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Corte d'assise - Giallo di Ronciglione - Tra le parti offese manca la nonna di Landolfi, nuovo stop al processo - L'imputato in carcere "canta nel coro e vuole fare il barbiere" - VIDEO
Viterbo – In una mattinata sferzata dal vento gelido di tramontana, come solo a Viterbo sa soffiare, è finita con un nulla di fatto anche la seconda udienza destinata all’ammissione delle prove del processo per la morte di Maria Sestina Arcuri.
E’ il processo in corte d’assise a Andrea Landolfi Cudia accusato di avere ucciso la fidanzata 26enne facendola precipitare deliberatamente dalle scale della casa della nonna, a Ronciglione, la notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019 al culmine di un litigio per gelosia.
L’udienza si è aperta con le eccezioni del difensore Giacomo Marini, relative alla costituzione di parte civile dei genitori e dei due fratelli della vittima, rigettate dal tribunale, e alla mancata citazione della nonna tra le parti offese, che invece è stata accolta, con conseguente stop e rinvio del processo.
Il legale ha parlato con tono di voce assai pacato e quasi sommesso rivolgendosi alla corte presieduta dal giudice Gaetano Mautone, al pm Franco Pacifici e alla famiglia Arcuri, cui ha rivolto: “Un saluto deferente per il dramma che li porta qui, a prescindere da quello che sarà l’esito processuale”.
“Non mi interessa incontrare la madre di Landolfi”
“Non ho letto la lettera di Landolfi e non mi interessa incontrare sua madre”, ha detto Caterina Acciardi, la mamma di Sestina, mentre lasciava il tribunale col difensore di parte civile della famiglia Arcuri, avvocato Vincenzo Luccisano.
Sollecitata a commentare la lettera in cui Andrea si scusa, scritta dal carcere lo scorso 14 dicembre, ha detto: “L’unica cosa che vorrei sapere da lui è perché mi abbia chiamata alle sei del mattino e non alle due di notte”.
Parte civile col marito e i due fratelli della vittima, ha fatto per la seconda volta in meno di due mesi un viaggio di 600 chilometri da Nocara in provincia di Cosenza a Viterbo: “Sarò presente sempre, fino a quando non sarà emersa tutta la verità”.
“Andrea canta nel coro di Regina Coeli e vuole fare il barbiere”
Landolfi era presente anche stavolta, scortato come il 9 dicembre dalla penitenziaria. Avrebbe voluto rilasciare spontanee dichiarazioni, ma dato il rinvio non è stato possibile. “Prima che il processo cominci, il mio assistito vuole dichiarare la sua innocenza”, ha anticipato il difensore Giacomo Marini.
All’imputato è stato concesso di abbracciare la mamma, la sorella, le due zie e gli altri familiari venuti apposta da Roma per sostenere la sua innocenza.
“A Regina Coeli fa parte del coro del carcere, si allena e ha fatto domanda per fare il barbiere”, ha detto la mamma Roberta Landolfi, parlando della vita del figlio, dietro le sbarre da quattro mesi.
“L’ho visto molto stanco, continua a dirmi ‘mamma, fatti forza almeno tu’, ‘mamma , sono innocente’, ma negli occhi gli si legge tutta la sua sofferenza. Io sto facendo di tutto per essere forte”, ha concluso.
“Sono vicina alla mamma di Sestina con il cuore”
“Sono vicina alla mamma di Sestina con il cuore, mi piacerebbe parlarci, incontrarla, starle vicino. Anche oggi ho cercato con lo sguardo di incontrarci. Glielo vorrei chiedere di persona, ma ho paura che possa dirmi di no”, ha ribadito la madre di Landolfi.
“Mi dispiace che abbia detto che non vuole incontrarmi, perché da mamma a mamma potevamo capirci. Abbiamo due dolori diversi, ma per me sarebbe stato importante stare vicino alla mamma di Sestina”.
E ancora, riguardo alla lettera scritta dal figlio: “La decisione di scrivere alla famiglia di Sestina non può che essergli venuta dal cuore. Se loro non vogliono leggere la lettera di mio figlio, si vede che non sono pronti per questa cosa”, ha proseguito Roberta Landolfi.
“Tra le parti offese manca la nonna”
“Andrea è accusato anche di avere picchiato la nonna, ma Mirella Iezzi non risulta tra le parti offese”. Il difensore del pugile e operatore sociosanitario trentenne di Roma, avvocato Marini, si è accorto che, nel decreto di giudizio immediato, l’ottantenne non è stata citata tra le parti offese.
Oltre ad essere indagata anche lei per omissione di soccorso, abbandono di incapace e falso, secondo il pm Franco Pacifici è una delle vittime. Per questo il decreto di giudizio immediato dovrà essere riscritto e notificato anche a lei entro l’udienza del 5 marzo, data cui è stato rinviato il processo.
Oltre che di omicidio volontario e omissione di soccorso, Landolfi è accusato anche di lesioni aggravate alla nonna, con una prognosi superiore ai 40 giorni. L’avrebbe colpita la notte del delitto, mentre tentava di soccorrere la fidanzata caduta dalle scale. L’anziana, che venerdì scorso sarebbe stata aggredita su un bus romano da due donne, al grido di “assassina”, dovrà quindi essere citata, pena nullità, motivo per cui l’udienza è stata interrotta e rinviata al prossimo 5 marzo.
In aula Mirella Iezzi, difesa dall’avvocato Gianluca Fontana, non c’era. “Sono diversi giorni che non si sente bene, la gente la colpevolizza, gliene dice di tutti i colori, venerdì l’hanno costretta a scendere dal bus prima della sua fermata. Siamo molto preoccupati anche per lei”, ha spiegato Roberta Landolfi, figlia della donna e madre del trentenne.
Tribunale off limits a microfoni e telecamere
Una selva di giornalisti “nazionali”, macchine fotografiche, microfoni e telecamere… rigorosamente fuori del tribunale. Dalla Vita in diretta a Quarto grado. La presidente Maria Rosaria Covelli è intervenuta di persona, ieri mattina, per ribadire che foto e riprese sono assolutamente vietati in aula e anche nei corridoi, dove inevitabilmente circolano anche altri utenti che nulla hanno a che vedere col processo per la morte di Maria Sestina e hanno diritto alla riservatezza. Qualche problema per i cronisti che, invece di usare carta e penna, stavano prendendo appunti sui propri cellulari, anch’essi off limits per la medesima ragione.