Viterbo – “La didattica a distanza va aumentata, perché a Viterbo e nella Tuscia la situazione rischia veramente di sfuggire di mano. Una raccomandazione che, come sindacato, rivolgiamo al sindaco, al prefetto e alla Regione”. La richiesta parte dalla Uil scuola di Viterbo della segretaria regionale Silvia Somigli.
“Perché – ha detto la segretaria della Uil scuola – l’aumento dei casi di Covid tra studenti e insegnanti nelle scuole sta rendendo la situazione ogni giorno sempre più critica. E bisogna fare qualcosa, il prima possibile e prima che sia troppo tardi. A tutela degli studenti, dei docenti, dei dirigenti scolastici e di tutto il personale”.
Poche ore dopo l’ordinanza della Regione Lazio che, oltre a stabilire il coprifuoco su tutto il territorio dalle ore 24 alle 5 di mattina, prevede anche il potenziamento della didattica digitale integrata nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado e nelle università. A partire da lunedì 26 ottobre.
Secondo quanto disposto dal presidente Nicola Zingaretti, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado incrementeranno il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari al 50 per cento degli studenti, con esclusione degli iscritti al primo anno, mentre le università aumenteranno il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari all’75 per cento degli studenti iscritti, con esclusione delle attività formative che necessitano della presenza fisica o l’utilizzo di strumentazioni.
Viterbo – Noaila Kaid, Alessia Idrizi, Angelo Zegarra e India Zizi
Una decisione, quella della Regione, che arriva in un momento critico con i casi di Covid che crescono giorno dopo giorno. Per quanto riguarda Viterbo, i dati sullo stato di salute degli istituti li dà direttamente il sindaco Giovanni Arena, anche lui preoccupato per la situazione. “Ad oggi (ieri ndr) – ha dichiarato Arena – complessivamente gli studenti positivi al Covid nelle scuole di Viterbo sono 75. La maggior parte, il 60%, sono agli istituti comprensivi, il 40% alle superiori. Parlo di studenti. Tra gli insegnanti ci sono 6, 7 docenti risultati positivi”.
Viterbo – La segretaria regionale della Uil scuola Silvia Somigli
Ieri pomeriggio il sindaco stava a piazza del comune, prima che iniziasse il consiglio a Palazzo dei priori, a scambiare due parole con tre studenti e una ragazza che si è diplomata quest’estate, iniziando subito dopo a lavorare. Angelo Zegarra, Alessia Idrizi, Noaila Kaid e India Zizi che ha preso il diploma a luglio. Sono tutti dell’Istituto superiore Santa Rosa che si trova tra Porta San Pietro e il quartiere San Pellegrino.
“Tra gli studenti ci sono molte assenze – racconta Zegarra -. Uno si adatta alla situazione per andare avanti”.
“Anche le distanze non sono sempre rispettate – prosegue Idrizi -. Tra i banchi la distanza è di 50 centimetri non di un metro”.
C’è poi la paura. “Sì, abbiamo paura – commentano Idrizi e Kaid -. Cosa che riguarda sia noi che i docenti. In particolar modo loro. Soprattutto per l’età. Ad esempio oggi la professoressa ci ha chiesto di tenere la mascherina e lei ha fatto lo stesso. Lo abbiamo fatto, per rispetto… se lei ha paura…”.
Per quanto riguarda la didattica, gli studenti intervistati sono favorevoli a quella in presenza. “Perché – sottolinea Angelo Zegarra – ci sono cose che puoi fare solo a scuola”. “Il contatto visivo è importante – riprende la parola Alessia Idrizi -, gli insegnanti ci devono trasmettere qualcosa. Da casa è molto più difficile. Però – aggiunge – bisogna vedere la situazione, perché i contagi continuano a salire”.
Viterbo – Il sindaco Giovanni Arena con alcuni studenti dell’Istituto Santa Rosa
“Ho già avuto degli incontri con i dirigenti scolastici – dice poi Arena – spiegando che è necessario incrementare la didattica a distanza nelle scuole dove i casi sono maggiori rispetto agli altri. Una raccomandazione che fa anche la ministra della pubblica istruzione Lucia Azzolina”.
“L’insegnamento di persona – continua Arena che in passato è stato docente di educazione fisica alle scuole superiori – ha tante peculiarità che quello a distanza non ha, ma di fronte alla salute e davanti a una situazione che ci preoccupa ogni giorno di più sarei costretto a prendere provvedimenti per aumentare l’insegnamento a distanza. Cosa che può essere chiesta dal sindaco, dal prefetto e dalla Regione. Questo per diminuire la pressione degli studenti dovuta alla movimentazione dei pullman, alternando al 50% la didattica in presenza con quella a distanza”.
Viterbo – Un’aula di studenti il primo giorno di scuola
Didattica a distanza o meno, la scuola sembra comunque essere sull’orlo di una crisi di nervi. Diversi i docenti che si lamentano. Qualcuno ha iniziato anche ad alzare la voce su Facebook. Come la professoressa Maria Rosaria Valente dell’Istituto superiore Paolo Ruffini di Viterbo che sulla sua pagina social ha scritto: “Screening nelle scuole… 5 colleghi positivi per ora… Mi chiedo… ‘quale tutela per noi docenti?”. “Siamo in prima linea – commenta sotto al post Alessandra Croci, un’altra professoressa, questa volta del Paolo Savi – ma senza tutele…”. “Nessuna”, “Nessuna”, aggiungono altre due persone.
“Ritengo che la didattica a distanza – spiega Silvia Somigli della Uil scuola – sia una strategia educativa emergenziale. Tuttavia la situazione di rischio che sta caratterizzando le scuole richiede a sua volta un intervento emergenziale da parte delle istituzioni. Perché, ripeto, la situazione rischia di sfuggire di mano. Un intervento che soltanto il sindaco, il prefetto e la Regione possono richiedere. Pertanto, condiderando l’aumento dei casi di positività al Covid tra gli studenti, gli operatori e i docenti è necessario incrementare le ore di didattica a distanza, soprattutto per le scuole superiori, introducendo una didattica mista, ossia 50 per cento delle ore in presenza e 50% a casa. Sempre come forma di complementarità della didattica in presenza, non sostitutiva. Cosa che fra l’altro prevede anche l’ultimo Dpcm. In questo modo saremmo inoltre in linea con quanto sostengono ormai tutti gli scienziati”.
Viterbo – I tamponi anti Covid in un istituto superiore
Non solo, ma il problema dell’aumento dei contagi per la segretaria regionale della Uil scuola non si risolve nemmeno con la doppia turnazione prevista dal governo con ingresso alle 9 di mattina anziché alle 8 e possibilità di fare lezione anche nel pomeriggio.
“L’indicazione che viene data dal Dpcm – sottolinea infatti Somigli – non è fattibile per gli istituti”.
Per quale motivo? “Per ragioni organizzative interne ed esterne – risponde la segretaria -. Innanzitutto per una questione di trasporti. Gli orari non sono funzionali all’entrata delle scuole. Dopodiché, fare i doppi turni vorrebbe dire rivedere tutto l’orario scolastico, con enormi difficoltà per i docenti che insegnano in più istituti, raddoppiando poi i turni di vigilanza da parte del personale scolastico. E le persone che servirebbero allo stato attuale non ci sono. Infine, fare due turni significa attivare due volte, e a distanza di poco, tutto il protocollo sulla sicurezza. E anche in tal caso, nelle scuole di Viterbo e della Tuscia, mancano le forze per poterlo fare”.