Viterbo – (f.b.) – Elio Marchetti, beni sequestrati per quasi 10 milioni di euro.
L’operazione Déjà vu, sfociata il 3 maggio del 2017 in sei arresti da parte della guardia di finanza e della polstrada, continua a portare guai all’imprenditore viterbese Elio Marchetti.
Nei giorni scorsi, più di tre anni e mezzo dopo il suo arresto, le fiamme gialle hanno messo i sigilli ad altri beni riconducibili a lui, anche se non direttamente di sua proprietà. Stavolta si tratta di tre immobili, due terreni (dislocati tra Viterbo, Tarquinia e le province di Siena e Ferrara) e del noto agriturismo alla periferia del capoluogo della Tuscia. Un patrimonio di oltre un milione di euro che è stato sequestrato come prevede il codice antimafia.
Tutto questo va ad aggiungersi a un’altra serie di beni per oltre 8,5 milioni di euro sequestrati in due tranches tra i mesi di aprile e maggio scorsi. La prima volta si trattava di tre immobili ad uso commerciale del valore di più di 4 milioni di euro. Il mese successivo la cifra totale superava i 4,5 milioni e riguardava auto, moto, una barca e diverse quote di società.
Ieri, infine, all’elenco sono stati aggiunti, come già detto, tre immobili, due terreni e l’agriturismo Monteparadiso di Viterbo per più di un milione di euro. Agriturismo che, in ogni caso, continuerà a poter essere aperto al pubblico e a lavorare proprio perché soggetto al momento soltanto di un sequestro preventivo.
Tutti i beni elencati, come sottolineano le forze dell’ordine, sono riconducibili ad Elio Marchetti anche se non direttamente di sua proprietà.
L’operazione Déjà vu, intanto, è anche approdata nelle aule del tribunale di via Falcone e Borsellino, dove l’11 luglio scorso Marchetti è stato condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi perché ritenuto responsabile di essere il promotore di un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale sulle vetture di grossa cilindrata importate dall’estero.
I sostituti procuratori titolari delle indagini, Stefano D’Arma ed Eliana Dolce, avevano chiesto per lui addirittura sette anni e mezzo di reclusione. Secondo l’accusa, l’associazione a delinquere di cui Marchetti sarebbe stato la mente avrebbe omesso il versamento a favore delle casse dello stato di 5,4 milioni di euro di Iva e di 1,5 milioni di euro di Ires.
L’inchiesta riguardava l’importazione di 138 supercar dalla Germania eludendo sia la normativa anti truffe carosello che il fisco. Con Elio Marchetti furono arrestate altre cinque persone: una, la storica segretaria Carla Corbucci, è stata assolta al processo, un’altra, l’imprenditore pugliese Domenico Sordo titolare di un’agenzia di pratiche auto di Foggia, è stato condannato a due anni e mezzo, mentre le posizioni di altri tre individui sono state stralciate.
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