necessario che ognuno pensasse che è veramente una bella cosa che ancora non li abbiano toccati né guerra, né miseria.
A ricordare Joshua anche i vicini di casa. Salutano e lanciano in aria un piccione. Perché, come hanno spiegato, adesso le colombe non ci sono. Gente che vive una vita difficile, al Serpentone di Bagnaia, case popolari, dove Joshua abitava. Il piccione spicca il volo ma torna indietro, restando lì, anche lui, a guardare il seppellimento di un ragazzo di 17 anni anni. Nel cimitero di Viterbo.
Viterbo – I funerali di Joshua Chibueze Anyanwu – La famiglia di Joshua
L’ultimo saluto è degli amici che quel giorno stavano sul pedalò a Capodimonte. “Sono qui con mio fratello – ha detto Vincenzo Emanuele Lauro rivolgendosi a Iheb Larafa -. Per celebrare la memoria di un nostro fratello. Joshua Chibueze Anyanwu”. Amen.
Daniele Camilli
Multimedia – Fotogallery: I funerali di Joshua – La commemorazione per Joshua Chibueze Anyanwu – Video: Uniti nel nome di Joshua – Il testamento di Joshua – La messa per Joshua – Il ricordo dei familiari di Joshua
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