Viterbo – Appalti truccati nell’Alta Tuscia, il processo è entrato nel vivo ieri, con un’udienza fiume di sei ore nel corso della quale è stato ascoltato un solo testimone, il sovrintendente del Nipaf Stefano Di Carli, che ha ricostruito le indagini. Intercettazione per intercettazione. “Della richiesta di tangente a fin di bene esiste una registrazione”, è emerso tra le altre cose.
E’ il processo davanti al collegio presieduto dal giudice Gaetano Mautone scaturito dall’operazione Vox Populi dei carabinieri forestali del 17 ottobre 2016 nella quale furono arrestati Fabrizio Galli, Marco Bonamici, Ferrero Friggi e Vincenzo Palumbo. Ai due imprenditori e ai due funzionari comunali, che tre anni fa finirono ai domiciliari, sono contestati a vario titolo la turbativa d’asta e la rivelazione di segreti d’ufficio. Reati che si sarebbero consumati ad Acquapendente tra il 2012 e il 2015.
Parte civile l’imprenditore Mauro Gioacchini, assistito dall’avvocato Antonio Rizzello, non come persona fisica, ma come socio dell’impresa Gioacchini Sante sas e con la ‘Gmg costruzioni srl’, impresa a lui riconducibile. Oltre alle due aziende, si è costituito parte civile il comune. A far finire nei guai gli imprenditori e i funzionari pubblici, furono le denunce del presidente di un comitato cittadino di Acquapendente e di Gioacchini.
“Della richiesta di tangente a fin di bene esiste una registrazione”
E’ emerso durante la testimonianza del carabiniere forestale, interrogato dal pubblico ministero Stefano D’Arma sulla proposta fatta dall’imprenditore Fabrizio Galli al collega Mauro Gioacchini all’inizio di maggio 2015 di spartirsi due appalti di asfaltatura in cambio di cinquemila euro ciascuno, chiesti dall’allora sindaco Alberto Bambini, per l’acquisto di un’apparecchiatura per l’ospedale di Acquapendente.
La famosa tangente a fin di bene della maxinchiesta “Vox Populi”.
“Gioacchini – ha spiegato Di Carlo – ha riferito l’accaduto direttamente ai pm titolari dell’inchiesta, Fabrizio Tucci e Stefano d’Arma, quindi, in occasione di un successivo incontro con Galli, di sua iniziativa, ha registrato la conversazione con il cellulare e poi trasmesso il file, tramite posta elettronica istituzionale, che poi è stato trasferito su un cd”.
Le difese hanno chiesto la non ammissibilità del contenuto della registrazione e il tribunale, per ora, si è riservato.
“Bonamici ha un ‘credito’, deve fare le gradinate del campo sportivo”
Microspie sulla macchina dell’imprenditore Fabrizio Galli, che avrebbe avuto l’abitudine di parlare di appalti in macchina coi suoi interlocutori, tra i quali il dipendente comunale Ferrero Friggi.
“Il 26 settembre 2014 – ha detto Di Carlo – Friggi gli disse che Marco Bonamici aveva un ‘credito’, in quanto aveva vinto un appalto per una casa per minori, poi revocato dal comune in quanto era stata fatta la scelta politica di destinare a un altro intervento quei fondi. Per questo meritava l’appalto da 200-300mila euro per la riqualificazione delle gradinate del campo sportivo”.
“Ferrero magna, ha sempre magnato… “
Lo avrebbe detto Galli intercettato in macchina il 15 novembre 2014, mentre parlava con la zia. “Ferrero magna, ha sempre magnato, ma almeno ha dato un po’ di soddisfazione.. “, dicono i due interlocutori.
Rinviata la testimonianza di Mauro Gioacchini
L’imprenditore “sollecitato” a versare una tangente per la spartizione di un appalto avrebbe dovuto essere sentito durante l’udienza di ieri del processo, ma a causa del protrarsi dell’audizione del sovrintendente del Nipaf la testimonianza è stata rinviata. Forse sarà sentito a marzo, perché alla prossima udienza, fissata per gennaio, sarà la volta dei periti.
Silvana Cortignani
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