Viterbo – Il consiglio comunale prende una posizione netta. All’unanimità. Contro il caporalato e lo sfruttamento dei braccianti agricoli che lavorano nella campagne viterbesi. Probabilmente per la prima volta nella storia dell’aula di palazzo dei Priori. Dopo i fatti del 24 gennaio scorso, quando un giornalista di Tusciaweb e tre sindacalisti della Cgil sono stati aggrediti a Castel d’Asso per aver organizzato un volantinaggio per informare i lavoratori dei loro diritti.
L’ordine del giorno è stato presentato dal capogruppo del Pd al consiglio comunale di Viterbo, Luisa Ciambella. E alla fine è stato approvato da tutti.
Grazie al provvedimento il sindaco Giovanni Arena dovrà impegnarsi “a sollecitare il prefetto – scrive Ciambella nel testo dell’ordine del giorno – a istituire un tavolo di lavoro, anche alla presenza delle organizzazioni datoriali, sindacali e dell’ispettorato del lavoro, volto a raccogliere tutte le informazioni circa tutti i possibili ambiti di sfruttamento del lavoro di uomini e donne nella nostra città. Per poter avere il quadro della dimensione del fenomeno. Auspicando una analisi che tenga conto della situazione dell’intera Tuscia”.
Nell’ordine del giorno approvato oggi, il sindaco dovrà impegnarsi anche a “farsi parte attiva con gli organi di controllo preposti in materia di lavoro affinché si facciano i controlli necessari” e “in collaborazione con le scuole del territorio comunale nel promuovere campagne di sensibilizzazione circa il rispetto dei lavoratori e contro ogni forma di sfruttamento degli stessi, e di una campagna informativa riguardante la libertà di stampa e sindacale”, rispettivamente garantite e tutelate dagli articoli 21 e 39 della costituzione italiana.
Piena soddisfazione da parte dei sindacati confederali. “Cgil, Cisl e Uil territoriali – si legge in una nota a firma dei segretari Stefania Pomante (Cgil), Fortunato Mannino (Cisl) e Giancarlo Turchetti (Uil) – in relazione all’ordine del giorno presentato nella seduta odierna del consiglio comunale di Viterbo riguardante lo sfruttamento dei lavoratori e il rispetto della legge regionale 199 sul caporalato in agricoltura, apprezzano l’iniziativa e sollecitano l’istituzione di un tavolo permanente che affronti le tematiche esposte”.
“Il caporalato – ha sottolineato la capogruppo del Pd – esiste anche a Viterbo. Quello che è accaduto a Castel d’Asso nasconde infatti qualcos’altro che andrebbe indagato a fondo. Dobbiamo avere tutti il coraggio di essere dalla parte della solidarietà”.
“Questa discussione in aula – ha poi aggiunto Ciambella – non ci deve nemmeno far dimenticare altre forme di sfruttamento che rischiano di caratterizzare il nostro territorio su altri fronti. Ad esempio il fronte della stampa e dei suoi lavoratori. Una professione spesso bistrattata e appunto sfruttata. Quando, invece, in altri tempi, sarebbe stata supportata”.
Tante le attestazioni di solidarietà e stima per il lavoro svolto nei confronti dei sindacalisti della Cgil e del giornalista di Tusciaweb.
“Il comune – ha poi dichiarato il consigliere Andrea Micci (Lega) – a parte sensibilizzare la prefettura, può fare ben poco. Bisogna capire quali sono i veri problemi che vanno risolti. Uno di questi sono i flussi migratori spesso incontrollati che hanno caratterizzato questi ultimi anni”. Dello stesso avviso la sua collega di partito, Elisa Cepparotti. “È palese – ha detto la consigliera – che una quantità di immigrati così alta sul nostro territorio porta poi a questi fenomeni”.
A rispondere alla Lega è stato il consigliere Giacomo Barelli (Forza civica). “Il punto non è questo – ha spiegato -. E comunque non dobbiamo puntare il dito contro i migranti, ma contro chi la manodopera la sfrutta. E tra questi potrebbero esserci il nostro vicino di casa oppure un nostro elettore. E se non abbiamo il coraggio di denunciarlo, allora vuol dire che siamo complici di questo sistema”.
“Se non diamo la possibilità di lavorare con dignità – ha preso la parola Alfonso Antoniozzi (Viterbo 2020) – non solo non risolviamo il problema del caporalato ma apriamo le porte all’aumento della microcriminalità. Non solo, ma il caporalato è una presenza antica sul nostro territorio. Prima lo subivano i nostri genitori e nonni, adesso gli immigrati”. E, ha proseguito Massimo Erbetti del Movimento 5 stelle, “non dovremmo aspettare che qualcuno sia intimidito. Dovremmo agire prima, facendo tutti qualcosa nel nostro piccolo affinché nessuno sia più minacciato o sfruttato”.
Infine Giulio Marini (Forza Italia), poco prima dell’approvazione dell’ordine del giorno presentato da Ciambella. “Ci dobbiamo vergognare per quello che siamo come popolo. Abbiamo un paese che deve legiferare e ancora non abbiamo messo in campo tutte le contromisure. Il caporalato è un fenomeno vergognoso che va contrastato con tutte le nostre forze”.
Daniele Camilli
Articoli: “Camilli ti devi fare i cazzi tuoi, devi sparire, stai a rompe il cazzo in continuazione…”
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564Informativa GDPR