Omicidio in via San Luca – Michael Aaron Pang e Norveo Fedeli
Viterbo – Pang è stato condannato a 25 anni e sei mesi di reclusione.
La corte d’assise del tribunale di Viterbo, presieduta dal giudice Silvia Mattei, non ha accolto la richiesta del pubblico ministero Eliana Dolce, che aveva chiesto il massimo della pena previsto dall’ordinamento italiano per il 23enne americano Michael Aaron Pang cui lo scorso 13 luglio era stata contestata anche l’aggravante della crudeltà.
Pang è stato condannato a 25 anni e sei mesi di reclusione. Nessuna replica da parte dell’accusa alle oltre sei ore di arringa della difesa. La Corte d’assise si è ritirata quindi immediatamente in camera di consiglio alle 9,40 di questa mattina. La sentenza è arrivata dopo cinque ore, poco dopo le 14.30.
Norveo Fedeli è il commerciante di 74 anni ucciso a colpi di sgabello in testa, nel suo negozio di via San Luca, all’ora di pranzo del 3 maggio 2019, mentre la via si affollava di scolaretti appena usciti da scuola.
L’imputato è difeso dagli avvocati Remigio Sicilia del foro di Viterbo e Giampiero Crescenzi del foro di Roma. Parti civili con l’avvocato viterbese Fausto Barili la vedova di Fedeli, Maria Chiara Torri, i figli Pierluigi e Natalia e i due nipoti diretti dell’imprenditore.
Pang ha massacrato la vittima colpendola alla testa a sgabellate finché lo sgabello non si è rotto. Poi ha nascosto il corpo nel retrobottega e ripreso il cadavere col telefonino mentre se ne andava via ripreso dalle telecamere con una scarpa coperta da una busta di plastica per nascondere il sangue di cui era intrisa. E’ stato catturato meno di 24 ore dopo nel bed&breakfast di Capodimonte dove alloggiava da qualche mese.
Il cadavere è stato rinvenuto prono in una pozza di sangue. Il sangue era ovunque, schizzi, colature. Una scia dal bancone fino a dove è stato trovato il cadavere. Con le mani serrate.
Una scia di sangue da trascinamento tra il bancone e il corridoio a sinistra. Una coppia di calzini a terra. Tracce di sangue anche sui cartoni sul bancone. Orme di scarpe. Tracce di sangue su un manichino, sulle inferriate del negozio, sia destra che sinistra, colatura di sangue su uno spigolo, altre tracce di sangue sul maniglione della porta d’ingresso. Un gufo bianco intriso di sangue. Sangue sul corrimano. Quindi l’impronta della scarpa dell’omicida sulla testa.