Vallerano – Sono tornati dalla Cina il 29 gennaio. Un viaggio in terra natale per festeggiare il Capodanno cinese. Fino al 14 febbraio resteranno a casa per precauzione.
Lo ha deciso una famiglia residente a Vallerano in accordo con il sindaco Adelio Gregori. Madre, padre e bimbo vivono nel piccolo centro cimino da anni e hanno un’attività.
Rimarranno a casa fino a metà mese. Negozio chiuso. “Una misura puramente precauzionale – informa il sindaco Adelio Gregori -. A tutela della popolazione ma anche di questa stessa famiglia, per non farli incorrere in problemi di sicurezza personale: gli imbecilli, ahimé, ci sono sempre…”.
In paese, dopo essersi sparsa la voce del loro rientro dalla Cina, si era diffuso un po’ di allarmismo. “Loro stanno bene, non accusano nessun sintomo e nulla è emerso dai controlli che hanno fatto al ritorno in aeroporto – continua Gregori -. Peraltro sono stati in una località che, rispetto all’epicentro del virus, è molto lontana, si trova proprio in tutt’altra zona della Cina. Mi sono consultato con la Asl, con i genitori degli alunni della scuola frequentata dal piccolo e con questo nucleo familiare. Ovviamente, trovandoci di fronte a un virus nuovo, non c’è ancora un protocollo da attuare… questa procedura di ‘isolamento’ è del tutto informale, come del resto è successo a Caprarola. Ci è sembrato il modo migliore per provvedere alla sicurezza di tutti. E loro sono stati molto comprensivi e disponibili”.
Dal 30 gennaio, giorno in cui è iniziato l'”isolamento” e fino al 14 febbraio, il comune provvederà a portare la spesa e a ogni altra necessità di questa famiglia.
In provincia di Viterbo è il secondo caso di persone di nazionalità cinese in isolamento domestico a scopo precauzionale per coronavirus. A Caprarola un’altra famiglia, nei giorni scorso, ha deciso di restare in casa per un paio di settimane, chiudere il negozio e non mandare i bambini a scuola, in modo da rassicurare tutta la comunità dei Cimini.
“A loro va detto grazie – ha detto il sindaco Eugenio Stelliferi -. Avendo passato tutti i test in aeroporto avrebbero tranquillamente potuto andare in giro in città e continuare le loro normali attività, invece hanno deciso di evitare un disagio locale. La loro è una buona pratica, anche dal punto di vista dell’integrazione”.
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