Viterbo – L’emergenza Coronavirus chiama un’altra emergenza, quella dei dispositivi di sicurezza a cominciare dalla mascherine.
Ce n’è un estremo bisogno per i cittadini, ma soprattutto per chi lavora ed è costretto a entrare in contatto con altre persone, in particolare nella sanità. Ma l’approvvigionamento è ogni giorno più difficile, se non impossibile.
E quando arrivano, s’innescano le polemiche sul tipo di modello adatto, come accaduto pochi giorni fa.
Per questo, è stato lanciato l’appello ad aziende in grado di poterlo fare, di “riconvertire” momentaneamente la produzione e sfornare mascherine adeguate. Nella Tuscia qualcuno già pronto c’è. È la Dimar di Valentano, azienda nel settore borse di alta gamma, che a inizio mandato il deputato Mauro Rotelli (FdI) aveva visitato.
Oggi il parlamentare viterbese conferma che l’impresa è pronta a partire. “Li ho sentiti un paio di giorni fa – spiega Rotelli – sono pronti a industrializzare un modello di mascherina e si stanno attrezzando per altri ancora”.
Finora mancava un passaggio, il decreto del premier Conte entrato in vigore ieri, il Cura Italia.
“Gli articoli 5 e 15 – spiega Rotelli – snelliscono le procedure, togliendo lacci burocratici. In pratica, spetta all’Istituto superiore di sanità stabilire se un modello può andare bene o meno. Va inviata la documentazione richiesta e in tre giorni si ottiene risposta.
L’azienda si è attrezzata e sta pensando di produrre”. Ce ne sarebbe estremo bisogno. Ovunque, in ambito lavorativo, in quello sanitario, le mascherine sono centellinate a causa delle difficoltà nel reperirle.
“Questo è un caso, ma ne possono venire fuori altri. Ritengo sia importante, se ci sono aziende nella filiera del cucito, assemblaggio in grado di poter convertire al momento la produzione, sarebbe un aiuto enorme in questo momento”.
Un aiuto anche alle imprese stesse, che magari hanno ridotto, se non sospeso l’attività.
Giuseppe Ferlicca
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564Informativa GDPR