Condividi:Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
Il giornale di mezzanotte - Viterbo - Violentata e filmata all'Old Manners Tavern - Nel frattempo restano agli arresti Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi - Dopo cinque mesi di carcere, da settembre sono ai domiciliari col braccialetto
Viterbo – Stupro al pub di Casapound, Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci dovranno aspettare fino al 10 settembre per sapere se la corte d’appello accoglierà il ricorso per una ulteriore riduzione della condanna a tre anni e a due anni e dieci mesi del primo grado.
L’udienza in programma ieri a Roma, causa sovraffollamento post emergenza Covid, è stata rinviata a dopo la pausa estiva.
Una pena troppo alta, per le difese, quella inflitta agli ex militanti di estrema destra che la notte tra l’11 e il 12 aprile 2019 hanno violentato brutalmente e filmato una 37enne in stato di semincoscienza all’Old Manners Tavern di piazza Sallupara.
Secondo gli avvocati Marco Valerio Mazzatosta, Domenico Gorziglia e Giovanni Labate, non sarebbero state calcolate nel computo finale le attenuanti concesse ai due ventenni dal giudice Elisabetta Massini del tribunale di Viterbo, che lo scorso 15 novembre li ha condannati per violenza sessuale di gruppo con l’abbreviato, il rito alternativo che prevede lo sconto di un terzo della pena. Gli imputati sono stati invece assolti dall’accusa di lesioni personali aggravate.
Licci e Chiricozzi, nel frattempo, arrestati il 29 aprile 2019 in seguito alla denuncia della vittima e al riscontro dei filmati condividisi su due chat Whatsspp di gruppo dagli imputati, restano ai domiciliari (rinforzati dal braccialetto elettronico), cui si trovano da settembre dell’anno scorso, dopo cinque mesi di custodia cautelare nel carcere di Mammagialla.
Anche l’avvocato di parte civile Franco Taurchini ha presentato ricorso per la parte offesa, contestando il mancato riconoscimento di una provvisionale, in quanto il giudice di primo grado si è limitata a disporre un risarcimento complessivo di 60mila euro (40mila versati prima e 20mila mai versati, nonostante”vincolanti ai fini delle attenuanti), senza rinviare al giudice civile per la quantificazione del danno, calcolato dal legale in non meno di 300mila euro.
Alla corte d’appello Taurchini chiederà un aumento del risarcimento per la responsabilità civile degli imputati in ordine al pugno che le avrebbe sferrato Chiricozzi e per il quale gli imputati sono stati assolti in sede penale dall’accusa di lesioni aggravate in concorso, sostenendo che la 37enne potrebbe essersi fatta male da sola scivolando dalla panca.
“Nella sentenza, inoltre – ricorda Taurchini – è stata completamente omessa la valutazione delle conseguenze dannose derivanti dalla diffusione dei filmati sulle chat di gruppo WhatsApp come fossero un trofeo”.
“Risulta completamente omesso in punto motivazionale il danno morale subito dalla vittima, in termini di sofferenza che si protrarrà per un lunghissimo tempo e presumibilmente per tutta la vita. Un ulteriore aspetto totalmente trascurato è quello relativo alla grave lesione della dignità umana, riservatezza, personalità dovuta alla diffusione del video e delle immagini della violenza”, spiega.
“La mia assistita dovrà fare i conti, anche in futuro, con la possibilità che le immagini raggiungano un numero indeterminato di utenti, posto che una volta caricate sulla piattaforma WhatsApp sono suscettibili di essere inoltrate a migliaia di altri individui e avere online una diffusione illimitata e non definitivamente removibile”, è la conclusione.