I difensori – Lidia Ladi, Remigio Sicilia, Giampiero Crescenzi e Edoardo Manni
Gli avvocati Ladi e Barili durante i rilievi della polizia scientifica nel negozio di via San Luca
Il magistrato Eliana Dolce sulla scena del crimine
Viterbo – Commerciante ucciso in centro, oggi è il giorno dell’interrogatorio di Michael Aaron Pang saltato lo scorso 13 luglio dopo che all’omicida reo confesso di Norveo Fedeli è stata contestata anche l’aggravante della crudeltà.
Un’aggravante chiesta alla procura dall’avvocato di parte civile dei familiari della vittima, Fausto Barili, che ha colto di sorpresa i difensori Remigio Sicilia e Giampiero Crescenzi, i quali hanno chiesto a loro volta un rinvio a dopo la pausa estiva per l’esame dell’imputato.
Pang è il 23enne americano d’origine sudcoreana che all’ora di pranzo del 3 maggio 2019 ha barbaramente assassinato, a colpi di sgabello, nella sua storica boutique di via San Luca, l’imprenditore 74enne Norveo Fedeli. Secondo l’accusa per appropriarsi di una manciata di capi d’abbigliamento, del valore di poche centinaia di euro, che non riusciva a pagare da tre giorni, in quanto non passavano le sue carte di credito.
Oggi il giovane statunitense, che in Italia rischia l’ergastolo, potrà per la prima volta raccontare la sua versione davanti alla giuria popolare chiamata a giudicarlo.
Il padre, secondo quanto emerso durante il processo, in corso davanti alla corte d’assise presieduta dal giudice Silvia Mattei, avrebbe tagliato i fondi al figlio, che nel frattempo si era impegnato da qualche mese a pagare l’affitto di un negozio di kebab di cui sarebbe stato interessato a rilevare la gestione.
Fatto sta che sul suo conto non ci sarebbero stati soldi per pagare gli acquisti fatti da Fedeli e che oltre che di omicidio aggravato è imputato anche di rapina. Il giovane, che si è dato alla fuga dopo il delitto, è stato rintracciato e catturato meno di 24 ore dopo nella stanza del bed&breakfast di Capodimonte dove alloggiava e dove è stata rinvenuta anche la refurtiva.
A Pang è stata contestata l’aggravante dell’efferatezza e della brutalità perché, in base a quanto emerso finora in aula, avrebbe calpestato la testa della vittima lasciandogli sul capo l’impronta di una scarpa, scattato una fotografia al cadavere a terra in una pozza di sangue, spaccato il cranio a colpi di sgabello, con una violenza e un accanimento tali da fracassare l’arma del delitto.
Per questo l’avvocato Barili ha presentato istanza a nome dei familiari, chiedendo alla pm Eliana Dolce l’aggravamento della posizione di Michael Aaron Pang, che il pubblico ministero ha formalizzato lo scorso 13 luglio, facendo saltare l’interrogatorio dell’imputato.
“L’aggravante della crudeltà – ricorda Barili – è un’aggravante che determina l’nnalzamento della pena sino all’ergastolo”.