Viterbo – Quando parliamo di trasporto pubblico e pendolarismo nella nostra provincia non possiamo fare a meno di parlare di pendolarismo studentesco. Infatti, la stragrande maggioranza dei 12.500 studenti delle scuole superiori raggiunge tutti i giorni la propria scuola con un treno o un autobus.
Pare che gli studenti siano gran parte del flusso di pendolari che assorbe il sistema di trasporto regionale e la gran parte delle corse dei pullman della Cotral, per esempio, esistono solo in virtù delle necessità scolastiche. Per uno studente l’efficienza del sistema di trasporto è strettamente legata alla possibilità di raggiungere i luoghi di istruzione e quindi alla possibilità di adempiere al proprio sacrosanto diritto a studiare.
Un sistema di trasporto efficace è il primo di una lunga serie di condizioni indispensabili per garantire il diritto allo studio e là dove presenta le sue lacune se ne percepiscono immediatamente gli effetti. Per esempio, secondo dati Istat, il tasso di abbandono scolastico è più elevato tra gli abitanti dei piccoli comuni della provincia dove I collegamenti sono scarsi e scadenti.
In genere chi nasce in uno dei tanti piccoli comuni di questa provincia si trova ben presto a fare i conti con il sistema di trasporto pubblico perché, non esistendo sempre collegamenti efficienti si è portati a scegliere il proprio indirizzo di studi non tanto in virtù delle proprie inclinazioni personali ma a seconda di quanto un istituto sia o meno raggiungibile.
Per fare un esempio uno studente di Bassano Romano sceglierà più facilmente di andare al Liceo Linguistico di Bassano piuttosto che affrontare un viaggio quotidiano di un’ora e venti minuti tra andata e ritorno per raggiungere il più vicinoLiceo Classico, oppure uno studente di Civita Castellana, per frequentare un Istituto Agrario, sarà quasi obbligatoriamente costretto a trasferirsi altrove. Ovviamente questa situazione genera una enorme disparità in termini di opportunità tra gli studenti che vivono in una delle poche città e quelli che invece abitano nella stragrande maggioranza di piccoli comuni della provincia.
Gli studenti pendolari sono costretti anche a farsi carico della discrasia che spesso sussiste tra gli orari di pullman e treni e quelli di ingresso e uscita da scuola. È infatti frequente trovare studenti costretti a ingressi in ritardo o uscite anticipate a causa di orari sragionati e insensati che non tengono conto delle esigenze degli studenti.
Un altro esempio riguarda invece i molti studenti a cui è privato il diritto a prendere parte alle attività integrative che la propria scuola offre nel pomeriggio. Questo perché non esistono corse che possano riportare gli studenti a casa nel pomeriggio. Tutto questo si ripercuote direttamente sugli studenti che, per responsabilità non proprie, sono costretti a rinunciare a parte delle lezioni o alle attività integrative. Nei casi peggiori gli studenti sono addirittura vittime di provvedimenti disciplinari causati dagli eccessivi ingressi in ritardo. Insomma, una situazione al limite dell’assurdo che genera forti occasioni di disuguaglianza e che sarebbe facilmente risolvibile semplicemente riorganizzando gli orari di pullman e treni.
Tra tutti, il caso che al momento merita la maggiore attenzione è quello del liceo Midossi di Vignanello dove, a seguito della soppressione di alcune corse della linea ferroviaria gestita da ATAC, gli studenti sono costretti a forti ritardi e uscite anticipare. Pensate che gli studenti provenienti da Faleri sono addirittura costretti a rimanere a Vignanello fino alle 16:00 del pomeriggio perché non esistono mezzi che li possano riportare a casa prima. Una situazione vergognosa, indegna, profondamente lesiva del diritto degli studenti a frequentare le lezioni e a vivere una quotidianità serena.
Un’altra stortura che caratterizza il nostro sistema di trasporto regionale è il sistema tariffario. Ad oggi la suddivisione della regione in zone tariffarie avviene a cerchi concentrici. Quindi la prima zona coincide con il territorio della città di Roma mentre le zone restanti assumono la forma di cerchi concentrici intorno alla capitale arrivando al paradosso per cui acquistando un abbonamento che copre la città di Viterbo acquisto necessariamente un abbonamento valido anche a Latina e Rieti.
Questo sistema tariffario riflette un sistema di trasporto regionale fortemente romacentrico che dimostra tutta la sua inadeguatezza quando analizziamo linee che non giacciono sulle direttrici di collegamento con Roma.
Per esempio, uno studente che da Capranica va a scuola a Viterbo dovrà acquistare un abbonamento a due zone spendendo il doppio di un suo collega che proviene invece da Fabrica di Roma che pur essendo distante quanto Capranica necessita di un abbonamento a una singola zona. Pensate che addirittura l’abbonamento per latratta Civitavecchia-Viterbo costa la metà rispetto alla ben più breve tratta Capranica-Viterbo.
La causa di questo paradossale cortocircuito è l’assenza di un sistema di abbonamenti a chilometraggio e la conseguenza è un incompressibile aumento dei prezzi di alcuni specifici abbonamenti a discapito delle famiglie che già affrontano ingenti spese per permetterci di accedere al sistema di istruzione.
Secondo l’Istat ogni famiglia spende ogni anno in media 1130 euro per l’acquisto di libri, materiale didattico e per i trasporti dei propri figli. Una cifra senza dubbioingente che non tutte le famiglie possono sostenere e che denatura l’istruzionepubblica da diritto universale a esperienza appannaggio di una fetta di società sempre minore.
Per questo penso che il riconoscimento del diritto allo studio debba passare necessariamente anche per la gratuità del sistema di trasporto scolastico.
Un altro problema che affligge la quotidianità di molti studenti è la mancanza di integrazione tra i sistemi di trasporto pubblico locale e il sistema di trasporto pubblico regionale. Come è noto le tre grandi aziende regionali, Ferrovie dello Stato, Cotral e Atac, condividono lo stesso sistema tariffario permettendo l’utilizzo dello stesso abbonamento sui mezzi delle tre aziende. La stessa cosa purtroppo non vale per i sistemi di trasporto locale, per lo più a gestione comunale. La cosa costringe molti studenti a dover acquistare due abbonamenti differenti e a moltiplicare quindi i costi del trasporto pubblico.
Purtroppo, ad oggi non esiste nemmeno l’intenzione politica di integrare il sistema di trasporto regionale con i diversi sistemi locali, per questo serve una proposta concreta sulla quale sfidare la Regione, perché solo attraverso una totale integrazione dei sistemi potremo ottenere un sistema di trasporto più efficiente.
Ogni studente pendolare spende al giorno una media tra trenta minuti e un ora sui mezzi che moltiplicati per le 200 giornate di un anno scolastico sono un tempo di vita considerevole. Quando parliamo di trasporto pubblico dobbiamo sempre considerare che stiamo parlando di tempo di vita. Efficientare il sistema di trasporto velocizzando I collegamenti e aumentando il comfort per gli utenti significa prima di tutto incidere sulla qualità della vita delle persone. Per questo affrontare il tema del pendolarismo non è scontato né tantomeno banale.
Negli ultimi anni abbiamo affrontato numerose volte il tema del pendolarismo studentesco, sempre collaborando con gli studenti dell’Università e con il contributo del Sindacato degli Studenti Medi con il quale stiamo conducendo proprio in questi giorni una azione vertenziale nei confronti della Cotral. In passato abbiamo raggiunto diversi risultati. Abbiamo ottenuto la reintroduzione di diverse corse studentesche vittime della spending review e abbiamo seguito da vicino il processo di rinnovamento della azienda Cotral che ha portato un sensibile miglioramento del servizio.
Penso che oggi sia arrivato il momento di progredire nella battaglia pendolare aprendo nuovi livelli di contrattazione. Non possiamo più permetterci di mirare solo alla riorganizzazione delle corse studentesche. Dobbiamo di riprogettare l’intero sistema di trasporto pubblico rivedendo i sistemi tariffari, richiedendo un impegno concreto nell’integrazione dei sistemi locali e soprattutto richiedendo a gran voce il potenziamento infrastrutturale delle linee linee di collegamento esistenti e la progettazione delle nuove linee di collegamento necessarie.
Luca Scutigliani
Presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Viterbo
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564Informativa GDPR