Vetralla – Lei, la sua amica e il figlio non sono stati schiacciati dal leccio caduto alla villa di Vetralla per puro caso. Un colpo di fortuna. Una pura casualità.
Lei si chiama Monia Napoleone e il 13 agosto stava tranquillamente seduta su una panchina del parco comunale a tener d’occhio i figli quando il leccio all’ingresso del parco dedicato a Pietro Canonica è venuto giù prendendo in pieno una panchina e lo scivolo dei bambini. Sotterrando Monia e la sua amica sotto una marea di rami e foglie. Ferendole. Tant’è vero che sono dovute andare all’ospedale dove gli sono state fatte tac e lastre riscontrando a entrambe diverse contusioni sul corpo.
Vetralla – Albero caduto alla Villa
Una tragedia sfiorata. Una strage che per poco non ha coinvolto mamme e bambini. Martedì 13 agosto. Quando all’improvviso, attorno alle 18, nel pieno della festa di Sant’Ippolito, un leccio secolare è crollato addosso all’area giochi del parco comunale.
“Io e la mia amica – racconta Monia Napoleone – eravamo sedute sulla panchina di legno. C’era la processione, aspettavamo quella. E, come facciamo tutti i giorni, portato i bambini alla villa. Ci siamo messe sedute sulla panchina come sempre, come tantissime mamme fanno. Io, la mia amica e mio figlio siamo vivi per miracolo”.
Vetralla – Albero caduto alla Villa
Monia ha 39 anni due figli. Una ragazza di 12 anni e un bambino di 9. Vive a Vetralla da 15, da quando s’è sposata. La sua amica, 42 anni, ha una femmina. Sempre di 12 anni.
“A un certo punto – racconta la signora Napoleone – abbiamo sentito uno scricchiolio forte. Il tempo di alzare gli occhi per capire da dove arrivava il rumore e ci siamo visti venire addosso il leccio. Ci siamo trovate in mezzo ai rami. L’istinto è stato quello di scappare, con la mia amica che gridava il nome del figlio che stava sullo scivolo. Ci siamo trovate sommerse da rami e foglie senza renderci immediatamente conto di quello che era successo. Più mi muovevo e più mi incastravo tra i rami”.
Tutt’att0rno, il caos. “Quando le persone si sono rese conto della situazione, si sono buttate in mezzo ai rami a cercare i figli”.
Vetralla – Albero caduto alla Villa
Primo colpo di fortuna. Di solito Monia e la sua amica si siedono sulla panchina di ferro che è stata presa in pieno dall’albero. Piegata in due.
“Martedì – prosegue il racconto Monia – abbiamo deciso di cambiare panchina. Normalmente ci sediamo su quella dove è crollato il leccio, perché abbiamo le figlie più grandi che fanno avanti e indietro dal parco. E da quella panchina vediamo bene cosa fanno. Quel giorno, invece, davanti alla panchina dove ci mettiamo c’era il gonfiabile e abbiamo deciso di cambiare per stare più comode. Tanto i figli, proprio perché passava la processione, stavano lì intorno”.
Vetralla – Lo scivolo colpito dal leccio crollato
Seconda casualità. I figli. I loro. E quelli degli altri. “Nella zona dove stanno i giochi e le giostre – sottolinea Monia Napoleone – ci saranno stati una ventina di bambini. Poco prima che la pianta cadesse si sono spostati per vedere passare la processione e gli sbandieratori. Mio figlio però è rimasto. E appena un istante prima si era spostato dallo scivolo all’altalena. Quando l’albero è crollato stava sull’altalena. Mia figlia e quella della mia amica davanti al bar che sta a pochi metri. Dove è caduto l’albero c’era anche un bambino di due anni, sempre vicino alle altalene. Se l’albero fosse caduto la sera prima, quando c’era i fuochi, o in un qualsiasi altro giorno…poteva esserci una strage, un massacro”.
Vetralla – La panchina colpita dal leccio crollato
Terzo colpo di fortuna. “Un altro bambino – ricorda Monia – stava invece sotto la struttura dello scivolo. Sotto al piccolo ponte in legno”.
Vetralla – Il leccio crollato sui giochi dei bambini
I primi soccorsi. “Quando siamo riuscite a uscire fuori – ha detto la signora Napoleone – c’era un uomo della protezione civile che stava cercando di scansare i rami per farci venire fuori. Una volta uscite, le persone che stavano lì attorno avevano trovato i nostri figli, mettendoceli davanti. Solo a quel punto ci siamo rasserenate. La mia amica aveva il sangue sullo stinco, il piede gonfio e la fronte scorticata. A me faceva male il ginocchio e la spalla, e avevo una botta sulla fronte. Poi ci hanno fatto sedere sulla panchina e ci hanno portato il ghiaccio”.
A quel punto, chi era presente,”ha chiamato subito subito il 118. Sono arrivati e ci hanno guardato. Dopo se ne sono andati e sono ritornati successivamente. Poi è arrivato un carabiniere che ha chiamato nuovamente l’ambulanza che ci ha portato a Belcolle dove c’hanno fatto la tac alla testa e le lastre. A me al piede e alla mia amica alla spalla”.
Vetralla – Il leccio crollato sui giochi dei bambini
Pare inoltre che qualcuno si sia messo anche a litigare. “E’ tanto che si dice che quella pianta fosse secca – aggiunge Monia Napoleone -. Tant’è vero che quando è venuta giù una signora si è messa a litigare con un’altra persona che non conosco gridandogli: ‘Ecco, l’ho detto tante volte. Avete aspettato che cascasse giù!’. Qualcun altro le ha risposto: ‘Ma state zitta!”. A quel punto si sono messi a litigare. Gli stessi carabinieri sono andati a calmare la situazione. Si vedeva che quella pianta era malata. Molte mamme lo avevano sottolineato più volte. Ma non è stato fatto mai niente”.
Vetralla – Il leccio crollato sui giochi dei bambini
“E’ stato un momento di panico – conclude infine Monia -, un incubo. Io quando ne parlo, ancora tremo”.
Daniele Camilli
Multimedia – Fotocronaca: Il crollo del leccio – Il leccio crollato sui giochi dei bambini – Il secondo leccio in fin di vita – Video: Il leccio che poteva fare una strage – La seconda pianta a rischio – L’intervento del presidente del consiglio Pietro Carloni
Articoli: Sfiorata la strage di mamme e bambini – Crolla leccio secolare nel parco cittadino, ferite due donne – Movimento cinque stelle: “L’ultima perizia su quell’albero è del 2015” – Sfiorata la tragedia a Vetralla, crolla leccio secolare nella villa comunale
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