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Viterbo - Santa Rosa - Lo svela il presidente del sodalizio facchini Mecarini al raduno all'Unione prima del giro delle sette chiese - Fasce rosse a sindaco Arena, prefetto e ai Fiorillo - Sandro Rossi incita i suoi - FOTO - VIDEO
Viterbo – Si alza il sipario sul trasporto. Al teatro Unione il raduno dei facchini di santa Rosa. Prima in piazza. Gli abbracci, i saluti, le foto di rito. Ci siamo. Appuntamento alle 13.
Poi tutti all’interno. La platea si colora di bianco e rosso. I primi a salire sul palco sono Mecarini e Rossi.
“Girata a piazza del Teatro dedicata anche a Norveo Fedeli”. Non solo a Franco Zeffirelli. Un ricordo speciale che i facchini hanno voluto aggiungere, lo svela il presidente Massimo Mecarini. Al commerciante vittima del tremendo fatto di cronaca.
Già il trasporto, il sodalizio lo aveva pensato per Viterbo, per come la città ha reagito ai tragici fatti. Adesso l’ulteriore pensiero.
Quest’anno c’è qualche facchino speciale. Uno è Giovanni Arena. Mecarini e il capofacchino Sandro Rossi lo vestono con lo scudetto e la fascia. “Voglio entrare nella festa insieme ai facchini – dice il sindaco – soffrire con loro, con santa Rosa nel cuore. Metterò il massimo impegno”.
C’è anche il prefetto Giovanni Bruno. Pure lui con fascia, camicia bianca. Sale sul palco già vestito, perfettamente immerso nella festa e nella tradizione. Fasce rosse anche ai costruttori Fiorillo e a Damiano Amatore.
Mecarini non si perde in molte parole. Usa quelle giuste. “Perché mille parole non hanno il valore di un’azione come quella che compiremo stare, portare in trionfo santa Rosa”.
Tutti d’un sentimento, come auspica il vescovo Lino Fumagalli, non solo per il trasporto.
“Siamo tutti d’un sentimento – esordisce Fumagalli – se non lo si è non si solleva niente. Ci sono appartenenze diverse, ma è possibile trovare un cammino comune di collaborazione. Mi auguro che a Viterbo siamo tutti di un sentimento, possiamo alzarci e camminare insieme. Come la macchina”.
Il capofacchino Sandro Rossi è soddisfatto per la bella giornata di sole. Qualche pensiero per il vento forte. “Vedremo stasera”.
Poi, come dice lui, inizia a: “Mettere benzina, perché ne avremo bisogno”. Si rivolge ai suoi uomini: “Siamo tutti d’un sentimento?”. Dalla platea parte un forte sì. E ancora più forti, decisi, tre “Evviva Santa Rosa”.
Diversi gli ospiti in teatro, il deputato Mauro Rotelli e il senatore Umberto Fusco. Salgono sul palco per un saluto. C’è Patrizia Nardi delle rete grandi macchine a spalla. Oltre a Viterbo, ci sono Nola, Palmi e Sassari.
Gubbio per sua scelta, all’epoca decise di rimanere fuori e non ottenne il riconoscimento Unesco di patrimonio immateriale dell’umanità.
“Una scelta sbagliata – ricorda Mecarini – non voler far parte della rete, ma non possiamo non riconoscere i loro meriti, come per le altre manifestazioni”.
Gloria è in perfette condizioni, Vincenzo Fiorillo lo ricorda, prima di ricevere la fascia.
Si parte per il giro delle sette chiese. Fuori dall’Unione i facchini pronti. Verso via Marconi, la prima sosta al monumento dei Facchini in piazza della Repubblica. Via della Sapienza, corso Italia, via Roma, piazza del Comune a sant’Angelo in Spatha.
Il giro prosegue da via san Lorenzo, per arrivare al duomo. Tradizionale foto sulla scalinata del palazzo papale. Poi si riprende verso piazza della Morte.
La visita al monastero di santa Giacinta Marescotti, dove i facchini ricevono dalle suore la foglia colta dalla pianta di santa Giacinta come auspicio di un buon trasporto. Poi, via Cardinal La Fontaine e sosta a Santa Maria Nuova.
Da via Annio a via Cavour, piazza del Comune. Via Ascenzi, fino al Sacrario per la deposizione di una corona ai Caduti. Si sale di nuovo, a via San Giovanni Decollato, via Maria Santissima Liberatrice, per la successiva tappa alla chiesa della Trinità dove i facchini intonano l’inno “Mira il tuo popolo”.
Poi da San Faustino, l’arrivo a San Francesco e attraverso via Matteotti, i facchini sono di nuovo a piazza del Teatro. È l’ultima parte del giro delle sette chiese, la basilica di Santa Rosa. Da qui, la partenza per il ritiro dai Cappuccini.
Al boschetto si mettono a punto gli ultimi dettagli, ci si rilassa in preparazione della serata. Poi, alla 20,30 i facchini sono sul percorso. Direzione San Sisto.
Ad attenderli c’è Gloria e una città pronta a sostenerli e vivere insieme un’altra notte memorabile.