Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Mi sono recato sabato nel primo pomeriggio a fare una passeggiata sulla cima della Palanzana. Ma, arrivato proprio alla croce, ho scoperto di non essere affatto da solo. Erano presenti circa una trentina di ragazzi e ragazze che, in barba alle norme anti-Covid, alle raccomandazioni di mantenere le distanze, evitare di avere contatti con persone estranee al gruppo familiare, mantenere le mascherine ed evitare assembramenti (tant’è vero che neanche stanno andando fisicamente a scuola perché chiuse per la loro età), si trovavano sulla suddetta cima a bivaccare come fosse Ferragosto, con musica a tutto volume e, la cosa più grave, un fuoco acceso a terra.
Ho segnalato tale situazione con tempestività alle forze dell’ordine, ossia carabinieri, polizia e polizia municipale.
Mentre carabinieri e polizia hanno accolto la segnalazione chiedendo specifiche su come raggiungere la cima, l’ubicazione del posto e il numero dei ragazzi presenti, mi permetto di segnalare l’accoglienza della mia denuncia da parte della polizia municipale di Viterbo: dopo aver spiegato la situazione, telefonicamente come per gli altri, mi è stato risposto dalla vigilessa che nel frattempo sghignazzava, che loro “non possono raggiungere quel posto”.
A quel punto, allibito, ho risposto alla donna: “Secondo quanto afferma, allora, se viene commesso un crimine e vi viene segnalato, ma non potete arrivarci, è consentito delinquere?”.
Sono veramente allibito che i morti di Coronavirus causati da assembramenti irresponsabili facciano ridere un vigile urbano di Viterbo. E sono piuttosto dispiaciuto del fatto che generazioni di persone giovani (i ragazzi assembrati) e le rispettive famiglie non abbiano assolutamente colto l’importanza di queste misure restrittive. Grazie a questi comportamenti irresponsabili tarderemo sempre di più a tornare alla normalità.
Andrea Barbieri
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