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Il giornale di mezzanotte - Viterbo - Mohamed Kdib, presidente del centro islamico - Venerdì scorso la prima preghiera dopo tre mesi di emergenza Covid - FOTO E VIDEO
Viterbo – La moschea di via Garbini a Viterbo ha riaperto le porte. Come previsto per la preghiera del venerdì. “Abbiamo voluto riaprire quando tutto era perfetto – dice il presidente del centro islamico di Viterbo Mohamed Kdib -. Abbiamo avuto bisogno di un paio di settimane in più. Ma venerdì scorso era tutto perfetto”.
Una settantina le persone che hanno preso parte alla riapertura della moschea di via Garbini. Operai, braccianti, edili, badanti, donne delle pulizie. Gente che ha continuato a piegare la schiena nelle campagne oppure è stata licenziata o messa in tronco in cassa integrazione.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
Quella che, in gran parte deve ancora arrivare. Così, da un giorno all’altro. Senza alcun risparmio messo da parte o, come per Ammar, sepolto qualche settimana fa al cimitero musulmano del San Lazzaro a Viterbo, dopo trent’anni di lavoro in Italia. Senza cittadinanza, né diritti sociali e diritto alla pensione.
Viterbo – Mohamed Kdib
“Le settimane dell’emergenza Covid – dice il presidente del centro islamico di Viterbo, Mohamed Kdib – sono state difficili. Molte famiglie si sono venute a trovare senza lavoro o con le persone in cassa integrazione. Questo ha significato anche non avere i soldi per fare la spesa”.
Il centro islamico ha organizzato così una rete di soccorso delle famiglie in difficoltà che ha coinvolto tutto il tessuto urbano. Centro storico e periferia. Sviluppando un vero e proprio network che ha di fatto messo a sistema o in contatto un’intera comunità cittadina.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
“Abbiamo chiuso la moschea – racconta Kdib -, come stabilivano i decreti del governo. Il protocollo con il ministero permetteva anche alla comunità islamica di riaprire i luoghi di culto il 18 maggio. Abbiamo preferito farlo il 29. Per poter rispettare al dettaglio le regole della Fase 2″.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
E così è stato. Venerdì scorso i posti per la preghiera erano delimitati da una striscia rossa. Prima di entrare in moschea, le persone dovevano avere guanti e mascherine. A chi non le aveva con sé, gliele forniva il centro direttamente sul posto. All’ingresso il controllo della temperatura. All’interno il percorso di entrata e uscita. Il lavaggio, quello che si fa prima della preghiera, al massimo utilizzando la fontana che si trova all’esterno.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
Venerdì scorso il centro islamico ha messo a disposizione anche i tappetini per chi non se l’era portato da casa. Un velo bianco da mettere a terra. Da buttare poi, una volta finita la preghiera.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
Durante i primi mesi dell’emergenza Covid, il centro islamico ha organizzato una rete di supporto alle famiglie in difficoltà. Senza distinzioni sul piano religioso. “Abbiamo prima organizzato una rete di supporto, mettendo in contatto tutti coloro che volevano aiutare – spiega Mohamed Kdib -. Negozi di frutta e verdura, macellai, persone comuni che hanno messo a disposizione cibo e vestiti, sindacalisti della Cgil e della Uil. Ognuno ha svolto la sua parte, dando un contributo prezioso, fondamentale. La mattina raccoglievamo quello che ci veniva donato, oppure passavamo per i negozi di frutta e verdura in via Garbini e piazza della Rocca. Tutto quello che abbiamo raccolto lo abbiamo poi redistribuito alle famiglie che ne avevano bisogno”.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
Un’ottantina le famiglie raggiunte più volte dai pacchi del centro islamico di Viterbo. Un’organizzazione spontanea, basata sul volontariato e finanziata dal contributo, anche in tal caso volontario, dei lavoratori che frequentano la moschea.
Un lavoro valso al centro islamico la partecipazione, per la prima volta, al tavolo di partenariato gestito dalla Caritas. Partecipazione attiva che ha visto il centro islamico portare parte di quanto raccolto alla mensa di porta San Leonardo. Stabilendo infine rapporti concreti anche con il comitato viterbese della Croce rossa.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
Le famiglie raggiunte sono islamiche, buddhiste, cattoliche, ortodosse. Attraverso tutta la città. Volontari, in gran parte persone finite in cassa integrazione, che hanno percorso chilometri in macchina e a piedi, portandosi con sé anche informazioni e moduli per capire la normativa dei decreti del governo e accedere ai benefici previsti. Come bonus e contributi per gli affitti.
Un periodo, quello della Fase 1 del Covid, che ha coinciso anche con il mese di Ramadan, iniziato il 24 aprile e terminato il 24 maggio. Il periodo del digiuno che ogni giorno si conclude con una cena pubblica in moschea. Uno dei momenti più importanti del Ramadan. Accompagnato dalle preghiere quotidiane che coinvolgono tutta quanta la giornata. Dalle 4 del mattino alle 8 e mezza della sera. Quando il digiuno finisce.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
“Quest’anno – commenta Kdib – per la prima volta nella nostra storia, il Ramadan è stato trascorso in casa. Lì sono state fatte le preghiere. Lì la cena al termine del digiuno. Mantenendo però i rapporti con le altre famiglie”. Attraverso i pacchi, le informazioni, Facebook e la moschea. Quest’ultima è stata infatti il quartier generale per tutta quanta la logistica. Qui arrivavano cibo, abiti, modulistica, le mascherine fatte da una sarta tunisina. Qui venivano fatti i pacchi e da qui partivano i volontari per andarli a distribuire in base alle segnalazioni che di volta in volta arrivavano. Garantendo inoltre la cena del Ramadan, mese fondamentale nella religione islamica, a chi non poteva permetterselo.
Viterbo – Riapre la moschea di via Garbini
“Abbiamo deciso di saltare anche la festa dell’Eid – spiega infine il presidente del centro islamico Mohamed Kdib – perché le persone sarebbero state tante e non avevamo la possibilità di gestire le cose al meglio. Abbiamo preferito riaprire la moschea per la preghiera del venerdì. Volevamo essere precisi e il più possibile attenti alle normative”.