Viterbo – “Teresa ha insegnato a tutti il senso profondo del vivere”. Lo ha detto un prete, don Elio. Al funerale di Teresa Blasi. Una “ragazza dello scorso secolo”, come l’ha definita lo scrittore Valerio De Nardo. Una donna che, con orgoglio, dignità e coraggio, ha condiviso il pane con gli ultimi, i poveri e gli affamati. Ieri pomeriggio i funerali. Nella splendida chiesa di Santa Maria della Verità a Viterbo, dove Lorenzo nel XV secolo dipinse lo Sposalizio della Vergine e quattro secoli più tardi, sempre lì, dentro la cappella Mazzatosta, Cesare Brandi s’inventò di sana pianta la moderna teoria del restauro. “In vista del futuro – come egli stesso scrisse -, nelle sua duplice polarità storica ed estetica”. Memoria, visione e attesa, avrebbe, a sua volta, detto Sant’Agostino.
Mai luogo sarebbe stato più indicato, e non si parla del rito, per dare l’addio, l’ultimo saluto, a una donna speciale che ha vissuto per tutto un secolo, anch’esso speciale. E l’ha vissuto, come direbbe Brandi, nella sua “duplice polarità, storica ed estetica”. In vista di un futuro migliore, dove giustizia e pace avranno il loro giusto posto. Accanto agli uomini e alle donne. A chi ha vissuto per la felicità non solo propria, ma per quella degli altri. Imprescindibile, soprattutto per tutti coloro che vogliono anche la propria.
Viterbo – I funerali di Teresa Blasi
Al funerale c’era tutta la sinistra viterbese, quella ancora orgogliosa id esserlo. Enrico e Carlo Mezzetti, Peppe Sini, Antonello Ricci e Davide Ghaleb, Lello Poleggi, Peppe Parroncini, Marco Trulli, Pietro Benedetti, Giulia Arcangeli, Raffaella Valeri, Umberto Cinalli, Vera Anelli, che ha anche letto una poesia dall’altare, prima ancora che don Elio parlasse d’omelie. E tanti altri. Pure i bambini, seduti davanti, che hanno pianto, trasmettendoti quel senso di profonda inquietudine, commozione e compassione che solo Teresa, in vita, così come ieri, ha saputo fare. Bambini con rose e fiori in mano che poi hanno lasciato lì, accanto a lei.
Teresa Blasi Pesciotti
“La sua vita – ha detto don Elio – è degna di essere presentata al Signore”, come pure, in vita, lo è stata alle donne e agli uomini, che nel pomeriggio di ieri erano in tante e tanti a salutarla. “Anche se forse, nel suo modo di vivere – ha aggiunto don Elio – non era una cristiana convinta”. Era, infatti, soprattutto, una maestra elementare. E l’ha voluto pure scritto, a caratteri ben leggibili, sulla carta che annunciava la sua morte.
Viterbo – I funerali di Teresa Blasi
Teresa Blasi era una militante, una compagna, una donna che ha visto il fascismo, il dopo guerra, la ricostruzione, gli anni ’60, il ’68 e i ’70. Ha visto il ritorno nel privato, la caduta del muro e l’inizio di un’altra epoca, più spietata e potente, iscrivendosi all’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia, continuando fino all’ultimo, fino all’ultimo respiro, a condividere tutta sé stessa col prossimo suo. Amandolo. Senza mai dimenticare che ognuno è la stessa sostanza dell’altro. Non un sogno. Ma un soggetto reale, col suo bisogno d’essere tale. Al mondo, innanzitutto. Per gli altri, dopodiché.
Viterbo – I funerali di Teresa Blasi
Teresa Blasi era però, soprattutto e innanzitutto come detto, una maestra elementare. E come tale va ricordata, perché come tale, come tante altre maestre di quel tempo, ha fatto la differenza. Spedita nelle campagna viterbesi dopo la riforma del ’62, quella che metteva per sempre fine alle distinzioni discriminatorie tra scuole medie e avviamento professionale. Per una sola ed unica scuola. Uguale per tutti. E queste giovani, giovanissime maestre, spedite tra i contadini e i loro figli, dovevano insegnarlo.
Teresa Blasi, come altre, hanno sollevato il viso dalla polvere, dalla miseria e da un secolare analfabetismo decine e decine di figli di braccianti senza terra e cultura, costretti a vivere nell’ignoranza, senza niente e senza pace. E solo per questo Teresa dovrebbe essere ricordata. E per questo ha voluto essere ricordata. “Maestra elementare”. Maestra di vita. Perché dal contributo che a questo ha dato, tanti altri figli hanno poi potuto studiare e liberarsi da una fatica millenaria che padri e madri hanno avuto per tutta una vita scolpita a ferro e fuoco sulle braccia, le gambe e la schiena. Campagne povere, poverissime. Dove acqua, luce e bagni, in molti casi, sono arrivati a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Dieci, vent’anni dopo che Teresa c’aveva fatto scuola. Una volta un ragazzino gli rubò tutto lo stipendio, quando ancora si pagava in contanti dentro a una busta di carta, e lo nascose in un buco. Teresa stessa lo raccontava. Lei lo scoprì. Lui le disse che lo aveva fatto per fame. Lei glielo lasciò tutto. E quel mese, la fame, la fece lei.
Teresa è stata una donna che ha insegnato, ed educato, agli altri la dignità dell’esistenza. Uguale per tutti e tutte. Prima ancora che lo dicesse la legge. Come Antigone. Di cui Teresa è l’ultima delle eredi. Senza mai mollare, nemmeno per un solo istante. L’umanità di Teresa. Quanta umanità, in Teresa…
Viterbo – I funerali di Teresa Blasi
“Perchè vedi l’avere ragione – scrive Eugenio Finardi in una splendida canzone – non è un dogma statico, una religione, ma è seguire la dinamica della storia e mettersi sempre in discussione. Perchè sai non basta scegliere di avere l’idea giusta, assumerne il linguaggio ed il comportamento per poi dormire dentro. E il tuo dovere è di migliorarti, di stare bene, di realizzarti. Cerca di essere il meglio che ti riesce, per poi darti agli altri. E a ognuno secondo il suo bisogno, e da ognuno a seconda della sua capacità. E anche se oggi potrà sembrare un sogno, da domani può essere la realtà”.
Daniele Camilli
Multimedia – Fotogallery: I funerali di Teresa Blasi – Video: L’addio a Teresa
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