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Viterbo - Elena Morandini è una signora della Quercia - Anche lei, come altri, ha voluto assistere all'inizio del mese mariano, nonostante il Covid - FOTO E VIDEO
Viterbo – “Se non ci salva la Madonna, dal Coronavirus allora non ci salva nessuno”. Primo maggio. Festa dei lavoratori e, al tempo stesso, inizio del mese mariano. Mese dedicato a Maria, madre di Gesù.
Però c’è il Covid. Con le messe chiuse ai fedeli e le processioni vietate. Ma Elena Morandini della Quercia, Viterbo, come altri, soprattutto anziani, sta lì. Perché la Madonna della Quercia la vuole vedere passare, come tutti gli anni.
Viterbo – La Madonna della Quercia
“Una Madonna miracolosa”, così dicono Franco Gatti e Giuseppina Mencarelli, anche loro della Quercia, dove la Madonna è partita, come ogni anno. Accompagnata dal vescovo Lino Fumagalli, da don Roberto, don Massimiliano e don Emanuele Germani che in questo periodo ha perfettamente organizzato la diretta social delle principali festività religiose, permettendo a tutti, da casa, di assistere alla messa.
Elena Morandini
“Noi ci rivolgiamo a te – è la preghiera che il vescovo ha detto davanti a tutte le chiese – che, presso la croce, sei stata associata al dolore di Gesù mantenendo ferma la tua fede. Noi ci rivolgiamo a te, Madonna della Quercia, perché sai di cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai. Affinché possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova”.
Il vescovo Lino Fumagalli
La Madonna della Quercia sta sul cassone della macchina dell’associazione nazionale carabinieri. Legata con una paio di corde, come San Sebastiano. In quest’anno di martirio. Un po’ per tutti e per tutto il paese.
Franco Gatti e Giuseppina Mencarelli
Le chiese dove viene portata sono tante. 18 in tutto. Quercia inclusa. Santa Barbara, Villanova, Pilastro, San Francesco, Trinità e il centro storico nel suo insieme.
“Mio figlio Massimiliano – racconta Elena Morandini – è cascato dal muro accanto alla basilica della Quercia. S’è scapicollato proprio lì – indica il punto, brutto davvero -. Il primo aprile del 1975. Era più morto che vivo. Ho pregato la Madonna per tutta la strada verso l’ospedale. Ho perso dieci anni di vita. Ma la Madonna me l’ha salvato. Quel giorno di 45 giorni fa non me lo scorderò mai più”.
Viterbo – La Madonna della Quercia
Dai balconi sventolano drappi bianchi con la M al centro. Fanno il paio e s’intrecciano a volte, per il vento, con il tricolore e la scritta “andrà tutto bene”.
Viterbo – Fedeli alla finestra
“Una cosa così – dice la gente attorno – non s’era mai vista. Dispiace, dispiace tanto non poter andare a messa e fare le processioni. Viene da piangere”.
Viterbo – Una fedele
“Tocca mettece la mascherina”, aggiunge una signora anziana davanti alla chiesa dei santi Valentino e Ilario a Villanova. “Sennò ce purgano”, aggiunge. Facendo in qualche modo riferimento alla multa di 400 euro, minimo, per chi trasgredisce le regole.
Viterbo – Il drappo bianco di Maria e il tricolore
Intorno le campane rintoccano a festa. La gente è alle finestre. S’affaccia, riprende con il telefonino. I sacerdoti in attesa guardano dall’IPad la diretta di don Germani. Un po’ increduli e un po’ assuefatti, pure loro, da quasi due mesi di clausura.
Ad anticipare la Madonna un corteo di poliziotti, carabinieri, vigili urbani e protezione civile.
Il vescovo Lino Fumagalli con un sacerdote
“Conforta quanti sono smarriti e piangenti – va avanti la preghiera del vescovo -. Sostieni quanti sono angosciati e infondi fiducia a chi è in ansia per il futuro incerto. proteggi i medici e gli infermieri, il personale sanitario, le forze dell’ordine e i tanti volontari che in questo periodo sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite”.
Viterbo – Madonna della Quercia – La diretta streaming
Fumagalli ogni tanto si stacca da chi lo segue per andare a salutare le persone. Scherza con un anziano e, di tanto in tanto, dà una pacca sulla schiena ai sacerdoti che incontra. Per rassicurarli e dargli conforto. In quartieri popolari, come anche il centro storico è diventato appieno, dove il peggio, probabilmente, dovrà ancora venire. Tra disoccupazione, locali chiusi, licenziamenti e casse integrazioni che ancora non arrivano. Un popolo che a breve sarà ridotto alla fame o spendere tutti quanti i risparmi messi da parte. Da una vita.
“Sii accanto a coloro che, notte e giorno, assistono i malati – conclude il vescovo Fumagalli -. Sii accanto ai sacerdoti che con sollecitudine pastorale e impegno evangelico cercano di aiutare e sostenere tutti. Illumina o Vergine santa le menti degli uomini di scienza e i responsabili delle nazione perché con saggezza, sollecitudine e generosità trovino giuste soluzioni per vincere questo virus”.